Elezioni Lazio, l’analisi del voto a Formia. Antonio Di Rocco il più votato (video)

Formia Politica Video

FORMIA – Un traguardo? Macchè è l’inizio di un processo di rinnovamento, politico e generazionale, che non ha attecchito e convinto solo a Formia ma anche in moltissimi dei 33 comuni della provincia di Latina. Antonio Di Rocco non sa ancora se potrà diventare neo consigliere regionale della lista “Sergio Pirozzi presidente” – il sindaco di Amatrice che con il score elettorale finale ha impedito al candidato governatore del centrodestra Stefano Parisi di diventare il successore di Nicola Zingaretti alla presidenza della Regione Lazio – ma un segnale l’ha lanciato in occasione delle elezioni per il rinnovo dell’assemblea della Pisana. E il monito è chiaro all’intero centrodestra formiano: uniti si può vincere se saremo tutti uniti… Di Rocco ha capitalizzato con la sua prima candidatura alle regionali dieci anni di consiglio comunale dal cui posto – a differenza di altri – non si è spostato mai di un millimetro: prima in maggioranza con l’amministrazione del Senatore Michele Forte e poi all’opposizione dove è rimasto lì ad esercitare il suo ruolo mentre la maggioranza iniziale di centrosinistra per sopravvivere a se stessa è stata costretta a chiedere aiuto a Forza Italia e a pagare (il caso del Pd) puntualmente dazio.

Antonio Di Rocco

I formiani sono troppo intelligenti e sanno – pur non frequentando le segrete stanze del palazzo – chi bluffa e chi vuole dare invece una mano per la risoluzione dei problemi (tanti) della città. Di Rocco, risultando il primo degli eletti nella provincia di Latina per la lista del sindaco “scarpone” di Amatrice con oltre 3500 voti, è stato capace di conquistarne quasi il 60% nella sua città, più precisamente 1899 preferenze personali. Al giovane funzionario del comune di Latina va attribuito un altro merito: ha saputo “fare rete” in poche settimane in altre realtà territoriali della provincia di Latina – lo ribadisce in questa intervista video rilasciata a Saverio Forte – a dimostrazione che il voto, non sempre, ha una caratterizzazione politico-ideologica. Tutt’altro. In una simbolica classifica per rendimento personale il candidato “orfano” di importanti punti di riferimento (l’ex sindaco e Senatore Michele Forte, l’ex assessore regionale Aldo Forte e l’ex assessore provinciale e ora sindaco di Minturno Gerardo Stefanelli) con un manipolo di giovani che “la sera vanno a casa dalle rispettive famiglie e non ingrossare alcuni ristoranti della città” ) ha fatto meglio di un consigliere regionale uscente, Pino Simeone, di Forza Italia, che di voti ne ha conquistati 1883. E Di Rocco in queste elezioni regionali appena concluse non aveva un importante punto di riferimento come il segretario regionale di Forza Italia Claudio Fazzone, capace di centrare obiettivi irraggiungibili per altri uomini politici attivi sul territorio laziale: succedere a se stesso al Senato, eleggere da solo il presidente della Federnuoto Paolo Barelli nel collegio uninominale della Camera e permettere nella “sua” Fondi a Pino Simeone di staccare il secondo biglietto per via della Pisana. E invece, nonostante la collaudata organizzazione politico e partitica di cui ha beneficiato, il consigliere regionale Simeone di voti ne ha presi sedici in meno rispetto a Di Rocco (583 elettori delle regionali 2013 hanno voltato nella sola Formia le spalle al candidato di Forza Italia) che quest’anno ha fatto meglio dell’omologo candidato dello stesso schieramento di cinque anni fa, l’attuale sindaco del Pd di Minturno, Gerardo Stefanelli, che, sostenitore dell’aspirante governatrice Giulia Bongiorno, aveva ottenuto nelle venti sezioni formiane 1121 preferenze personali. E i numeri in politica hanno un valore, un senso.

Intervista ad Antonio Di Rocco

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L’affermazione personale di Di Rocco naturalmente è tutta proiettabile in vista delle elezioni amministrative di maggio al comune di Formia ma gli ostacoli non mancano. Nei giorni scorsi il candidato a sindaco di “Formia Viva 2018” Mario Taglialatela aveva salutato la proposta di istituire un tavolo politico per trovare la necessaria convergenza finalizzata formalizzare un’unica candidatura a sindaco per il centrodestra. E il monito è stato suffragato dai numeri delle urne delle regionali: se si dovessero attribuire all’ipotecato candidato di centrodestra i riscontri di Stefano Parisi (6.583 voti pari al 31,8%) e quelli di Sergio Pirozzi (2.518 pari al 12,6%) il traguardo delle amministrative al primo turno non sarebbe così fantascientifico. Il ragionamento è pressoché identico se si realizza una somma algebrica dei voti ottenute dalla singole liste che hanno sostenuto le candidature dell’ex direttore generale di Confindustria e del sindaco di Amatrice.

Nell’analisi del post voto si sta correttamente evidenziando l’exploit elettorale del Movimento Cinque Stelle di Formia ma vanno evidenziati due aspetti non trascurabili. I pentastellati anche alle politiche e alle regionali del 2013 furono protagonisti di un ottimo esordio elettorale ma si sciolsero come neve al sole dopo tre mesi alle amministrative. Il primo fu un voto di protesta, il secondo difettò dell’assenza assoluta di una classe dirigente che è fatta di uomini e donne. Qualche avvisaglia il M5S l’ha patita domenica alle regionali: la candidata alla presidenza della Regione Lazio Roberta Lombardi ma ha ottenuto 6232 voti pari al 30,1%. I voti per i candidati grillini al consiglio regionali del Lazio sono stati poco meno della metà: 3758 pari al 21,66%. Insomma la politica è fatta ancora dalle persone. Per fortuna.

Intanto il voto regionale ha offerto molti altri spunti, tra conferme e delusioni. Nicola Zingaretti, succedendo a se stesso (caso unico e raro nel week end elettorale al cospetto della Waterloo del Pd), ha permesso al fronte progressista di Formia di non sprofondare tra le macerie ancora fumanti della conclusione anticipata del Bartolomeo quater. La coalizione del candidato del centrosinistra a Formia ha conquistato 4.911 voti (23,78%) che sono praticamente gli stessi del PD (2.596, 14,96%, i più votati sul territorio comunale sono stati la sancosimese Carmela Cassetta con 654 voti, seguito dal segretario provinciale Salvatore La Penna con 367 e dal consigliere regionale uscente Enrico Forte con 247), della lista civica “Zingaretti Presidente” (785 voti, 4,52%, con top scorer Edvige Gioia con 268 preferenze e Gennaro Di Fazio con 229), di Liberi e Uguali (728 voti pari al 4,1%, i più votati la giovanissima avvocatessa di Gaeta Claudia Magliuzzi con 220 preferenze e il capogruppo uscente di Sinistra di Italiana Giuseppe Bortone con 181), del “Centro Solidale per Zingaretti” ( 190 voti pari all’1,1% con la prima eletta l’avvocatessa e delegata del comune di Itri Vittoria Maggiarra con 77 voti) e della lista “Italia Europa Insieme con Zingaretti”( 154 voti pari all’0,89%).

Questa panoramica termina con uno sguardo su altre due componenti politiche che potrebbero essere protagoniste alle prossime elezioni amministrative del comune di Formia: la quarta gamba dell’alleanza di centrodestra “Noi con l’Italia” (168 voti pari all’0,97%, oltre la meta dei quali ottenuti dal castelfortese Enrico Tiero, 96) e, soprattutto la Lega di Salvini. Effettuava il suo assoluto elettorale a Formia che è senz’altro ottimo: 1201 voti pari al 6,92%, un quarto dei quali, 311, ad appannaggio dell’avvocato Giusy Porceddu.

Saverio Forte