Formia / Omicidio Langella, depositata la perizia: Tamburrino affetto da disturbi della personalità

Cronaca Formia

FORMIA – Andrea Tamburrino era capace di intendere e di volere quando, il 2 dicembre 2016, al termine di una lite per una banale motivazione – non avrebbe tollerato che la vittima la sera precedente avesse visto sdraiato sul proprio letto una partita di calcio della Champions League su un canale satellitare – provocò la caduta mortale dell’amico Giuseppe Langella, l’autotrasportatore di 52 anni di Formia con cui viveva all’interno della villetta che occupavano in via Giovenale, in località Acquatraversa a Formia. Le condizioni del 42enne ex gigolò originario di Cellole, ma da anni trapiantato a Scauri, sono però nel frattempo peggiorate e dunque non può affrontare il giudizio immediato con il rito abbreviato con l’accusa di omicidio preterintenzionale davanti il Gup del Tribunale di Cassino Salvatore Scalera. A questa conclusione è giunto il consulente di fiducia dallo stesso magistrato, Ottavio De Marco, dopo aver effettuato il 20 febbraio scorso presso il carcere romano di Rebibbia la perizia psichiatrica nei confronti dell’uomo che sta scontando un residuo di pena di cinque anni per estorsione.

L’operazione peritale era stata lunga e circostanziata e, richiesta dai legali di Tamburrino, gli avvocati Pasquale Cardillo Cupo e Dalila Fleming, a parteciparvi, oltre al consulente di fiducia del Tribunale, furono anche Gaetano Raucci, responsabile del centro di salute mentale dell’ospedale civile di Caserta quale perito indicato dalla difesa, ed il dottor Raffaele Chianese, il dirigente del servizio diagnosi e cura dell’ospedale “Dono Svizzero” di Formia nominato dall’unica parte civile, la sorella di Langella, Marina, assistita dall’avvocato Vincenzo Macari.

Il dottor Ottavio De Marco nella sua articolata relazione medico-scientifica di 22 pagine, notificata al Gup Scalera, scrive in sintesi come Tamburrino sia affetto da disturbi della personalità e da una accentuata forma paranoica e narcisistica che necessiterebbe di un ricovero in una struttura specializzata per affrontare una necessaria terapia di recupero. E il destino del processo che riprenderà proprio giovedì 15 marzo? Il dibattimento dovrebbe sospendersi e riprendere quando il quadro clinico di Tamburrino lo permetterà. Ma una decisione dovrà prenderà proprio il Gup Scalera dopo aver ascoltato in aula proprio il dottor De Marco, discussione cui mancherà di portare il suo contributo il magistrato titolare del fascicolo, il sostituto procuratore Chiara D’Orefice.

Saverio Forte