Erri de Luca, di casa a Gaeta

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Erri De Luca
Erri De Luca

GAETA – Desta apprensione a Gaeta lo stato di salute di Erri De Luca. Qui lo scrittore pluripremiato – “In tutto il mondo fuorché in Italia”, come ebbe lui stesso a rilevare alcune settimane fa durante la striscia tv serale 8 e ½, condotta da Lilly Gruber – è praticamente di casa. Climber formidabile, De Luca ha realizzato per primo alla grotta dell’Arenauta una via di grado 8b. Aveva già avuto uno stop, ma poi, come aveva confidato a qualche amico, aveva continuato ad allenare i polpastrelli ad un muretto vicino casa. Alla grotta dell’Arenauta, il suo amato “Grottone”, qualche puntatina la faceva sempre, a volte di proposito, a volte semplicemente come tappa di trasferimento tra Roma e Napoli, anche per poche ore. Per poi gustarsi la classica tiella presso il “Ristoro da Guido” ritrovo dei climbers provenienti da tutta Italia, nella piana di Sant’Agostino. E De Luca, quel posto baciato dal mare e da una natura prorompente, non ha esitato a difenderlo dalle lunghe mani dell’uomo.

Grotta dell'Arenauta
Grotta dell’Arenauta

Di coraggio non glie n’è mai mancato, come ha mostrato anche nella battaglia della No Tav, per la quale, nonostante i tanti consensi riscossi – fra cui le dichiarazioni a suo favore del presidente della repubblica francese Hollande – è ora sotto processo per istigazione al sabotaggio dell’opera presso il tribunale di Torino. Le sue ragioni invece De Luca le ha espresse nel libello “La parola Contraria”, edito da Feltrinelli. “Sul banco degli imputati mi piazzano da solo – si legge – ma solo lì potranno. Nell’aula e fuori isolata è l’accusa”.

In una serata afosa dell’agosto 2010, durante la manifestazione letteraria “Libri sulla Cresta dell’Onda”, davanti ad un migliaio di persone riunite sul sagrato della chiesa dell’Annunziata, poi eretta a Santuario, mentre il comune di Gaeta stava chiudendo la spiaggia, mise il becco nella politica locale: “Togliete quella brutta recinzione – disse – Io l’ho scalata quella parete e ve lo posso dire con certezza: da lì non cade nulla, non ci sono pericoli di frane su quel tipo di roccia. E poi quella recinzione è un’offesa agli occhi. Quando questo inverno arriveranno le mareggiate il mare se la porterà e il danno ambientale sarà ancora più grave”. “I provvedimenti presi d’urgenza – concluse – a volte possono celare altre intenzioni, come avvenuto all’Aquila”. Il tempo gli ha dato poi ragione.