Si avvicina il momento della svolta. Da ottobre cambia tutto per gli Autovelox in Italia. C’è un obbligo tassativo da rispettare ma non per gli automobilisti
A quasi un anno dall’entrata in vigore del Nuovo Codice della Strada che ha apportato numerose novità soprattutto per quanto riguarda l’entità delle sanzioni per le infrazioni stradali più comuni, ora tocca agli Autovelox.

La deadline fissata al mese di ottobre è sempre più vicina. Cosa potrebbe succedere ? Beh, un autentico ribaltone se gli enti che hanno installato i dispositivi di rilevazione e percepiscono i proventi delle multe non si adeguano a quanto stabilito da una disposizione contenuta nel Decreto Infrastrutture, approvato lo scorso agosto.
Il Decreto in questione stabilisce per tutti i Comuni e gli altri enti interessati l’obbligo di comunicare al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, l’elenco dettagliato degli Autovelox in uso indicandone per ognuno l’ubicazione attuale, la marca, il modello e l’eventuale omologazione o meno del dispositivo. Può sembrare una procedura scontata ma non è così. In Italia, infatti, non è mai stato realizzato un censimento nazionale degli autovelox, lacuna che sarà compensata evidentemente il prossimo mese.
Censimento degli Autovelox, cosa succede a chi non si adegua all’obbligo
La mappatura degli autovelox è un provvedimento atteso da tempo. Fortemente voluta dal ministro Salvini, la sua realizzazione ha l’obiettivo di garantire una maggiore trasparenza in un ambito in cui spesso si è proceduto con una gestione arbitraria più “attenta” alle esigenza di fare cassa con i proventi delle multe che ad altro.
Fare cassa con gli autovelox, peraltro, ora diventerà sempre più difficile. Come confermato dallo stesso Salvini, gli autovelox presenti sul territorio ma non censiti nella mappatura non avranno più efficacia sanzionatoria. Di fatto, saranno spenti e le multe emesse per infrazione ai limiti di velocità verranno considerate nulle.

Non solo. Come abbiamo anticipato, nel censimento degli autovelox va anche specificato se lo stesso è “approvato” o “omologato”. Si tratta di due procedure distinte. La prima riguarda la conformità degli autovelox a specifiche caratteristiche tecniche. L’omologazione, invece, consistente in una certificazione redatta da parte da un ente terzo sugli standard tecnici e le capacità di misurazione dei dispositivi.
La Cassazione con l’ormai nota sentenza 10505/2024 ha stabilito che le multe emesse da un autovelox sono legittime solo se lo stesso è omologato. Un orientamento quest’ultimo ampiamente recepito dalla giurisprudenza di settore. Sono numerosissimi infatti i ricorsi presentati e accolti su multe anche di notevole entità emesse da autovelox non omologato.
Pertanto, anche se censito, un rilevatore senza omologazione risulterà alquanto limitato nella sua efficacia sanzionatoria. Un cavillo giurisprudenziale che pone però pesanti interrogativi sulla sicurezza stradale. Non può non essere paradossale infatti il caso di automobilisti che ottengono l’annullamento delle multe per un autovelox non omologato anche se transitano davanti allo stesso superando i limiti anche di 50 e oltre km/h