Torbidità dell’acqua e inquinamento fecale, è sempre più polemica

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SUD PONTINO – Una grande confusione che non aiuta… E’ quella venutasi a creare dalla divulgazione (da parte del dipartimento prevenzione, alimenti e nutrizione dell’Asl di Latina) del contenuto di una relazione del 26 dicembre dell’Arpa Lazio che, analizzando i campioni d’acqua prelevati tre giorni prima da quattro fontane pubbliche di Formia ed erogati dalle sorgenti Mazzoccolo e Capodacqua, aveva riscontrato non solo l’ormai datato fenomeno della torbidità ma anche un’aumentata presenza di escherichia coli e di batteri coliformi. Insomma l’utenza approvvigionata dalle due sorgenti del Golfo sarebbe alle prese con una forte contaminazione biologica che nessuno sa accertare la sua causa e, soprattutto, il suo inizio temporale.

A non aiutare a fare chiarezza è stato l’esito delle analisi compiute dal laboratorio “Controllo qualità” di Acqualatina che il 2 gennaio 2020 e, dunque, dieci giorni dopo le analisi dell’Arpa Lazio, riscontrava una situazione di regolarità nel prelievo compiuto a mezzogiorno presso la fontana pubblica ubicata in piazza del Pesce a Gaeta. Secondo alcune informazioni questo report del laboratorio interno di Acqualatina sarebbe stato inviato al comune di Gaeta e sembra avere un carattere tranquillizzante: se risultano assenti i valori più pericolosi riguardanti i coliformi totali, l’escherichia coli e gli enterococchi, sono nella norma quelli inerenti la torbidità, la temperatura e l’immissione di cloro (non è menzionato però il dato standard previsto dalla legge), sostanza che abitualmente viene immessa per calmierare (qualora fosse presente) il livello di escherichia coli. Una particolarità: in tutte le voci è menzionato l’asterisco e lo stesso laboratorio analisi di Acqualatina correttamente specifica in fondo al report ma in maniera davvero microscopica che le prove non sono accreditate da Accredia, l ente che certifica se siano state fatte o meno a norma di legge.

Nella vicina Formia a fare il punto su una situazione eufemisticamente vicina al caos (naturalmente in rapporto a quasi 40mila residenti potenzialmente utenti) è stato il sindaco Paola Villa. Sul suo profilo face book ha pubblicato un post in cui sembra lanciare o, meglio, rinnovare il guanto di sfida contro l’ente gestore su quanto sta avvenendo da giorni, se non da settimane. La professoressa di scienze naturali racconta che venerdì è giunto in comune il cosiddetto “Resoconto torbidita’ ” di Acqualatina: “E’ una tabella di valori che riguardano l’intero sud pontino, fornito da Mazzoccolo e Capodacqua, dove si evince un lento rientro dal fenomeno, ovviamente lasciato alla libera interpretazione dei dati, senza alcuna dicitura “fenomeno rientrato”. Il 23 dicembre scorso, sulla scorta dei risultati di analisi ben peggiori ed avvalorati da quelli dell’Arpa Lazio il 30 dicembre, il Comune di Formia emetteva – ha raccontato il sindaco – l’ennesima ordinanza di non potabilità dell’acqua, ad oggi dopo 13 giorni ancora in vigore. I dati dell’Arpa, allarmanti perché oltre di torbidità ci parlano di contaminazione microbiologica, vengono effettuati dopo la comunicazione del 12 dicembre inviata dal comune di Formia, nell’esortare l’Asl per un intervento netto, sulle ricadute di sanità pubblica che sta avendo il fenomeno torbidita’ nel sud Pontino”. Il sindaco Villa aggiunge affermando che “qui ognuno deve fare la propria parte ed assumersi le proprie responsabilità” ma “non capiamo però come mai le analisi dell’acqua dell’Arpa riguardano solo Formia quando invece le due sorgenti, Mazzoccolo e Capodacqua, forniscono i comuni di Spigno, Minturno, Castelforte, Santi Cosma, Formia e Gaeta. Oggi non abbiamo dati per dire ufficialmente che l’acqua è potabile, anche se i dati di Acqualatina lo dovrebbero confermare, ma aspettiamo che l’Autorita’ Sanitaria Locale (si vocifera il 7 gennaio prossimo) faccia le analisi di controllo”

Il sindaco di Formia ribadisce la giustezza della sua decisione, il 23 dicembre “vista la grave situazione di torbidita’”, di aver presentato presso il commissariato di Polizia una denuncia per interruzione di pubblico servizio da parte del gestore. Poi, in pieno clima natalizio, era arrivato il comunicato ufficiale di Acqualatina che – secondo la libera interpretazione del sindaco Villa – “senza colpo ferire dice che il gestore si adopererà perché si utilizzino sempre più le fonti idriche rappresentate dalla condotta di Minturno-Cellole, e dai pozzi dei “25 ponti”, cercando di ridurre l’utilizzo delle sorgenti di Capodacqua e Mazzoccolo. Dopo il danno anche la beffa! In questi anni la non manutenzione delle due sorgenti, una captazione invasiva su Capodacqua, la mancata gestione di programmazione dei lavori per tutelare le sorgenti, vere risorse, ci ha portato a tutto questo – accusa senza peli sulla lingua il primo cittadino di Formia – E’ stato un comunicato delirante quello scritto dall’amministratore delegato di Acqualatina, l’ingegner Marco Lombardi, in cui palesemente si ammettono le proprie carenze di gestione che vogliono sopperire, con acqua presa da pozzi, scavati in zone di invasione di acqua salmastra, e condotte in cui acqua della sorgente del Liri viene regalata al versante campano di Acqualatina, AcquaCampania, con un chiaro introito economico del comune denominatore per tutte e due le società, la multinazionale Veolia, che continua la sua scalata economica fatta di depauperamento del territorio, sfruttando in modo inadeguato le sorgenti, posizionando dissalatori in diversi luoghi del Mediterraneo e vendita a prezzi esorbitanti della risorsa acqua”. Accuse pesantissime per le quali il sindaco di Formia si assume completamente tutte le responsabilità e contraddirebbero “tutte le affermazioni fatte in Prefettura dal gestore, che l’acqua dei pozzi e quella proveniente da Cellole doveva servire a superare momenti di “crisi idrica”. Il sindaco di Formia si rende conto che non serve solo il ricorso alle carte bollate ma sollecita “un atto di responsabilità di tutti noi che amministriamo”. Ma cosa chiede? La convocazione di un consiglio comunale ad hoc con l’approvazione di di un ordine del giorno per tutelare le due sorgenti Mazzoccolo e Capodacqua, richiedendo un chiaro impegno da parte del gestore. Ora non si scherza più e si ci unisce con un obbiettivo comune. Ora non esistono più schieramenti e colori, ora esiste la tutela delle nostre sorgenti”.

A chiedere alla politica di fare il suo corso è anche responsabilmente la Confconsumatori di Latina che però, a fronte della problematica della torbidità e della presenza dei batteri fecali nell’acqua ormai non più potabile, afferma come “nessuno degli attori in campo, i sindaci, l’Asl di Latina ed il Gestore striano davvero cercando di fare almeno chiarezza”. L’avvocato Franco Conte ripercorre quanto avvenuto negli ultimi due mesi. “Su ordine dell’Asl, che ha dormito per due mesi, il 23 di dicembre, l’Arpa Lazio ha proceduto a fare delle analisi anche per ricercare contaminanti di tipo biologico ed in ben 4 fontanini pubblici sparsi per l’intero comune di Formia, sia in zone servite da Mazzoccolo che Capodacqua, sono state trovate tracce fecali. La prima domanda che ci poniamo è perché non si sono fatte le analisi dell’Arpa in tutte e sei i comuni del golfo? Questa scelta dell’Asl non sta contribuendo a rasserenare gli animi e di fatto crea confusione tra l’opinione pubblica. E poi bisognava attendere due mesi nonostante le sollecitazioni arrivate da più parti? Perché l’Asl ha tergiversato? Il 3 gennaio poi il sindaco di Spigno Saturnia, Salvatore Vento, ha emesso l’ordinanza numero 2 di revoca della precedente di non potabilità. L’ordinanza è stata emessa sulla base della nota della sola Acqualatina del 3 gennaio (senza analisi della ASL e/o ARPA che pure erano state ordinante con la precedente ordinanza di non potabilità del 21 dicembre la n. 73). Ricordiamo che le analisi dell’Arpa interessavano il solo comune di Formia ma anche frazioni servite da Capodacqua e quindi la stessa acqua che viene fornita ai cittadini di Spigno Saturnia. E qui la seconda domanda che ci poniamo è può l’Asl disattendere una ordinanza sindacale con un preciso ordine? Questo comportamento anche alla luce del particolare bene salute messo in gioco può avere un rilievo di responsabilità? Il 4 gennaio poi appare sui social il rapporto delle analisi di Acqualatina prelievo del 2 e termine esame il 3, con il quale si certifica, per un solo punto di prelievo posto nella città di Gaeta, l’assenza di tracce microbiologiche. Innanzitutto queste analisi appaiono una novità in quanto il gestore non ha mai pubblicato tali analisi precedentemente, limitandosi a misurare la sola torbidità, e allo stesso modo non ci risulta che abbia mai comunicato ai comuni tali analisi, anche perché in caso contrario significherebbe che i sindaci del golfo non le leggevano o non gli davano la dovuta importanza. La terza domanda quindi è i sindaci del Golfo tutto hanno mai visto una analisi microbiologica effettuata in autocontrollo da Acqualatina? – s’interroga il segretario provinciale della Confconsumatori – L’Asl ha mai visto una analisi di questo genere? E come si spiega la diversità di risultato con un Ente istituzionale e terzo? Ovviamente anche questa circostanza contribuisce a fare confusione tra l’opinione pubblica. E poi ci chiediamo anche come è stata risolta la particolare situazione di torbidità esistente sul territorio del comune di Santi Cosma e Damiano dove con la comunicazione del 27 dicembre si rilevava un grado di torbidità di venti volte superiore al consentito. E qui la quarta domanda è chi può escludere che anche li non ci fossero tracce microbiologiche, a questo punto chissà in che misura, viste le analisi dell’Arpa che le hanno rilevate per frazioni formiane servite da Capodacqua ovvero la stessa acqua che arriva a Santi Cosma e Damiano, Castelforte e Minturno. Crediamo che sia davvero giunto il momento in cui la politica di tutti gli schieramenti, la grande assente in queste vicende, batta un colpo! E’ mai possibile che – conclude amareggiato l’avvocato Franco Conte – nessun partito politico si senta in dovere di dire la sua su questo problema o pensa che i propri votanti non bevono acqua, non si lavano e non cucinano esattamente come qualsiasi cittadino?”

Saverio Forte