Olimpiadi, il ruolo del Coni di Formia dietro l’oro di Thiago Braz

Formia Sport

FORMIA – Pronta a tifare per l’oro e a riabbracciare il libero della nazionale azzurra di pallavolo Salvatore Rossini, Formia c’entra eccome in uno storico successo ai Giochi di Rio de Janiero: la “prima volta” nel salto con l’asta dell’idolo di casa Thiago Braz. Il 22enne atleta di Belo Horizonte da due anni ha una nuova casa, il centro di preparazione olimpica “Bruno Zauli” di Formia che da alcuni anni è l’università per eccellenza del salto con l’asta per volere della federazione mondiale di atletica leggera. E il neo campione olimpico dell’asta per migliorare il suo personale di ben dieci centimetri nella finale dell’altra sera si è affidato alle mani magiche di un fisioterapista ricercato da atleti di mezzo mondo, Damiano Viscusi, e ai consigli di un tecnico che ha dato impulso allo sviluppo dell’asta negli ultimi trent’anni, il tecnico russo, ma formiano d’adozione Vitaly Petrov.

Vitaly Petrov
Vitaly Petrov

Thiago Braz , sostenuto dalla torcida brasiliana, è volato a sei metri e 3 centimetri – neo record olimpico – battendo, tra feroci polemiche post gara, il favorito della vigilia, l’oro di Londra 2012, il francese Renaud Lavillenie, argento a cinque metri e 98 centimetri. Sia Damiano Viscusi che Vitaly Petrov hanno seguito Thiago Braz a Rio De Janiero centrando un’impresa mai riuscita a nessun atleta brasiliano dai Giochi di Los Angeles 1984 quando sul gradino più alto del podio, negli 800 metri, era salito il connazionale Joaquim Cruz.

Vitaly Petrov è il tecnico che ha scoperto lo “zar” dell’asta moderna, l’ucraino Sergej Bubka, le russe Yelena Isinbayeva e Tatiana Grigorieva, che da anni gareggia per l’Australia, e l’azzurro Giuseppe Gibilisco, che grazie alla guida tecnica di Petrov aveva vinto l’oro iridato a Parigi 2003 e, l’anno più tardi, il bronzo olimpico di Atene. Gibilisco aveva deciso di divorziare da Petrov e da quel momento iniziò il suo lento ed inesorabile declino.

Saverio Forte