Sanità nel sud pontino al collasso, Pino Simeone punzecchia il presidente Zingaretti

Formia Politica Sanità

FORMIA – E’ stato accolto da un esponente regionale di primissimo piano di Forza Italia il grido d’allarme lanciato dal coordinatore del primo circolo del Pd di Formia, Francesco Carta, sull’assoluta situazione d’emergenza in cui versa la sanità pubblica sul territorio del Golfo. A prendere posizione è il consigliere regionale azzurro Pino Simeone che, nella veste di presidente della commissione regionale sanità, sembra condividere il grido di dolore del Pd arrivando a sostenere come l’ospedale di Formia si trovi in uno stato di assoluta emergenza, “chiuso in un abisso di carenze, affossato dalla mancanza di adeguato personale per assicurare la piena funzionalità dei reparti e l’erogazione di servizi ai cittadini”.

Simeone rimarca affermando di evidenziare questo stato di cose “da oltre cinque anni, recependo il grido di allarme di utenti e personale” e attendendo risposte che, purtroppo, da parte del governatore Zingaretti non sono mai arrivate. E’ terminata la stagione degli annunci e a Simeone fa piacere che anche il Pd “abbia finalmente preso atto di emergenza strutturale” con un ospedale, come quello di Formia, riferimento per tutto il comprensorio centro sud della provincia di Latina, non può continuare a sopravvivere tra stenti e disagi. “È inaccettabile – dice Simeone – che l’ospedale di Formia sia Dea di I livello ma solo sulla carta. Che servizi fondamentali per l’emergenza urgenza cui la struttura è deputata, come la cardiologia o l’emodinamica, operativa solo sei ore al giorno dalle 8 alle 14 dal lunedì al venerdì, non possano essere assicurati a causa della carenza di personale. I reparti sopravvivono a stento. Un quadro che peggiora se pensiamo che l’ ortopedia rischia la chiusura perchè si regge sulla presenza di soli tre medici che non riescono a coprire i turni e la notte fa ricorso alla reperibilità. La ginecologia tira a campare facendo leva su medici esterni in rapporto libero professionale. I dipartimenti sono, fatte alcune eccezioni, ancora privi di primari. Falle che si accentuano se pensiamo che il Dono Svizzero di Formia rappresenta un riferimento anche per il Fiorini di Terracina e il San Giovanni di Dio di Fondi a loro volta costretti ad un limbo di incertezze. Il “San Giovanni di Dio” di Fondi è diventato la caricatura di se stesso a causa del mancato potenziamento dei servizi e del personale che erano stati assicurati da Zingaretti e Casati ad ottobre dello scorso anno e di cui ad oggi non vi è traccia”.

“Il “Fiorini” di Terracina attende, tra promesse e rimandi, la realizzazione dell’osservazione breve intensiva di cui – aggiunge Simeone – non si vede traccia. Di fronte a questi elementi la Regione Lazio, anziché rimboccarsi le maniche e passo dopo passo dare risposte ai cittadini, ha pensato di proseguire sulla strada di una sanità al ribasso. Tanto che oggi gli unici atti amministrativi esistenti parlano di ulteriori tagli e di ennesime scelte al ribasso nell’offerta sanitaria pontina. Se Zingaretti non recepirà le nostre richieste a breve la nostra provincia sarà privata anche di quei presidi fondamentali nell’organizzazione della rete territoriale che i Punti di primo intervento rappresentano. Basti pensare che solo i Ppi di Minturno e Gaeta contano su circa 35mila accessi l’anno che in assenza di qualsiasi altra alternativa si riverseranno inevitabilmente, anche per una puntura di insetto, sul pronto soccorso di Formia già allo stremo. Quello che preoccupa ulteriormente è che di fronte a questo tracollo di servizi e strutture di quanto annunciato non si vede l’ombra. La stessa realizzazione della “Casa della salute” a Gaeta oggi – accusa il presidente della commissione regionale sanità – è solo una ipotesi perché il contentino elettorale di 600mila euro stanziati da Zingaretti, rispetto ad un progetto stimato dalla stessa Regione di 2 milioni di euro, serviranno al massimo per dare una imbiancata alle pareti. Non siamo mai stati contrari alla razionalizzazione ma siamo fermamente contrari a questo declassamento di strutture e servizi che Zingaretti attua meto-dicamente sul nostro territorio. La sanità non è un parchimetro che va ad ore e la malattia non conosce weekend. Serve un cambio di passo rapido. Servono misure straordinarie ed urgenti per adeguare il personale e rendere i reparti pienamente funzionanti, per impedire quel vuoto in termini di assistenza che anche la chiusura dei Punti di primo intervento porterà con sé. E, soprattutto, Zingaretti e Casati si attivino affinchè gli interventi promessi da anni diventino reali. Altrimenti l’unico risultato sarà la chiusura per disinteresse e stenti delle strutture sanitarie della provincia di Latina”.

La controreplica di Carta non si è fatta attendere: “L’Onorevole Simeone non dimentichi di essere presidente della commissione sanità. Sembra che parli a se stesso e, se non fa questo, dica quali iniziative, insieme ai consiglieri regionali pontini del mio stesso partito, Enrico Forte e Salvatore La Penna, intenda assumere per migliorare una situazione che definirla comatosa è un eufemismo”.

Saverio Forte