Gaeta / Lottizzazione edilizia Serapo: comune omissiva, arriva il commissario ad acta della Prefettura

Cronaca Gaeta

GAETA – Hanno avuto una completa legittimazione i titoli concessori rilasciati dal Comune di Gaeta esattamente dieci anni per realizzare un’importante lottizzazione edilizia nella parte terminale del lungomare di Serapo, in via Fontania, nella zona sottostante la strada regionale Flacca e, soprattutto, quella delicatissima, sul piano del dissesto idrogeologico, di Monte Lombone? A questo interrogativo sta cercando di rispondere da qualche giorno al comune di Gaeta una zelante ed attenta funzionaria della Prefettura di Latina, la dottoressa Valentina Nardone, inviata in piazza XIX Maggio per ordine della sezione di Latina del Tar del Lazio. Che dovesse essere nominata un commissario ad acta lo ha deciso il primo grado della magistratura amministrativa che con l’ordinanza numero 846 dell’11 dicembre scorso ha dato esecuzione a due altre sentenze dello stesso Tar, le numero 8 e 592 del 14 gennaio e 21 luglio 2023.

Vi si era rivolto il “cittadino” Antonio Raimondi, l’ex sindaco di Gaeta che davanti alle opzioni di inviare alla Procura di Cassino un esposto per omissione d’atti d’ufficio ed impugnare al Tar la mancata risposta ad una diffida legale ha deciso per quest’ultima. E così nel dicembre 2022, davanti ai silenzi imbarazzanti del’ammiinistrazione Leccese, decise “a mie spese” di rivolgersi ad un guru della giustizia amministrativa della provincia di Latina, l’avvocato Tony De Simone per tentare di abbattere i silenzi del comune di Gaeta su questa lottizzazione promossa da una società campana grazie al permesso a costruire numero 1 del 24 gennaio di dieci anni fa, del 2014. Il progetto prevedeva la realizzazione di 14 appartamenti che Raimondi ha sempre sostenuto di aver bloccato nel periodo 2015-2021 lamentando un abnorme carico volumetrico, il presunto mancato rispetto delle distanze dai privati (dall’ex sindaco stesso) e una non chiarata previsione delle opere di urbanizzazione primarie in una fascia di territorio in cui scorre, quando piove, un torrente che raccoglie le acque meteoriche (e non solo) provenienti da Monte Lombone e dalle numerose abitazioni sottostante per sfociare nella sottostante spiaggia di Serapo.

Molti cittadini di questa zona promossero un contenzioso davanti al Tar con la società munita del permesso a costruire rilasciato dal comune di Gaeta:“Non lo firmai – ha sempre tenuto a precisare l’ex sindaco di Gaeta Raimondi – non perché non volli ma semplicemente ero incompatibile essendo all’epoca un consigliere comunale di opposizione”. Il Tar-sezione di Latina concesse il semaforo verde a questo intervento abitativo ma a palesare qualche dubbio fu lo stesso comune che nella prima parte dell’estate 2021 diffidò l’impresa autorizzata a riprendere gli interventi edili previsti dal permesso a costruire del 2014. Bisogna fare il punto anche in ordine alla costruzione di un muro che, a ridosso del cantiere, non faceva dormire sonni tranquilli (soprattutto nella stagione invernale) ai residenti. Tra questi l’ex sindaco di Gaeta Antonio Raimondi.

Nel giugno 2021 – secondo la versione dell’ex primo cittadino – ci sarebbe stato un incontro la dirigente del settore, l’architetto Stefania Della Notte, e i dirigenti della società campana al termine del Comune avrebbe concesso il suo “discorso verde” per la riapertura di un cantiere molto appetibile e altrettanto costoso da gestire. L’ex Raimondi chiese di verificare l’esistenza o meno di un verbale attestate l’accordo raggiunto tra il comune e la società edile campana ma, non avendolo ottenuto, il 12 agosto 2021 inviò al comune una Pec con una specifica diffida finalizzato a concludere il procedimento (quello del fermo dei lavori) avviato dallo stesso comune di Gaeta. L’imperativo di Raimondi in quella email certificato fu il seguente: fermate quel cantiere in località “Capo di Serapo”. Il comune non rispose e Raimondi fu nel guado se – come detto – coinvolgere la Procura di Cassino o la sezione di Latina del Tar.

Ha deciso di ricorrere alla magistratura amministrativa con l’intento di bloccare questo cantiere che sarebbe stato aperto sulla scorta di due titoli autorizzatori “scaduti” secondo l’ex sindaco Raimondi: il permesso a costruire del 2014 ed il parere della Soiprintendenza che avrebbe avuto 12 anni di vita senza essere mai stato rinnovato. Inaugurato questo avvincente braccio di ferro, il Tar nel corso del 2023 ha stigmatizzato l’operato del comune di Gaeta per la procedura seguita in ordine all’iter autorizzativo di questo cantiere edile.

E così che l’11 dicembre scorso il Tar ha chiesto alla Prefettura di Latina di nominare un commissario ad acta – cosa avvenuta dal Prefetto Maurizio Falco con il provvedimento numero 812 dell’8 gennaio 2024 – per verificare la legittimità di tutti gli atti amministrativi prodotti dal comune di Gaeta. Le carte che desiderava avere l’ex sindaco Raimondi dal 2 febbraio scorso sono a disposizione della dottoressa Nardone. E se per l’ex primo cittadino non c’erano funzionari disponibili per attuare quest’operazione verità, la segretaria generale del comune di Gaeta Patrizia Cinquanta è stata assai generosa nei confronti della funzionaria Prefettizia. Ha “precettato” niente meno che il neo dirigente del settore urbanistica dell’ente, Pietro D’Orazio, “competente per la vertenza di cui all’oggetto”, e dei “collaboratori” Laura Tipaldi e Nicola Salvatore Zuccaro. E le sorprese all’ordine del giorno potrebbero anche non tardare ad arrivare.