Formia / Giovanni di Russo presenta il waterfront del futuro che preserva il passato (video)

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FORMIA – Non capitava da anni a Formia che un’idea di un gruppo di cittadini registrasse un inaspettato “sold out” alla sua presentazione. Ma forse ha convinto la sua prioritaria impostazione di partenza: un progetto per la stessa comunità senza alcun condizionamento o interferenza. Il riassetto della linea di costa della città ha tenuto a battesimo la neonata associazione “La Marina Club” che ha promosso per l’occasione presso la sala Ribaud del palazzo municipale un convegno dal titolo “Dal Formianum Sinus all’attuale linea di costa verso un nuovo waterfront che dia sviluppo alla città”. La città si trova in una situazione di affanno, sul piano sociale ed economico, ed il suo recupero potrebbe avvenire con la progettazione e realizzazione di un vero e proprio water front. Il “Marina Club” di Formia propone l’imbonimento di tre zone che sono dislocate lungo la costa cittadina: la zona di mare a destra del molo di levante del porto commerciale; quella dei Cantieri Navali (largo Marina) ed il tratto di mare antistante la Pineta di Vindicio. Si tratta di una soluzione comune che farebbe tramontare quel tormentone che 40 anni si chiama porto Turistico, sinora rivelatasi – almeno sulla carta – una scelta scellerata e distruttiva”, insomma un’operazioni immobiliare marittima” di cui Formia non ha bisogno.

La stagione della portualità turistica a Formia ha sempre incarnato la chimera del “vorrei ma non posso” e l’ha sottolineato l’attivo presidente dell’associazione, l’ex imprenditore nautico Giovanni Di Russo, affiancato dal coordinatore dell’incontro l’avvocato Clemente Martone: “Genova come Formia – esordisce il presidente Di Russo – ha una striscia di terreno molto contenuta, soprattutto nel centro città è racchiusa e stretta fra i monti alle spalle ed il mare davanti. Riusciamo ad immaginare Genova senza aeroporto, senza porto commerciale, senza quartiere fieristico, senza l’acquario, senza la zona di Porto Antico? L’assenza di tutte queste strutture l’avrebbero resa una comunità completamente morta. Risulta essere invece una città attiva e con un discreto tenore di vita. Formia invece ci appare come una città in decadenza ed ormai destinata ad una lenta e soffocante agonia. Se analizziamo in quali spazi i cittadini formiani svolgono quel minimo di vita collettiva, ci accorgiamo che sono solo in aree conquistate al mare: basti pensare alla pineta di Vindicio (ormai inadeguata e di dimensioni ristrette per l’esigenze dei formiani), Piazza del mercato (largo Paone), il piazzale del Caposele, il porto commerciale ed il suo piazzale (da qualche sindaco definito “campo di patate” e questo solo per evidenziare la lungimiranza del personaggio). Nonostante questi interventi siano stati realizzati senza una omogenea programmazione, essi – aggiunge il presidente del “Marina Club” – risultano oggi essere la parte vitale della città. Per questo, senza più consumare territorio cittadino và progettato e realizzato con determinazione un vero waterfront che ridia fiato e vivibilità alla città”.

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I tre imbonimenti proposti dal “Marina Club”, oltre a ridare il mare alla città, permetterebbe la creazione di tre darsene in cui realizzare approdi diportistici gestiti da operatori locali in collaborazione con il Comune; attrarrebbe insediamenti produttivi, portuali e turistico-commerciali; permetterebbe, ora si, la realizzazione di una passeggiata sicura e suggestiva che vada dalla spiaggia di Vindicio a quella della “Salute” (il tratto di mare sottostante la caserma dei Carabinieri) e non su ridicole palafitte. In pratica si otterrebbero un’insediamento della attività cantieristica su zona predisposta tale attività con pieno rispetto della salute, un cospicuo centro nautico con le tre darsene/approdi che diventerebbero ben presto base per la navigazione per le isole pontine e del Golfo di Napoli; la creazione di un quartiere fieristico che sia punto vitale, di sviluppo e di vetrina per la città; la creazione di una vera passeggiata turistica che unisca la Riviera di ponente con quella di levante con relativa sistemazione e valorizzazione delle antichità presenti sul lato ovest del percorso.IN effetti gli elementi di questo progetto sono scaturiti attraverso il confronto con operatori del settore, “ma soprattutto girando in lungo ed in largo il Mediterraneo, ormai da anni a seguito della mia attività – conclude il presidente Di Russo – E’ evidente che questa iniziativa porterebbe a sviluppare ed ad approfondire tematiche quali la valorizzazione dei siti archeologici, lo studio delle correnti marine (ormai con tanti studi effettuati fino ad oggi, materia molto conosciuta), in un quadro di armonizzazione urbanistica in rapporto e collegamento anche sullo sviluppo della fascia collinare. Ma và evidenziato l’aspetto forse pìù importante di questa pianificazione, ovvero il beneficio che questa realizzazione porterebbe all’occupazione, problema primario per le per le famiglie formiane.

E nell’aula consiliare del comune di Formia c’erano diversi addetti ai lavori, sul piano politico, sicuri protagonisti nella prossima campagna elettorale. Tra questi diversi esponenti del meeetup locale del Movimento Cinque Stelle che, esprimendo apprezzamento per come la proposta è stata strutturata e per come è stata presentata ai cittadini, ha ravvisato alcuni elementi sicuramente positivi. “Innanzitutto l’idea verte su degli interventi non invasivi tesi a proteggere il tanto prezioso quanto trascurato patrimonio archeologico marino presente tra Caposele e la rotonda dei Carabinieri: la protezione di un tale patrimonio fa trasparire un approccio teso alla valorizzazione del territorio. In secondo luogo – si legge in una nota del M5S – gli interventi proposti per rivedere il water front sono pochi, ben circoscritti, in zone dove non vi è presenza di beni archeologici. Gli interventi inoltre si integrano bene con l’attuale viabilità e non necessitano di ulteriori opere infrastrutturali che impatterebbero su una viabilità già critica. Questo implica dei costi certamente non spropositati. Infine è apprezzabile l’attenzione nel restituire spazi vivibili alla città, soprattutto al centro. L’intera idea potrebbe sicuramente rappresentare un richiamo turistico importante che potrebbe innescare dei meccanismi virtuosi per l’economia locale e migliorerebbe la vivibilità dei formiani”. Il meetup grillino ha voluto, inoltre, precisare come l’idea necessiti di “un certo lavoro perché diventi un progetto fattivo per la città. Citiamo giusto due punti che riteniamo vadano attentamente valutati. Il principale impatto da valutare è lo spostamento dei cantieri navali: non è un’operazione semplice, presenta dei rischi e bisogna ben coordinarsi sia con le aziende sia con gli enti perché lo spostamento rappresenti un’opportunità per le attività cantieristiche e non un danno. Inoltre sarebbe opportuno coordinarsi in anticipo con la Soprintendenza dei Beni Culturali per tutti gli interventi di protezione dei beni archeologici. Perché questa idea diventi un progetto bisogna anche sviluppare una pianificazione e una programmazione economica di progetto che forse non appartiene alle amministrazioni che si sono succedute finora in questa città”.

Di seguito le interviste dei giornalisti de “Il Messaggero” Sandro Gionti ed Antonello Fronzuto