Gaeta / Operazione Dribbling, il numero degli indagati passa a tre

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GAETA – Sono tre – e non più due – gli indagati nell’ambito dell’operazione “Dribbling” che ha consentito mercoledì ai Carabinieri del nucleo radiomobile della Compagnia di Formia di smascherare un presunto giro estorsivo nella gestione degli svincoli dei calciatori della Polisportiva Gaeta. Lo si è appreso dalla fissazione degli interrogatori di garanzia che, in programma lunedì prossimo davanti il Gip del Tribunale di Cassino Massimo Lo Mastro, vedranno difendersi, assistiti dagli avvocati Macari, Cardillo Cupo e De Stefano, dalle accuse di estorsione e di calunnia l’ex allenatore e attuale socio di maggioranza della Polisportiva Gaeta, Felice Melchionna, di 48 anni, e Vincenza Belalba, di 35 anni, consigliera e figlia dell’attuale presidente Mario.

Proprio il patron biancorosso è indagato a piede libero per estorsione per un solo episodio estorsivo di cui sarebbero stati vittime alcuni ex calciatori del Gaeta che per ottenere lo svincolo – e dunque poter giocare e guadagnare altrove – furono costretti dall’allora allenatore Melchionna e da Vincenza Belalba a versare loro somme di danaro variabili dai 2000 ai 3000 euro. E, a volte, anche importi maggiori. Il presidente Belalba è finito nei guai per aver chiesto, insieme al tecnico calabrese del Gaeta, nel dicembre 2015 al tesserato Antonio Infimo 1000 euro per concedergli lo svincolo e, dunque, poter andare via. Intanto sono emersi altri particolari su un’inchiesta che, conclusa dai Carabinieri, era stata inaugurata nei primi mesi del 2016 da un’informativa inviata alla Procura di Cassino dal commissariato di Polizia di Gaeta. Ora addirittura esiste un filone economico di cui è promotore il gruppo di Formia della Guardia di Finanza.

Ha avviato mirati accertamenti per verificare la legittimità la vivace e consolidata movimentazione economica del Gaeta almeno nelle ultime due stagioni nel campionato regionale d’Eccellenza. E a chiedere le carte dell’inchiesta al magistrato titolare delle indagini, il sostituto procuratore Roberto Nomi Bulgarini potrebbe essere la stessa Lega Nazionale Dilettanti per sollecitare un giudizio della Procura federale sull’operato di Melchionna e Belalba. La ragione è contenuta nella parte finale dell’ordinanza del Gip Lo Mastro che affronta il regime contrattuale ed economico cui devono attenersi le società sportive militanti nei campionati dilettantistici. I giocatori tesserati non sono professionisti e per loro è esclusa, ai sensi dell’articolo 29 delle norme organizzative interne della Figc, qualunque forma di lavoro, sia autonomo che subordinato. Per questa ragione ai giocatori non può essere corrisposto uno stipendio ma un “rimborso spese”, il cui importo massimo, non può superare la somma complessiva di 7500 euro da suddividere in dieci mensilità il cui importo non può superare 750 euro.

Saverio Forte