Discarica Quarto Iannotta - Fondi

Fondi / Discarica Quarto Iannotta: problemi ancora irrisolti

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FONDI – Quelli della discarica Quarto Iannotta restano ad oggi problemi irrisolti del territorio fondano. Cosa fa il Sindaco, massima autorità sanitaria a presidio della salute dei cittadini, per garantirla? Lo chiede il consigliere comunale del Partito Democratico di Fondi, Maria Civita Paparello, in un lungo intervento.

“La discarica di Quarto Iannotta – spiega Paparello – è una ex discarica comunale adibita al conferimento dei rifiuti solidi urbani, aperta e chiusa con Ordinanza comunale e che per un periodo ha ospitato anche una stazione di trasferenza dei rifiuti di Sperlonga e Fondi, che venivano trasportati a Borgo Montello.

Maria Civita Paparello
Maria Civita Paparello

Tutte le discariche, una volta chiuse, devono essere poste in condizione di evitare possibili propagazioni di inquinanti all’esterno del sito. Nel caso della discarica in questione sarebbe stato doppiamente necessario, in seguito all’incendio che l’ha interessata nel 2013, per la ricchezza acquifera della zona e la presenza di una falda quasi affiorante in superficie.

Il principio del “Chi inquina paga” vige in Italia e in Europa perciò, considerato che il Comune di Fondi è stato l’unico utilizzatore del sito, è anche responsabile e obbligato ad attivare i lavori di ripristino, con un preciso protocollo, che vanno dalla recinzione del sito, alla copertura multistrato impermeabile, se accertata l’impermeabilizzazione del fondo e non ci siano stati sversamenti di contaminanti all’esterno, alla presenza di un pozzo del percolato e di sfoghi del biogas.

Per comprendere la situazione odierna del sito e per sapere se esista o meno inquinamento all’esterno della vasca rifiuti e controllare la situazione della falda acquifera vanno predisposte indagini indirette, con “Tomografia elettrica”- raggi X al sito- e indagini dirette con carotaggi del terreno e prelievo di acque da analizzare in laboratorio.

Se i dati di laboratorio evidenziano il superamento della Concentrazione della soglia di Contaminazione  (CSC) deve essere  avviato un procedimento di bonifica, così come previsto dalla legge.

L’Amministrazione a firma De Meo, senza aver effettuato alcun reale monitoraggio, ha inviato ben due note alla Regione PRETENDENDO un finanziamento e arrogantemente diffondendo le richieste sugli organi di stampa; mentre invece la responsabilità dell’intervento è solo comunale; la Regione potrebbe eventualmente finanziare l’intervento, ma non ne ha l’obbligo, specialmente se la richiesta viene presentata con toni e modalità scorrette.

Considerando le spese folli dell’amministrazione su azioni e programmi che hanno poco a vedere con la tutela della salute pubblica e dell’ambiente e, in special modo, dell’agricoltura che viene svolta a poche centinaia di metri dal sito di cui trattasi, ci chiediamo come mai l’amministrazione non abbia stanziato delle somme, inizialmente anche piccole, almeno per effettuare dei campionamenti di base, insieme all’Arpa Lazio, al fine di comprendere la reale pericolosità del sito.

Quest’ultimo assunto prescinde, comunque, dal fatto che un sito di ex discarica deve avere tutti i presidi ambientali di cui abbiamo parlato all’inizio, presidi atti anche a scongiurare episodi di incendio, come quello occorso nel 2013.

Il sindaco, a tutela della salute della cittadinanza, deve provvedere”.