Formia / Incompatibilità consigliera Paola Villa in conferenza capigruppo: “sono arrabbiata e delusa”

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FORMIA – “Se qualcuno con alcuni artifici pensa di espellermi dalla vita politica, dovrà passare sul mio corpo”. L’ex sindaco di Formia, Paola Villa, ostenta un forzato sorriso ma è decisamente “arrabbiata e delusa” dopo aver letto l’ordine del giorno della conferenza dei capigruppo in programma venerdì 16 febbraio, alle ore 10, presso la sala Sicurezza del Palazzo municipale. Al primo punto della seduta, convocata dal presidente Pasquale Cardillo Cupo in vista del prossimo consiglio comunale, c’è qualcosa che le riguarda: “Incompatibilità consigliere comunale Paola Villa.esposto”.

E’ quello contenuto – come da noi anticipato – in una misteriosa Pec arrivata al comune di Formia il 2 febbraio scorso, alle ore 12.29, con destinatari il sindaco Gianluca Taddeo, il presidente del consiglio comunale Pasquale Cardillo, la Procura e la Prefettura di Latina e la Guardia di Finanza. La Pec reca la firma del sedicente “Carmelo Pappagallo” che, definendosi “cittadino formiano”, dichiara di abitare a Roma in una strada realmente esistente, via dei Serpenti, nel rione Monti, ma senza specificare il numero civico. Il sedicente “Carmelo Pappagallo” aveva chiamato in causa la battagliera consigliera comunale Paola Villa nei confronti della quale chiede all’amministrazione comunale di verificare la sua presunta incompatibilità a stare in consiglio perché condannata da una sentenza della Corte dei conti, la numero 84/2023, acquisita il 24 febbraio e trasmessa all’avvocatura comunale il 28 febbraio 2023.

In sintesi la professoressa Villa dovrebbe essere “espulsa” dal consiglio comunale perché non avrebbe formalizzato il pagamento di poco pià di 2000 euro, esattamente 2120 euro, derivante dal danno erariale provocato dall’assunzione dell’ex candidato a sindaco Mario Taglialatela – il processo penale si è concluso con un’assoluzione per l’esponente della lista “Un’altra città-Movimento Cinque Stelle” – nel ruolo di capo gabinetto nei mesi conclusivi, nel 2021. Alla vigilia della conferenza dei capigruppo di venerdì la professoressa Villa dice che non farà le barricate verbali perché sono altri (il presidente del consiglio comunale Pasquale Cardillo Cupo ?) a farlo. L’ex sindaco, se interrogata, farà soltanto rilevare quanto ha concordato con il suo storico legale, l’avvocato Vincenzo Macari, che l’ha fatta assolvere il 4 luglio scorso davanti il Gup del Tribunale di Cassino dall’accusa – proposta in un esposto alla Procura di Cassino proprio dall’avvocato Cardillo Cupo – di aver assunto illegalmente nel 2021 quale suo neo capo di gabinetto l’ex candidato a sindaco Mario Taglialatela.

E cioè che l’ex sindaco non ha mai ricevuto notificata la sentenza dei 45 pagine che la Corte dei Conti ha inviato il 24 febbraio di un anno fa al sindaco Gianluca Taddeo. E invece il signor Carmelo Pappagallo aveva scritto (sempre in maiuscolo) chiedendo l’intervento del comune perchè la “professoressa Villa è debitrice verso le casse comunali di una somma certa, liquida ed esigibile”. L’ex sindaco è “delusa ed arrabbiata” per l’inserimento all’ordine del giorno della conferenza dei capigruppo del suo presunto caso per diverse ragioni.

Innanzitutto dovrebbe essere il comune a chiedersi perché dopo un anno non le ha notificato la sentenza della Corte dei Conti (è un appello) numero 84/2023 ? Perché l’amministrazione dà credito ad un esposto anonimo inviato via Pec senza verificare l’autenticità e la veridicità quando altri e firmati da decine di persone facilmente identificabili (sui lavori avviati all’interno della Multisala del Mare) erano stati inizialmente cestinati?

Paola Villa ha preannunciato che osserverà “la mia solita compostezza” nella conferenza dei capigruppo anche perché  “qualcuno, che esercita ogni giorno l’attività forense, dovrà spiegarmi l’uso distorto di alcuni termini come l’incompatibilità – ha dichiarato – Ma non sa che un consigliere, notificata la sentenza della Corte dei Conti, ha dieci giorni di tempo per rimuovere la causa della sua presunta incompatibilità che comunque attiene a questo caso? L’incompatibilità ha motivo di esistere quando si è destinatari di provvedimenti di pignoramento. E pensare che io non ho ricevuto neppure la sentenza di condanna al pagamento di 2120 euro che, dopo il proscioglimento al termine dell’udienza preliminare davanti il Gup, avrei potuto anche impugnare. Non l’ho fatto semplicemente perché nessuno mi hai notificato nulla…dopo un anno. Ora qualcuno invoca la mia espulsione dalla vita politica. Cose da pazzi”.

L’ex sindaco di Formia sa che quanto prima la proposta di incompatibilità arriverà in Consiglio. La segretaria generale Marina Saccoccia in una lettera al presidente dell’assemblea Cardillo Cupo ha anche individuato il dirigente che dovrà prepararla. Chi si aspettava che potesse essere il responsabile dell’avvocatura interna Daniele Rossi (anche lui coinvolto nell’assunzione decisa dal sindaco Villa del capo di gabinetto Mario Taglialatela e condannato al pagamento, già avvenuto, dopo una sorta di iniziale patteggiamento, di una sanzione di poco di 700 euro) è rimasto deluso. La dottoressa Saccoccia ha investito del problema un dirigente considerato ‘scomodo’ all’amministrazione comunale in carica, la responsabile del settore “Affari generali” Rosanna Picano.

In ordine alla Pec del sedicente signor “Carmelo Pappagallo” si è attivata subito invece il suo secondo bersaglio, il capogruppo della lista d’opposizione Guardare Oltre Imma Arnone, di cui anticipa “la sua posizione di conflitto di interessi e dei rei reati per la quale procederà nei prossimi giorni a notiziare il comune, la Regione, la Corte dei Conti, la Procura della Repubblica, la Dia del lazio”. La dottoressa Arnone ha formalizzato subito una richiesta di accesso agli atti e, contrariamente all’ex sindaco Villa, intende venire a conoscenza da quale indirizzo di posta elettronica è arrivato il 2 febbraio scorso l’esposto in cui viene coinvolta: “Peccato che la mente raffinatissima che l’ha prodotto abbia dimenticato di allegare il suo documento d’identità. Davvero un vero peccato”.

Questa situazione torbida e piena di veleni, che sta facendo arretrare di qualche decennio le lancette della storia nel comune di Formia, è maturata nell’ambito di un caso di presunta incompatibilità, quella per la quale i consiglieri comunali di minoranza – tra questi Paola Villa e Imma Arnone – avevano chiesto alla segretaria comunale Saccoccia di verificare la posizione di incompatibilità o meno della potente la consigliera comunale di Formia più votata alle ultime amministrative (ora presidente della commissione urbanistica del comune) Tania Forte, di Forza Italia. Il pomo della discordia è rappresentato dall’incarico di dirigente che occupa presso il Consorzio industriale del Lazio di cui il comune di Formia è azionista con il 3% delle quote.

Convocata in commissione Trasparenza, la segretaria comunale Saccoccia diede forfait perché impegnata a studiare il caso. Il 24 gennaio scorso, dopo una segnalazione dei consiglieri comunali d’opposizione (tranne i tre della Lega) avrebbe ricevuto una lettera dall’Anac a fare presto e ad offrire la soluzione al caso, da quella data, entro un mese…