Latina / Falso video di “Striscia la notizia”: Mediaset risarcirà l’ex sindaco Vincenzo Zaccheo

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LATINA – Era il sindaco più intervistato dai quotidiani della sinistra (e non solo) perché alla guida della città simbolo, dai tempi del ventennio, della destra storica e sociale e in Italia, Latina. Vincenzo Zaccheo il primo cittadino l’ha smesso di fare poco meno di dieci anni fa – era il 15 aprile 2010 – dopo fu firmata, presso uno studio notarile del capuologo pontino, la mozione di sfiducia proposta dall’alleato di sempre, dal 1994 in poi, Forza Italia. Un gesto politicamente forte, “figlio” di un servizio televisivo andato in onda nel tg satirico di Canale 5 qualche giorno prima, “Striscia la Notizia”. Un video metteva letteralmente all’angolo il braccio destro di Gianfranco Fini, il colonnello di Alleanza Nazionale, già consigliere regionale del Lazio, tre volte parlamentare, vincitore di due elezioni amministrative nel comune capuologo. Le immagini immortalarono Zaccheo mentre abbracciava l’allora Governatore del Lazio Renata Polverini, del Pdl, eletta da pochi giorni.

Il servizio non era, in effetti, chiaro. C’era molta confusione intorno a loro e la distanza amplificò i rumori di fondo. E così che gli autori decisero di mettere una scritta in sovraimpressione con questa letterale dicitura: “Non ti dimenticare delle mie figlie”. Il sindaco di Latina- secondo la ricostruzione di Striscia – avrebbe chiesto alla collega di partito Renata Polverini di sistemare le due figlie Il Tribunale civile di Roma, dopo quasi dieci anni, ha sentenziato il contrario. Vincenzo Zaccheo quella frase non l’ha mai pronunciata. La società RTI, che produceva e produce “Striscia la Notizia”, deve risarcire l’ex sindaco di Latina di An con 50mila euro. A citare in giudizio la trasmissione di Canale 5 era stato l’ex sindaco che, difeso dalla figlia Valentina (una delle due che la presidente Polverini avrebbe dovuto raccomandare chissà dove e quando…) e dall’avvocato Luca Scarpellini, ha sostenuto, a chiare lettere, di non avere mai detto quelle parole. E l’ha fatto producendo una perizia giurata che l’ha confermato appieno Non c’era un labiale perché, tolti i rumori di fondo, per il perito scelto da Zaccheo la frase detta dall’allora sindaco di Latina era la seguente “Non ti dimenticare di Latina”.

Quel servizio fu – secondo molti – un pretesto per agevolare e contribuire la conclisione della carriera politica di Vincenzo Zaccheo. Seguirono, infatti, polemiche violentissime tra An da una parte e Forza Italia dall’altra guidata, allora come oggi, dall’altro uomo forte della politica pontina, il senatore e ora coordinatore regionale azzurro Claudio Fazzone. Zaccheo sperava che quella mozione venisse discussa e approvata in consiglio comunale, E, invece, si scelte un notaio del centro di Latina per far scorrere i titoli di coda su un bel film iniziato a 22 anni quando il “pupillo” del compianto Ajmone Finestra divenne consigliere comunale per la prima volta. Dieci anni dopo è arrivata la riabilitazione e Vincenzo Zaccheo ha deciso di togliersi qualche sassolino dalla scarpe.

Lo ha fatto in una nota piena di rabbia, rammarico e delusione: “Purtroppo questa vicenda, oltre a procurarmi grande amarezza personale, mi ha toccato nella sfera familiare e politica, causando a me e ai miei cari sofferenze, calunnie e attacchi del tutto fuori luogo. Al tempo stesso mi ha costretto ad abbandonare il mio impegno in politica al servizio della nostra comunità, portando anche alla caduta di un’amministrazione comunale sulla base di un pregiudizio nei miei confronti creato ad arte da una vicenda mediatica che, come si è dimostrato, era del tutto errata. Oggi, dopo dieci anni, considero questa sentenza – ha commentato l’ex sindaco di Latina al quale Gianfranco Fini propose un incarico di sottosegretario – un primo parziale risarcimento nei miei confronti e nei confronti della mia famiglia, che ha enormemente sofferto e che è stata pesantemente scossa da questa vicenda. Infine voglio sottolineare come per 10 anni io e la mia famiglia abbiamo atteso che un giudice terzo e imparziale ripristinasse la verità dei fatti, ma ora che è successo non sentiamo la gratificazione che ci attendevamo, perché, alla fine di tutto, ciò che resta è il terrore e l’incredulità di quanto sia stato facile additarci alla pubblica gogna. Spero che questa vicenda possa essere da monito ad una maggiore riflessione e pacatezza di giudizi e di toni nella vita quotidiana così come, e forse di più, nella vita “social”.

Zaccheo, infine, rivolge la sua “gratitudine alla mia famiglia, ai tanti amici e a quella comunità cittadina di donne e di uomini che ho avuto l’onore di guidare e che non mi hanno mai fatto mancare solidarietà, sostegno e affetto. In queste ore sto ricevendo attestati di vicinanza e di solidarietà da tanti sindaci ed ex amministratori, così come da tanti parlamentari ed ex colleghi deputati che ringrazio per l’affetto e la stima nei miei confronti che non è mai venuta meno”.

Saverio Forte