Formia / Polemica sul “muro della vergogna” a Mola: ordinata la demolizione (video)

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FORMIA – E’ durata meno di 24 ore la querelle innescata a Formia per la realizzazione di un contestatissimo muro su uno storico passamano nel tratto iniziale di via Tullia, nel borgo marinaro di Mola. I lavori, appaltati ad una ditta del casertano, sono stati sospesi dopo la mobilitazione e la rivolta – la rete ha denunciato l’esistenza di uno scempio o di un biblico muro del pianto – che hanno trovato terreno fertile nella rete.

L’ordine di servizio di sospensione dei lavori è partito nel primo pomeriggio di mercoledì dopo che diversi rappresentanti dell’opposizione hanno chiesto l’immediata convocazione della commissione Lavori Pubblici (il consigliere comunale della Lega Nicola Riccardelli) e l’intervento della Soprintendenza ai beni storici e finanche della Procura di Cassino (il consigliere di Forza Italia Pasquale Cardillo Cupo) per fare piena luce su quanto stava avvenendo. La nuova amministrazione comunale si è subito giustificata affermando come il progetto, definitivo ed esecutivo, di riqualificazione urbana di Largo Paone e, appunto, di via Tullia fosse stato approvato il 12 dicembre 2017 dall’allora Giunta di centrosinistra.

Una curiosità. Tra i primi a sollevare il caso su facebook è stato l’ex vice-sindaco ed assessore all’urbanistica Maurizio Tallerini che, insieme agli allora assessori Claudio Marciano e Antonella Prenner, risultò assente quando l’esecutivo Bartolomeo (dimissionaria da una decina di giorni) licenziava la delibera numero 321. Le attuali forze di opposizione hanno punto dritto il dito, invece, contro il nuovo corso del comune, accusato di sapere cosa prevedesse il progetto per questo tratto di strada dello storico quartiere di Mola. La stessa sindaca Villa ed il delegato al ciclo delle acque Orlando Giovannone parteciparono lo scorso 6 settembre, presso la torre di Mola, alla presentazione (a favore dei cittadini e degli operatori commerciali e turistici) del progetto elaborato dai tecnici scauresi Francesco Russo e Gaetano Camerota. E a quell’assemblea presero parte anche i tecnici di Acqualatina capitanati dal direttore operativo Giorgio Stagnaro.

Se il progetto non fosse stato di gradimento – ha ragionato la minoranza – la Giunta avrebbe potuto approntare benissimo, prima dell’inizio dei lavori, una variante in corsa d’opera che, se fosse stata approvata, avrebbe potuto evitare un aggravio dei costi e, dunque, un possibile danno erariale. A togliere tuttavia correttamente le castagne del fuoco ci ha pensato il responsabile unico del procedimento, l’architetto Giuseppe Caramanica, che si è assunto tutte le responsabilità per quanto avvenuto perché “nessuno aveva immaginato come si sarebbe concretizzata la soluzione progettuale approvata dalla Giunta”.

Ma serviva quel muro a poche decine di metri dal mare? Sicuramente no, ma a chiedere di fare qualcosa – rivela l’ex dirigente del settore opere pubbliche del comune, Stefania Della Notte – furono gli stessi operatori commerciali e titolari dei locali della movida della zona che proposero di realizzare una protezione che una sottostante cabina elettrica venisse travolta da rifiuti e bottiglie di vetro… A replicare alle minoranze è stato un comunicato ufficiale del comune che ha difeso subito il proprio operato di questi: “In applicazione del principio della continuità amministrativa abbiamo ritenuto opportuno dar seguito ai lavori, già aggiudicati, tesi nel complesso alla riqualificazione dell’area tra via Tullia e la litoranea attraverso la realizzazione di opere di accessibilità e sistemazione dei tratti pedonali antistanti gli esercizi commerciali, non senza aver prima effettuato di concerto con Acqualatina verifiche sugli scarichi fognari e raddoppio della vasca di raccolta delle acque meteoriche, il tutto al fine di valorizzare la zona divenuta centro di attività economiche aggregative. In tale ottica è apparso evidente come la realizzazione del manufatto murario, sebbene non ancora ultimato e rifinito, risultasse in contrasto con l’obiettivo primario che questa amministrazione si pone, ovvero quello di preservare ed incrementare i valori qualitativi degli spazi urbani che la città di Formia merita di avere, e pertanto il settore opere pubbliche recependo l’indicazione politica ha ritenuto di dover immediatamente sospendere la realizzazione di tale opera, che costituisce comunque una minima parte dell’intervento, ripristinando lo status quo ante in attesa di ulteriori determinazioni. ”

La polemica, poi, è stata amplificata da scurrili e volgari commenti su facebook di alcuni consiglieri di maggioranza che probabilmente non hanno ancora capito il ruolo istituzionale ricevuto dalle urne il 10 giugno scorso. E’ dovuto intervenire, fronteggiando un palese imbarazzo, il coordinatore della lista di maggioranza “Formia città in comune” Enrico D’Angelis che si complimenta sì con la sindaca Villa “attenta alle voci di una intera città” ma chiede allo stesso primo cittadino, agli assessori e ai consiglieri di maggioranza di cambiare subito registro: “Questo sconcio episodio del muro della vergogna è per noi una lezione sulla quale ragionare. Esso ci pone di fronte ad una domanda importantissima. Il nostro richiamo continuo e formale alla legge Bassanini con le sue rigide divisioni di competenze fra politici e tecnici, che spesso conduce alla totale distanza fra i luoghi e i tempi in cui si determina la volontà politica e i luoghi e i tempi in cui quella volontà politica si trasforma in atti amministrativi concreti, e che, di più, spesso, porta quasi a distaccarsi dal reale e quotidiano svolgersi delle attività degli uffici e dei servizi con quel tanto di sottovalutazione dell’impatto che quel quotidiano ha sulle vite concrete delle persone. Per me questo – ha aggiunto D’Angelis – è un bel tema aperto di fronte a questa maggioranza e a questo esecutivo è non dovremmo aver timore di affrontarlo anche se questa sede è forse la più inopportuna. Comunque ben fatto Sindaco e bella risposta alla città. Brava!”

Intanto il periodo è delicato, ci sono diversi delicati e la maggioranza, riunitasi di nuovo in conclave martedì sera, deve approvare il suo primo bilancio potrebbe essere caratterizzato dall’aumento della pressione tributaria e fiscale. D’Angelis, politico navigato e di grande esperienza, ammette la delicatezza del momento: “Paola è una persona alle prese con una impresa molto grande. Non gode della facilitazione di cui possono godere sindaci espressioni di partiti politici i quali hanno una oggettiva maggiore tranquillità di cammino anche nella relazione con la propria maggioranza. Questa maggioranza ha bisogno di trovare punti di equilibrio di volta in volta. E sono equilibri dinamici che non possono essere dati per acquisiti una volta per tutte. Tutto questo è chiaro che affatichi è renda complessa l’attività di un Sindaco che tra l’altro deve scontare inesperienza e non piena e totale conoscenza delle situazioni amministrative soprattutto per quanto riguarda quelle in fieri o quelle che hanno avuto una conclusione cartacea in epoca precedente ma che si palesano Con i loro nefasti effetti sotto la sua consiliatura. È chiaro che qualche volta può sembrare che tutto ti crolli addosso. Ma io continuo ad avere fiducia che ce la faremo e che anche lei ce la farà sempre meglio.”
Saverio Forte

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