Violenze nel carcere minorile “Beccaria”, sotto accusa tre agenti di Formia, Cassino e Pontecorvo

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Maltrattamenti aggravati dalla minorata difesa e dall’abuso di potere, tortura aggravata – anche mediante omissione – lesioni aggravate, falso ideologico e anche una tentata violenza sessuale. Sono le gravi ipotesi di reato a causa delle quali tre agenti della polizia penitenziaria originari di Formia, Cassino e Pontecorvo ed in servizio presso il carcere minorile “Beccaria” di Roma sono finiti nei guai per le presunte torture e violenze commesse ai danni di alcuni ospiti del penitenziario lombardo. I loro nomi campeggiano nell’ordinanza che, emessa dal Gip su richiesta della Procura di Milano, è stata notificata nella giornata di lunedì dagli Polizia di Stato e di quelli del Nucleo Investigativo Regionale per la Lombardia della Polizia Penitenziaria.

reati contestati, più precisamente, sarebbero stati commessi a partire dal 2022 nei confronti di dodici ragazzini detenuti per il carcere Beccaria e i vari provvedimenti cautelari sono culminati con l’arresto di 13 agenti, 12 dei quali tuttora in servizio. Nei confronti di altri 8, anche loro in servizio all’epoca dei fatti, è stata disposta la misura della sospensione dall’esercizio di pubblici uffici. Se la posizione processuale più pesante sembra essere quella dell’agente di Polizia Penitenzia originario di Formia, l’indagine, partita da alcune segnalazioni, pervenute all’Autorità giudiziaria anche attraverso il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale, si è stata sviluppata attraverso diversi servizi tecnici di intercettazione e acquisizione di telecamere interne all’istituto, che hanno permesso di raccogliere indizi di reato per diversi episodi di violenze ai danni dei minori ristretti ma anche attraverso la verifica delle dichiarazioni delle vittime, degli educatori e della psicologa ma anche attraverso l’esame dei referti resi necessari in ospedale per i postumi dei traumi e ferite riportate dai ragazzi reclusi.

Duro l’atto d’accusa del Gip nelle ordinanze di arresto. Ha denunciato un “clima vessatorio presente nel carcere minorile Beccaria. I ragazzi malmenati non denunciavano per timore di ritorsioni e di rappresaglie: uno di loro, dopo aver subito una molestia sessuale e dopo aver reagito, ha dovuto subire una spedizione punitiva da parte di altri agenti”.