Formia / Peschereccio inabissato, il robot di Nave Chioggia lo riconosce definitivamente

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Contrammiraglio Giuseppe Tarzia

Dopo quasi 72 ore di ricerche ininterrotte da parte dei mezzi navali ed aerei della guardia costiera e’ stato individuato il relitto del m/pesca Rosinella. Era partito dal Molo Azzurra di Formia Martedì ma poi si erano perse le tracce.
Determinante al riguardo l’attività di nave Chioggia della marina militare, che grazie all’impiego del sonar ha dapprima localizzato il relitto a 8.6 miglia dalla costa antistante Gaeta su fondali di oltre 60 mt, e poi, con il rov (remote operated vheicle) lo ha identificato.

Modulo "rov"
Immersione del modulo “rov”

Le immagini con la scritta sul mascone di prua del nome del m/pesca hanno infatti fugato ogni dubbio, riscontrando quelle che erano le convergenti ipotesi investigative seguite dalla direzione marittima del lazio.
Non è stato tuttavia possibile acclarare la presenza al suo interno dei tre marittimi che si trovavano a bordo, il comandante Oliviero Giulio) e i due tunisini, Sassi Khalifa e Sassi Saipeddine, padre e figlio, imbarcati come mozzo e marinaio, tutti residenti ad Ercolano.
Le condizioni torbide e l’elevata profondità rendevano infatti impossibile ottenere alcuna certezza in tal senso.

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Giuseppe Tarzia, Alberto Meoli, Massimo Lombardi

Dopo avere informato i familiari e la competente autorità giudiziaria di cassino sull’avvenuto rinvenimento del m/p, veniva dalla stessa stabilito di proseguire le ricerche dei tre, nella –seppur remota- ipotesi che fossero riusciti a lasciare l’imbarcazione prima dell’affondamento.

Proseguiranno quindi fino a tutta la giornata di sabato le perlustrazioni di superficie e aeree da parte di mezzi e uomini della guardia costiera, mentre nave Chioggia, sempre con l’ausilio del rov, proverà nuovamente a verificare l’eventuale presenza dei tre dispersi all’interno di esso