Formia / Caso “Notti di Cicerone”, la replica dell’ex sindaco Sandro Bartolomeo

Formia Politica

FORMIA – “Sono stato un signore a non mandare l’intero carteggio alla Procura della Repubblica”. L’ex sindaco di Formia Sandro Bartolomeo offre la sua versione sui fatti sulla mancata realizzazione del progetto denominato “Le Notti di Cicerone per il sociale” tornato in questi giorni al centro dell’azione amministrativa del commissario straordinario Maurizio Valiante costretto, attraverso il dirigete del settore Loreto Ottaviani, a restituire alla Regione Lazio – al dipartimento Programmazione economica e sociale della direzione sulle politiche sociali e famiglia – il contributo di 51mila euro concesso il 12 novembre 2012 al comune di Formia per l’organizzazione delle più famose “Notti di Cicerone” con un risvolto più sociale, riservato alle categorie più svantaggiate.

La Giunta Udc-Forza Italia il 12 aprile 2013 incaricò l’associazione “Cicerone” di Formia dei fratelli Riccardo ed Enza Campino per concretizzare il progetto ma non se ne fece più nulla all’indomani delle elezioni amministrative 2013 che videro Sandro Bartolomeo diventare per la quarta volta sindaco di Formia. La Regione Lazio più volte ha chiesto nel corso del tempo al comune di Formia di relazionare, di giustificare il contributo ottenuto ma, non trasmettendo la relazione finale e la rendicontazione finanziaria relativa alla realizzazione dei servizi oggetto del contributo, è stato costretto a restituire i 51mila euro.

All’ex primo cittadino non sono piaciute talune critiche, piovutegli dalla rete, di non aver dato la necessaria continuità amministrativa al progetto e lo spiega duramente: “La mia amministrazione non doveva dare continuità a niente, doveva solo pagare prestazioni (presunte) già effettuate ma in realtà mai effettuate. I soldi servivano – dice – a ristorare gli organizzatori delle precedenti “Notti di Cicerone” che avevano anticipato queste somme e non erano state pagate. Insomma il contributo regionale doveva servire per alcune iniziative spettacolari che, sia pur fatturate, non erano state effettuate. Era un imbroglio che io non mi sono sentito di avallare e sono stato un signore a non mandare tutto alla Procura”.

Le stesse dichiarazioni dell’ex sindaco di Formia si prestano ad alcune osservazioni: solo dopo cinque anni, dopo la pubblicazione di una determina degli ultimi giorni del dirigente del settore cultura del comune di Formia, rivela che la controversia era oggetto di un’indagine penale. Se aveva questa convinzione, perché non le ha dato seguito? E perché il settore cultura del comune ha dovuto attendere (apparentemente) l’arrivo del commissario straordinario per restituire solo ora, dopo cinque anni, risorse economiche di cui la Regione sollecitava la restituzione da tempo?

Saverio Forte