Acqua torbida, presenza di escherichia coli e batteri coliformi: le analisi di Arpa Lazio

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SUD PONTINO – Non solo il fenomeno della torbidità ma anche un’aumentata presenza di Escherichia coli e di batteri coliformi che non fanno presagire niente di buono. E’ quanto risulta da una preoccupante relazione che l’Arpa Lazio ha effettuato il 26 dicembre in alcune fontane pubbliche di Formia: in via dei Guglielmi nella frazione collinare di Trivio, presso la Vecchia Fontana di Largo Paone, in piazza S.Erasmo nel quartiere di Castellone ed in piazza Risorgimento nel rione di Mola. I tecnici dell’Arpa Lazio sono stati impietosi: nell’acqua analizzata, erogata da due sorgenti, quelli di Capodacqua a Spigno Saturnia e di Mazzoccolo a Formia, è stata riscontrata, oltre ad elevati valori di torbidità, una forte contaminazione microbiologica. L’esito delle analisi dell’Arpa è stato rivelato dall’organismo a cui è stato trasmesso per legge, il dipartimento di prevenzione e al servizio igiene, alimenti e nutrizione dell’Asl.

Le due strutture in una lettera inviata al sindaco di Formia Paola Villa sembrano chiamare in causa più o meno direttamente Acqualatina. E lo fa specificando che i suoi controlli, i cui campioni sull’acqua destinata al consumo umano sono stati trasmessi all’Arpa, sono stati effettuati a sorpresa il 23 dicembre, il giorno prima che lo stesso comune chiedesse l’intervento dell’autorità sanitaria per verificare la salubrità dell’acqua in distribuzione a Formia. E i dati dell’Arpa sono inquietanti: c’è un’abnorme presenza di escherichia coli e di batteri coliformi e chissà da quando…

Intanto continua, senza sosta, il grave rimpallo di responsabilità tra Acqualatina ed il dipartimento di prevenzione, igiene, alimenti e nutrizione su chi deve certificare lo stato di torbidità che negli ultimi due mesi, interessando i comuni del sud-pontino, sta rappresentando “una grossa problematica”. Il dirigente del Sian dell’Asl, Patrizia Lucantonio – come da noi anticipato il 31 dicembre scorso – ha preso carta e penna e ha scritto all’amministratore delegato di Acqualatina e, per conoscenza, ai sindaci dei comuni del Golfo, per sollecitare, in qualità di ente gestore e quindi responsabile in auto controllo dei controlli interni e della gestione in toto della qualità dell’acqua, di “relazionare e far conoscere le reali cause che hanno provocato una torbidità così prolungata nel tempo e quali misure sono state adottate e previste per far fronte ad una tale emergenza”. Insomma l’Asl prende le distanze da Acqualatina su una situazione igienico sanitaria non più tollerabile nel “cuore” delle festività Natalizie e la richiesta di “valutare l’adozione di misure più incisive per contrastare il fenomeno della torbidità”. Da parte sua Acqualatina ha già specificato, nelle lettere di risposta ai reclami degli utenti, che il gestore idrico non ha alcuna diretta responsabilità in quanto la torbidità è dovuta ad “eventi di forza maggiore determinanti l’ormai noto fenomeno naturale che interessa le centrali di Capodacqua e Mazzoccolo e per il quale il Gestore è comunque attivo nella ricerca di una soluzione permanente (filtri ad osmosi).

La segreteria provinciale della Confconsumatori e l’associazione pendolari della Stazione di Minturno Scauri intanto dichiarano di aver appreso “soltanto” dal comune di Formia le comunicazioni dell’Asl e dell’Arpa Lazio sugli ultimi campioni della torbidità e sulla “forte contaminazione microbiologica” dell’acqua. I responsabili, l’avvocato Franco Conte ed il professor Franco Valerio, hanno scritto una pesante lettera ad Acqualatina, l’Arera, all’assessore regionale alla sanità Alessio D’Amato, al dipartimento prevenzione dell’Asl, all’Arpa Lazio, al garante idrico regionale, alla segreteria dell’Ato 4, al Prefetto di Latina Maria Rosa Trio e ai sindaci dei comuni del sud-pontino in cui prendono una severa posizione e ipotizzano come queste contaminazioni biologico-fecali siano datate nel tempo: “Il fenomeno denunciato risulta perdurante ininterrottamente dal 3 di novembre. In più occasioni sia i comuni che le associazioni sul territori torio, comprese le nostre, – accusano Conte e Valerio – hanno denunciato quanto stava accadendo chiedendo chiarimenti in merito. Le analisi sono arrivate solo dopo 2 mesi che i cittadini hanno continuato ad utilizzare l’acqua contaminata! Questo lassismo a più livelli è assolutamente intollerabile! Ad oggi non abbiamo informazioni relativamente alle analisi microbiologiche effettuate negli altri 5 comuni serviti dalle sorgenti di Capodacqua e di Mazzoccolo e pertanto non si è a conoscenza della presenza di contaminanti biologicici che, viste le analisi relative al Comune di Formia, a questo punto non è possibile escludere”.

La Confconsumatori provinciale di Latina e l’associazione pendolari della stazione di Minturno Scauri sono un fiume in piena quando scrivono testualmente…”Sussiste un grave vulnus informativo in quanto i risultati dei controlli non sono resi pubblici, se non dal solo Comune di Formia che provvede a pubblicarli. Questa situazione di assenza di trasparenza dei dati, in un periodo di oltre due mesi di torbidità diventa intollerabile e può generare allarmismi tra la popolazione che non viene adeguatamente informata in primis dai sindaci nella loro qualità di Autorità Sanitaria Locale. È quindi necessario che tali risultanze vengano rese pubbliche, non per gentile concessione di una sola amministrazione comunale, ma dal gestore e dall’Asl garantendone la piena fruibilità con i mezzi informatici di cui disponiamo oggi. Dalla comunicazione sulla torbidità si evidenzia come l’intero territorio dei 6 comuni coinvolti dal fenomeno sia fornito con acqua inutilizzabile con punte di risultanze superiori a 20 volte il valore normale. Questa situazione unitamente ai riscontri negativi del gestore ai numerosi reclami che gli utenti hanno inviato sulla qualità del servizio, diviene intollerabile se non addirittura “arrogante” nella volontà di minimizzare un fenomeno di una gravità assoluta che denota la incapacità tecnica oltreché la responsabilità contrattuale del gestore e la responsabilità degli organi deputati al controllo. La presenza inoltre di batteri fecali dimostra in modo evidente l’incapacità del gestore a fornire un servizio di qualità all’utenza, ma soprattutto sicuro”.

E ancora: “Dalla comunicazione di sollecito da parte dell’Asl al gestore si evidenzia come lo stesso ad oggi non abbia riscontrato in maniera esaustiva le richieste già formulate limitandosi solo a dare comunicazioni a mezzo stampa di pura propaganda senza entrare nel merito delle questioni, segno anche esso evidente della inadeguatezza tecnica di cui andrebbe preso atto a vari livelli”. Da qui è scaturito un “pacchetto” di richieste, inoltrato soprattutto ai sindaci del sud pontino, ad Acqualatina e all’Asl di Latina, di fornire chiarimenti in merito alle attività di controllo sulla potabilità dell’acqua ed in particolare alla Asl di Latina di chiarire quali siano gli esiti dei controlli esterni sulle acque destinate al consumo umano alla luce delle risultanze evidenziate dalla Arpa Lazio anche per tutti gli altri 5 comuni servizi dalle sorgenti Mazzoccolo e Capodacqua. Chiediamo di rendere permanentemente pubblici e trasparenti le risultanze delle analisi batteriologiche e chimico fisiche effettuate mediante la pubblicazione sui siti della segreteria tecnica operativa dell’Ato 4,di Acqualatina e dei Comuni interessati, nonché di tutti gli atti relativi alla gestione del servizio idrico integrato. All’Arera chiediamo di aprire una indagine che abbia ad oggetto le evidenti deficienze del gestore Acqualatina con particolare riferimento alla qualità del servizio offerto così il Prefetto di Latina e i Comuni interessati dovrebbero valutare l’opportunità – concludono l’avvocato Franco Conte ed il professor Franco Valerio – di trasmettere idonea informativa alla Procura della Repubblica per l’accertamento delle responsabilità in merito alle problematiche di tipo sanitario che sono conseguenza dei fatti evidenziati”.

Saverio Forte