SPERLONGA – Con una lunga lettera indirizzata al prefetto Pierluigi Faloni l’associazione antimafia Antonino Caponnetto interviene sulle vicende di Armando Cusani e del comune di Sperlonga. Di seguito il documento integrale. “L’11 giugno di quest’anno, alla luce di quanto è finalmente iniziato a venire alla luce del sole negli ultimi anni, l’Associazione Nazionale Caponnetto ha chiesto al Ministro degli interni, onorevole Marco Minniti, al Presidente della Commissione Antimafia e al Prefetto di Latina, dott. Pierluigi Faloni, di nominare una commissione d’indagine presso il Comune di Sperlonga ai sensi del comma 2 dell’art. 143 del d.lgs. 267/2000. Nella sua richiesta l’Associazione Caponnetto ha opportunamente richiamato le motivazioni di legge che impongono l’applicazione di tale procedimento.
Mentre il Prefetto non si è mai pronunciato su questa richiesta, avanzata poi successivamente da più parti, apprendiamo con sdegno e stupore dai giornali che lo stesso Prefetto ha in questi giorni “comunicato al Sindaco di Sperlonga, scarcerato di recente ma con l’obbligo di firma presso la caserma dei carabinieri del paese, che può rientrare anche subito in Comune ad occupare la poltrona più importante dell’ente”.
Signor Prefetto, cosa mai potrà succedere ora che Cusani potrà reinsediarsi per merito suo come Sindaco? Cosa pensa potranno aspettarsi gli onesti cittadini di Sperlonga?
Nell’attesa di conoscere le sue risposte, anche alla luce degli altri procedimenti giudiziari che interessano sia l’attuale vicesindaco Francescantonio Faiola che altri componenti della giunta, che sottolineano la gravissima e diffusa situazione d’illegalità emersa dalle indagini giudiziarie che riguardano l’amministrazione di Sperlonga e il suo apparato burocratico, le reiteriamo nel frattempo con forza la nostra richiesta di applicazione delle misure di rigore ex art. 43 del d.lgs. 267/2000 per il Comune di Sperlonga, sulla base delle motivazioni espresse chiaramente nella nostra dell’11 giugno 2017.
Chiudiamo ricordando al Prefetto di Latina che tale misura non ha natura di provvedimento sanzionatorio, ma preventivo e che l’Associazione Caponnetto svolge attività di monitoraggio contro la criminalità organizzata e la corruzione. Proprio la scorsa estate, nel corso di un convegno da noi organizzato a Sperlonga, al quale lei ha partecipato, qualcuno chiese al suo vice se nel territorio del basso Lazio ci fosse criminalità organizzata. La risposta fu semplice e purtroppo chiara: la questione non è se ci sia o non ci sia, ma semplicemente quale sia!”