Gaeta / Mercato del pesce, stop dal Tar al Comune: non si può spostare

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GAETA – Lo storico e tradizionale mercato del pesce in località Peschiera a Gaeta non verrà trasferito. Almeno per ora. Lo ha sentenziato il Tar del Lazio-sezione di Latina che, a fronte di un ricorso presentato da un gruppo di operatori del settore, ha discusso e, soprattutto, ha accolto la richiesta di sospensione cautelare relativa all’ordinanza emessa dal Comune di Gaeta in cui si disponeva, appunto, lo sgombero del mercato ittico di Gaeta. Si è bloccata così la procedura di trasferimento, di delocalizzazione della rinomata attività di vendita dalla storica sede di Lungomare Giovanni Caboto. Il Tar ha ritenuto sussistenti “i presupposti per rilasciare l’invocata misura cautelare, specie sotto il profilo del periculum in mora, tenuto conto che il provvedimento gravato nel disporre l’atto in contestazione omette di indicare soluzioni alternative interinali per consentire agli interessati di proseguire lo svolgimento dell’attività commerciale”.

I giudici amministrativi hanno pesantemente censurato l’azione amministrativa del comune di Gaeta che su questa vicenda aveva palesato un grande “vulnus” nei confronti di tanti operatori: non aveva, a fronte della presunta urgenza della sua azione amministrativa, offerto ed indicato un luogo in cui trasferire il mercato del pesce de La Peschiera. Insomma la fretta è stata una cattiva consigliera per l’Amministrazione Mitrano, condannata al pagamento delle spese per la fase cautelare. Il Tar, intanto, ha fissato la discussione del merito del ricorso tra sei mesi, nel gennaio 2020 e il suo orientamento l’aveva anticipato il 10 giugno scorso giorno in cui, su richiesta dei difensori dei ricorrenti, gli avvocati Angela Viola, Ester Tallini e Sara Bergamini, aveva concesso l’immediata sospensione del provvedimento impugnato in quanto “estremamente lesivo degli interessi dei ricorrenti”. Nessun effetto ha sortito, nel frattempo, l’ordinanza in autotutela del Comune di Gaeta, successiva alla notifica del decreto emesso dal Tar il 10 giugno.

L’avvocato Angela Viola ha evidenziato durante la discussione che la richiamata ordinanza non ha soddisfatto gli interessi lesi dei ricorrenti e che gli stessi profili di indeterminatezza, di carente motivazione evidenziati nell’ordinanza impugnata erano stati ripresi nella stessa ordinanza in autotutela. Il mercato ittico di Gaeta non si sposta, per il momento. Si tratta di una legittima vendita per gli esercenti la vendita di prodotti ittici che da più di un anno hanno cercato, attraverso i propri legali, una trattativa comune per tutelare e contemperare gli opposti interessi in gioco. Gli avvocati Viola, Tallini e Bergamini, intanto, hanno confermato “lo spirito di collaborazione istituzionale con l’Amministrazione comunale e l’ex Autorità Portuale del Lazio” e hanno auspicato che con questo primo risultato si possa addivenire ad una soluzione condivisa che tenga conto delle regole dettate dal Tar del Lazio. Gli operatori lo scorso 28 maggio si erano visti recapitare un provvedimento di sfratto dell’ufficio Suap del comune di Gaeta e, contestualmente, di divieto di prosecuzione dell’attività di vendita a decorrere dal 10 giugno per alcune datate precarie condizioni igienico-sanitarie più volte evidenziate dall’Asl.

Sull’area, secondo l’ordinanza, impugnata in via di urgenza, proprio dal 10 giugno sarebbero dovuti iniziare lavori di manutenzione stradale e di riqualificazione urbana in esecuzione di un appalto del 2018. Il presidente della sezione di Latina del Tar, Antonio Vinciguerra, aveva accolto la domanda di tutela cautelare essenzialmente per due motivi: gli operatori del mercato del pesce stavano partecipando ad alcuni tavoli tecnici e, poi, perché, il comune, perdurante il mancato completamento del nuovo mercato al coperto, non ha saputo – come anticipato – indicare soluzioni temporanee per lo svolgimento di un’attività economica che rappresenta un patrimonio storico, culturale e turistico della Città. Del mercato del pesce della Peschiera si stanno occupando i Carabinieri dei Nas di Latina ed il persona ispettivo del servizio veterinario dell’Asl che già il 24 marzo 2016 avevano invitato il comune ad “adottare i provvedimenti del caso” a seguito delle “precarie condizioni igienico-sanitarie riscontrate”.

Il comune di Gaeta non è stato abbastanza solerte ad intervenire ed il 21 dicembre scorso gli stessi “007” dei Carabinieri dei Nas e del dipartimento prevenzione Igiene ed alimenti dell’Asl avevano evidenziato in una lettera al sindaco Cosmo Mitrano che “tutte le carenze igienico-sanitarie riscontrate non erano state risolte. Pertanto l’area adibita alla vendita di prodotti della pesca sui banchi temporanei veniva giudicata non idonea”. Trascorrevano poco più di tre mesi ed il 29 marzo scorso interveniva anche la Capitaneria di Porto di Gaeta- sezione demanio che rappresentava la necessità, “in considerazione del lasso di tempo trascorso”, di dare seguito con la massima urgenza consentita al trasferimento dei punti vendita in una sede più idonea e resa disponibilità dall’Autorità di sistema portuale”. Si affiancava in questa controversia anche la ditta vincitrice dell’appalto, nel 2018, per i lavori di manutenzione e messa in sicurezza della strada e dei marciapiedi di via Lungomare che il 14 marzo chiedeva la rimozione dei banchi di vendita per aprire il proprio cantiere. E così che il 6 aprile agli operatori del mercato ittico veniva intimato il primo sgombero delle proprie strutture con un termine ultimo e perentorio: il 15 maggio.

Sei giorni più tardi gli agenti della Polizia Locale effettuavano un sopralluogo e constatavano ancora “la presenza dei banchi di vendita e, pertanto, la non ottemperanza dell’invito” notificato 40 giorni prima. Da qui l’ordinanza del dirigente dello sportello unico attività produttive del comune di Gaeta Pasquale Fusco e della funzionaria responsabile Giuseppina Sciarra di lasciare l’area entro e non oltre il 10 giugno con un monito agli operatori: “se non doveste rispettare l’ordinanza di sgombero rischiate la revoca dell’autorizzazione alla vendita e gli oneri dello sgombero, in programma il 14 giugno, saranno a vostro carico. E invece gli operatori del mercato del pesce, che si battono da anni per svolgere il loro importante e rinomato lavoro in condizioni più consone al consentito, hanno giocato questa volta d’anticipo: hanno impugnato al Tar l’ordinanza 232 del 28 maggio e i giudici amministrativi gli hanno dato – almeno per ora – ragione: non possono essere trasferiti perché il mercato del pesce al coperto non è agibile benché sia stato ultimato quasi completamente. Il Tar è stato categorico: il mercato del pesce non si può de localizzare se non avrà un’alternativa.

Saverio Forte