Gaeta / Ex vetreria Avir: doppio incarico alla stessa ditta, il Comune promuove indagini interna

Attualità Gaeta Politica Top News

GAETA – Se non è un’inchiesta interna, poco ci manca. Ha fatto decisamente rumore – ma c’era da aspettarselo – la mirata interrogazione dei tre consiglieri comunali di opposizione al comune di Gaeta – Emiliano Scinicariello (Pd), Sabina Mitrano (Gaeta Comunità di Valore) e Franco De Angelis (Insieme con Silvio D’Amante)- che hanno chiesto di revocare immediatamente la determina dirigenziale del 23 gennaio con cui lo stesso comune aveva affidato i lavori bis per la riqualificazione, valorizzazione e rigenerazione urbana dell’ex vetreria Avir all’”Unyon Consorzio Stabile Scarl”.

Se di questo doppio incarico sarebbe stato all’oscuro finanche il sindaco Cristian Leccese, è intervenuta pesantemente la segretaria comunale e responsabile del settore anti corruzione del comune, l’avvocato Patrizia Cinquanta, che ha scritto una lettera con un carattere perentorio al dirigente che ha firmato la determina del 23 gennaio, il responsabile del settore Lavori Pubblici del comune Antonio Di Tucci. Lo stesso giorno in cui le minoranze avevano presentato l’interrogazione al sindaco e all’assessore al ramo Simone Petruccelli la segretaria Cinquanta ha concesso dieci giorni di tempo al dirigente “per relazionare alla scrivente, al sindaco e all’assessore Petruccelli”

Se nel comune di Gaeta da tempo si è instaurato un pesante clima da caccia alle streghe sul piano dei rapporti tra la struttura apicale dell’ente e i responsabili dei vari dipartimenti , le quattro righe sottoscritte dall’avvocato Cinquanta lo dimostrano appieno. Nel Comune di Gaeta c’è stata stata improvvisamente una metamorfesi che dimostra come un vincolo fiduciario (forse alla luce delle tante inchieste giudiziarie in corso?) è venuto meno tra la segretaria comunale e almeno due dei tre responsabili dell’area tecnica. Insomma, se sinora le minoranze lamentavano tempi biblici per avere risposte e documenti sulle problematiche lamentate, ora possono fare affidamento su un’(inaspettata) alleata, la segretaria comunale che intima un ultimatum temporale ai suoi stessi dirigenti per conoscere il loro punto di vista sullo svolgimento e sulla gestione di incarichi ed appalti, gli stessi da settimane e mesi finiti nel mirino del gruppo di Formia della Guardia di Finanza.

Un fatto è certo: questa pesante presa di posizione della segretaria Cinquanta scaturisce da un mix di imbarazzo e sorpresa palesato da moltissimi ambienti (anche se poi sono rimasti silenziosi davanti ai taccuini dei cronisti) dopo la presentazione dell’interrogazione da pare dei consiglieri Scinicariello, De Angelis (temuto perché è presidente della commissione ‘Controllo e Garanzia’ del comune di Gaeta) e Mitrano. A loro dire il nuovo affidamento concesso all’” Unyon Consorzio Stabile Scarl” sarebbe avvenuto fuori contratto di una gara d’appalto indetta con i fondi del Pnrr per la realizzazione, sempre a favore dell’ex Avir, di interventi di bonifica, pulizia e puntellamento.

I consiglieri Scinicariello, Mitrano e De Angelis avevano apertamente contestato il contenuto della motivazione cui era ricorso l’ingegner Di Tucci. E, cioè, che “a seguito di accertamenti e ricognizioni visive dell’area oggetto dei lavori, è stata evidenziata la necessità di eseguire ulteriori indagini indispensabili ad implementare la conoscenza delle caratteristiche e delle condizioni della struttura oggetto dei lavori e finalizzate alla redazione di un (?) migliore progettazione”. Ma non era finito qui. Le minoranze avevano definito “poco convincente” anche la seconda parte della motivazione dell’incarico bis all’”Unyon Consorzio Stabile Scarl. Più esattamente “per accedere all’immobile ed effettuare i dovuti rilievi atti ad acquisire le suddette informazioni, è emersa la necessità ed opportunità di mettere in essere idonee opere provvisionali di pulizia e puntellamento, per garantire la sicurezza”.

“E così, prontamente (fin troppo, diremmo!), l’ufficio competente – avevano rimarcano i consiglieri di minoranze ricorrendo ad una necessaria ironia – ha effettuato una stima per l’importo di 148.992,73 euro. Tanto per cambiare, è di poco inferiore alla soglia minima di legge, 150mila euro, così da poter procedere per affidamento diretto, senza la necessità di consultare altri operatori, ed ha chiesto alla società “Unyon Consorzio Stabile Scarl’ la disponibilità ad effettuare l’intervento.

Gli interrogativi che avevano posto i consiglieri Scinicariello, Mitrano e De Angelis nella richiesta di revoca della determinazione del dirigente Di Tucci non sono stati considerati – o almeno – secondari. Ecco il primo quesito all’ingegnere Di Tucci: la società che ha partecipato alla prima gara Pnrr, aggiudicandosela, non ha visionato i luoghi prima di presentare l’offerta? E, partecipando alla gara, non ha dichiarato di aver preso visione dei luoghi, del progetto, degli elaborati, dei costi, e di aver considerato remunerativo l’appalto?

Per i tre esponenti di minoranza “la risposta a queste domande si ritrova, senza troppe difficoltà, negli atti di gara. Il bando di gara prevedeva infatti espressamente, per la partecipazione alla gara, l’obbligo di dichiarare “di aver esaminato gli elaborati progettuali, di conoscere e aver verificato tutte le condizioni che possono portare a formulare l’offerta… di essersi recati sul luogo, di conoscere e aver verificato tutte le condizioni che possono influire sull’esecuzione dei lavori e sulla articolazione dell’offerta”, oltre che “obbligo di sopralluogo assistito in sito”. Questa stessa dichiarazione veniva prevista nel disciplinare di Gara. Il progetto definitivo, oggetto di gara, inoltre, nella relazione descrittiva, conteneva l’analisi dello stato di fatto della struttura, con circa trenta fotografie che rappresentano lo stato dei luoghi, “per cui ci resta difficile pensare che al momento dell’offerta gli operatori economici non fossero al corrente delle condizioni della struttura da prevederne i costi di messa in sicurezza e puntellamento”.

La richiesta di revoca della determina dirigenziale – a dire dei consiglieri Scinicariello, De Angelis e Mitrano – poggia su una precisa circostanza. L’affidamento alla “Unyon Consorzio Stabile Scarl” appare “del tutto irragionevole e non motivato dagli atti di gara e dalle dichiarazioni obbligatorie prodotte dall’operatore in sede di gara. Si tratta di un chiaro aggravio di costi che, in caso di mancata revoca, dovrebbe essere sottoposto al vaglio della Corte dei Conti, in quanto possibile danno erariale per le casse dello Stato.

“Non intendiamo rassegnarci ad un modo di operare irrispettoso delle risorse pubbliche, né alla leggerezza con la quale – concludono i tre firmatari della richiesta – la politica locale produce atti dal contenuto a dir poco opinabile. La nostra attività di controllo di ogni atto amministrativo non si fermerà, altro che “iper produzione incessante di atti”, anche se avremmo preferito parlare solo di politica, e riferire la nostra attività al solo interno del palazzo comunale”.