Stadio Riciniello - Gaeta (foto: Maria Vaudo, Ideale Giovani News)

Revocati gli arresti domiciliari per i dirigenti della Polisportiva Gaeta

Cronaca Gaeta

GAETA – Sono durati sei giorni i “domiciliari” per l’ex allenatore e attuale socio di maggioranza della Polisportiva Gaeta, Felice Melchionna, di 48 anni, e per Vincenza Belalba, di 35 anni, consigliera e figlia dell’attuale presidente biancorosso Mario. Accusati di aver gestito un presunto giro estorsivo nella gestione degli svincoli ai danni di alcuni tesserati della società biancorossa dal 2015 ai primi mesi di quest’anno, Melchionna e Belalba hanno ottenuto dal Gip del Tribunale di Cassino Massimo Lo Mastro la revoca del provvedimento cautelare che, richiesta dal sostituto procuratore Roberto Nomi Bulgarini, era stato eseguito dai Carabinieri del Nucleo Radiomobibile della Compagnia di Formia. Quando erano stati presentati due ricorsi al Riesame, il Gip nelle sei pagine della sua ordinanza di revoca osserva come sia da “ritenersi mutato il quadro indiziario posto a fondamento della misura coercitiva” ma a sole 24 ore dallo svolgimento degli interrogatori di garanzia, dà credito alla ricostruzione difensiva di legali di Melchionna e Belalba, gli avvocati Pasquale Cardillo Cupo e Vincenzo Macari. Al punto da scrivere che, “emergendo una plausibile ricostruzione alternativa dei fatti, non si può dire che permanga intatto il quadro dei gravi indizi di colpevolezza posti a fondamento della misura”. In sintesi Melchionna e Belalba avrebbero pretesto nel dicembre 2015 somme di danaro ad alcuni giocatori interessati a svincolarsi come corrispettivo della preparazione effettuata a spese del Gaeta calcio e, per certi versi, per il precedente acquisto dei loro cartellini. Il Gip Lo Mastro nell’ordinanza di revoca cita il famoso “premio di preparazione” contemplato negli articoli 96 e 106 del regolamento della Figc. E poi la questione degli assegni consegnati ad alcuni giocatori di cui la Belalba aveva denunciato ai Carabinieri di Gaeta lo smarrimento o il furto. Anche il Gip scrive che l’iniziativa della Belalba aveva un risvolto meramente civilistico finalizzato a bloccare il pagamento dei titoli consegnati ai calciatori “a garanzia”. L’ex allenatore del Gaeta al Gip Lo Mastro aveva dichiarato di essere stato vittima delle ritorsioni di un genitore che voleva vendicarsi del fatto che il figlio non era stato ritenuto all’altezza di poter giocare nel Gaeta Calcio. Oggi vuole andare sino in fondo in questa vicenda, tutelando la sua onorabilità in ogni sede.