Un messaggio tramite Whatsapp non è sufficiente per comunicare le modalità del licenziamento dal posto di lavoro: ecco le varie casistiche
Le comunicazioni via Whatsapp sono entrate ormai da tempo a far parte della vita quotidiana e rappresentano in sostanza il metodo principale con cui ci scambiamo messaggi, notizie e informazioni con i nostri cari, con i colleghi di lavoro e non solo. Al punto che si finisce con il trascorrere larga parte delle nostre giornate sull’app, fino a configurare in qualche caso quella che alcuni definiscono quasi come una schiavitù da messaggistica social, e forse non si può dare loro nemmeno troppo torto.

Può capitare, in questo modo, di ricevere anche, tramite l’app, delle comunicazioni alquanto spiacevoli. Se i messaggi inviati dal datore di lavoro, magari fuori orario, possono essere fonte di notevole stress, immaginate quando il vostro capo vi comunica così di essere stati licenziati. Una prassi che si sta diffondendo sempre di più e che può essere piuttosto odiosa e ingiusta. E che per questo motivo si sta cercando il più possibile di regolamentare, per tutelare i diritti dei lavoratori.
Licenziamento su Whatsapp, la sentenza del tribunale di Napoli: quando è permesso e quando no
E’ arrivata, in particolare, una sentenza da parte del Tribunale di Napoli, che stabilisce i criteri secondo i quali la comunicazione di licenziamento tramite messaggio Whatsapp è legittima oppure no.

Il dispositivo in questione è la sentenza numero 1758 del 16 aprile scorso e recita quanto segue. Per essere valida, la comunicazione deve necessariamente presentarsi in forma scritta (quindi, niente messaggi vocali), ma non soltanto. L’efficacia dell’atto può essere garantita solamente in presenza, all’interno del messaggio, delle generalità delle parti, degli estremi del rapporto di lavoro, della data del recesso e della motivazione specifica.
Soltanto in questo modo, si apprende, si rispetta l’articolo 2 della legge 604 del 1966, che va a regolamentare, per l’appunto, l’istituto del licenziamento. Se invece il messaggio viene inviato non rispettando queste specifiche, è da considerarsi non idoneo a produrre l’effetto del licenziamento. Datori di lavoro avvertiti, ma anche i loro sottoposti. Di sicuro, è un tema molto delicato, che anche in futuro sarà destinato a far discutere non poco e solleverà ulteriori polemiche, in un’epoca in cui il dibattito sui diritti dei lavoratori è esasperato dal precariato costante e da modalità agili soltanto sulla carta.