Ponza / Sergio D’Arco attacca la maggioranza con colla e pennello

Politica Ponza

PONZA – Nel tempo dell’informazione iperveloce e dei social media a tutti i costi e h24 c’è chi ancora (fortunatamente o meno) usa la colla ed il pennello – o meglio la colla e la farina come si chiamava una volta- per divulgare il suo messaggio politico ad una comunità, quella di Ponza, distratta come in mai in queste settimane per accogliere i turisti – sempre di meno – che scelgono l’isola lunata. Sergio D’Arco è un personaggio che meriterebbe, tra cent’anni, un momento di riflessione, sul piano sociologico ed antropologico. Molti gli vogliono bene, quelli un po’ meno gli dicono che ha “il cuore a sinistra ed il portafoglio a destra”. E una ragione, o meglio due, c’è.

D’Arco ha ereditato dal nonno e dal padre uno dei ristoranti più gettonati a Ponza, d’estate e non solo, “L’Aragosta”, si trova nella piazzetta dell’isola, nella zona iperfrequentata del porto e di molo Musco. Chi lo conosce giura che d’estate non ha il tempo neanche per guardarsi allo specchio. Ma l’altra mattina il buon Sergio ha fatto un tuffo, sotto ogni profilo, nel suo passato, quello più remoto di attivista e di militante del Partito Comunista italiano e, per molti, dell’ala più sinistra, poi confluita, dopo la Bolognina, in Rifondazione Comunista. Si è dotato di molto coraggio e, sfidando la canicola di luglio inoltrato, ha recuperato nel proprio magazzino un secchio di plastica ed un pennello. Ha soltanto acquistato presso una ferramenta di Ponza una confezione di colla. Per farci cosa? Affiggere sugli spalti pubblicitari in alluminio del comune – stranamente vuoti ma abitualmente pieni in occasione di qualsiasi appuntamento elettorale – una lettera aperta in cui ha pesantamente censurato l’operato dell’amministrazione comunale in carica, guidata da un democristiano-andreottiano (di cui è stato anche consigliere provinciale nel corso degli anni ottanta sotto il cono d’ombra del parlamentare formiano e segretario provinciale della Dc Clemente Carta) di vecchio pelo qual è Franco Ferraiuolo.

Quelle del mai pentito comunista Sergio D’Arco sono state parole pesanti come un macigno – forse un po’ sgrammaticate – che per molti sono apparse un po’ tardive. D’Arco ha vuotato il sacco esattamente dopo due anni: era stato nominato il 29 agosto 2017 (due mesi dopo il successo elettorale) dal sindaco Ferraiuolo delegato alla portualità ma, a distanza di una sola settimana, il 4 settembre con una raccomandata con ricevuta di andata e ritorno che toglieva il disturbo. Eppure l’ex comunista D’Arco era stato determinante per il ritorno di Ferraiuolo a ricoprire l’incarico di sindaco di Ponza: consigliere comunale d’opposizione dal 2012 al 2017 durante il mandato amministrativo del giornalista Mediaset Piero Vigorelli, D’Arco aveva permesso di “cucire” il rapporto, l’alleanza che, con l’innesto di un altro ex sindaco come Antonio Balzano, aveva permesso a Ferraiuolo di battere per una manciata di voti il fondatore e conduttore della trasmissione “La Vita in diretta”. Ferraiuolo, nominandolo delegato alle spinosissime e remunerative questioni legate al porto e al demanio marittimo, aveva detto “Ho piena fiducia di Sergio”. Cosa sia successo, cosa sia andato di traverso in appena una settimana resta un mistero delle fede. Resta il fatto che D’Arco, infischiandosi di portavoce, della posta elettronica e dei principali social media, ha censurato la “non-amministrazione” di un’amministrazione di cui ha fatto parte e contribuito a vincere le elezioni. D’Arco rivela che il neo sindaco Ferraiuolo gli chiese di mantenere fede ad alcune promesse elettorali “e ad uscire dal solco Vigorelliano” ma il suo interlocutore predicò cautela: “Ho bisogno che acquisiscano (i consiglieri appena eletti a giugno 2017) competenze ed esperienza”.

A distanza di soli due anni D’Arco dice la sua: “Sarebbe coerente rivolgere la stessa domanda. Quattro su nove amministratori di maggioranza (Ferraiuolo, Mazzella, Marcone e Di Fazio) – si legge nella lettera aperta stampata su uno sfondo di color giallo – competenti ed esperti lo erano già. Sarebbe stato sufficiente istruire minimamente gli altri cinque…Invece notiamo una vice-sindaco – accusa ancora l’ex delegato D’Arco – che si “trastulla” con il contributo di sbarco e, aggregando una pletora di delegati esterni, gironzola per le stanze della ridotta superfice dell’edificio comunale. C’è, poi, un’assessora che non viene rimossa pur non partecipando alle sedute della Giunta da mesi. Mi chiedo – ed è l’interrogativo di D’Arco –come si può amministrare senza avere cognizione della struttura finanziaria? Cosa stanno votando in consiglio comunale i nostri amministratori? Perché i tributi non vengono riscossi?”. Da qui parte il siluro più devastante sul piano politico dal sommergibile dell’ex comunista Sergio D’Arco: “Mai visto in tanti anni una classe d’incompetenti e di irresponsabili di siffatta specie e, aspetto paradossale, in questa maggioranza già ci sono ben cinque-sei candidati a sindaco!” Firmato: “Il per niente politicamente corretto già consigliere, assessore e vice-sindaco per un giorno”.

Eh sì, l’ex comunista D’Arco qualche anno fu il vice-sindaco di Ponza per sole 24 ore. L’aveva nominato durante il suo primo mandato l’allora primo cittadino Rosario Pompeo Porzio ma non ebbe tempo di occupare la sua stanza: “Preferisco andare a cucinare nel ristorante di famiglia”. Un altro mistero. Che piova sempre sul bagnato per D’Arco la conferma è arrivata da Cassino, dal Tribunale di piazza Labriola. Il Gip, accogliendo una richiesta di ben due sostituti procuratori, Alfredo Mattei e Roberto Nomi Bulgarini, ha disposto l’archiviazione del procedimento penale nei confronti del nemico ex sindaco Vigorelli con le ipotesi di abusivismo edilizio, abuso e omissione d’atti d’ufficio. Il motivo? Con l’avallo dell’allora responsabile dell’ufficio tecnico Giocondi nel 2005 il giornalista Mediaset avrebbe posizionato , in maniera diversa rispetto al progetto approvato, un balcone presso la sua balcone con un amento della superfice di 7 metri quadrati. La Procura di Cassino ha svolto una perizia di parte al termine della quale è scaturita la seguente considerazione: l’ufficio tecnico del comune isolano avrebbe dovuto adottare il procedimento testo alla demolizione della presunta opera abusiva, eventualmente sospenderlo dopo che Vigorelli aveva chiesto un parere postumo alla Soprintendenza per i beni paesaggistici. Vigorelli pagò una multa di 8240 euro irrogatagli dal comune che solo successivamente attivò l’iter della demolizione che, a fronte della sanzione pagata, venne sospeso. Per la Procura di Cassino il procedimento penale per l’ex sindaco di Ponza va archiviato: innanzitutto sono mancati “il dolo e l’elemento materiale…”.

A Ponza sette metri quadrati corrispondono alla distanza tra il Sole e Plutone e D’Arco, dopo l’archiviazione per Vigorelli, deve evitare ora di finire, lui, in un pericoloso “buco nero”, una denuncia per calunnia…

Saverio Forte