Latina / Acqualatina, l’Acea impugna al Tar la vendita della quota privata ad Italgas

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LATINA – Il doppiopesismo dell’Egato 4. E’ il durissimo atto d’accusa di Acea Spa che – come annunciato – ha impugnato davanti il Tar del Lazio sezione di Latina la delibera numero 13 del 7 settembre scorso con cui la conferenza dei sindaci, sotto la guida del presidente della provincia di Latina Gerardo Stefanelli, ratificava la vendita della quota privata del 49% di Acqualatina dalla Siram spa – il ramo idrico italiano della multinazionale francese Veolia – ad Italgas, la società leader nel settore che ha sì una struttura privatistica ma è controllata da Cassa Depositi e Prestiti e, dunque, dallo Stato.

I legali di Acea, gli avvocati Maria Laura Borrillo e Filippo Arena hanno impugnato nel ricorso al Tar anche alcuni degli atti amministrativi adottati prima della cessione, da parte dei comuni dell’ex Ato 4, della quota privata dell’assetto societario di Acqualatina. Tra questi la favorevole relazione tecnica del 23 agosto scorso del dirigente della segreteria tecnico operativa dell’Egato 4 Umberto Bernola e, ancor prima, di un parere legale rilasciato dall’avvocato Riccardo Farnetani.

Acea ha deciso di impugnare la vendita della quota privata ad Italgas ricordando come il 9 novembre 2016 sottoscrisse con il gruppo Veolia un contratto preliminare di compravendita del 100% del capitale sociale di Idrolatina, il vero azionista di minoranza con il 49% di Acqualatina. L’operazione venne bocciata dai comuni facenti parte allora Ato 4 perché, sulla scorta del parere dell’avvocato Alberto Lucarelli, Acea era considerato un operatore privato che non aveva partecipato nella primavera del 2000 alla gara pubblica indetta per la scelta del socio privato di quella che sta per diventare Acqualatina. E pertanto l’assemblea dei Sindaci negava il consenso all’operazione di cessione delle quote di Idrolatina in favore di Acea.

Nelle 18 pagine del ricorso al Tar del Lazio i legali della municipalizzata del comune di Roma arrivano ad una conclusione: se Acea non partecipò 23 anni fa al bando pubblico per la nascita della società mista per la gestione della risorsa idrica, la stessa cosa riguarda, ora come non mai, il nuovo socio privato Italgas-Siram. Acea nel ricorso al Tar ricorda di aver tentato di bloccare lo scorso giugno la vendita ma chiama in causa l’assemblea dei sindaci, in conclusione, ravvisando la violazione del testo unico in materia di società partecipate e dello stesso Codice degli Appalti circa la presunta insussistenza in capo ad Italgas del possesso dei requisiti per svolgere sul territorio pontino il servizio idrico integrato. Ora il ricorso degli avvocati Borrillo e Arena fa leva su un’altra circostanza: il “no” dell’assemblea dei sindaci a vendere le quote di Veolia ad Acea spa fu impugnato davanti il Tar del Lazio che non si è ancora completamente pronunciato.

Nelle more lo studio legale “Biancadoro-Mirabile” per conto di Acea spa aveva chiesto chiarimenti sulla decisione agli inizi dello scorso settembre di cedere la parte privata di Acqualatina a Italgas. Le sue remore le aveva contenute in una lettera inviata a tutti i sindaci dell’Ato 4, ai presidenti delle Province di Latina e Frosinone Gerardo Stefanelli e Luca Di Stefano, al Sindaco di Roma Capitale, oltreché alla Corte dei Conti, all’Arera, all’Antitrust e all’Anac.

A suo dire i Sindaci sono stati convocati ad operazione ultimata, solo per prendere atto, per l’appunto, dell’avvenuto passaggio. E ricordò – come detto – quanto avvenuto sette anni fa quando gli stessi sindaci dei comuni dell’Ato 4 bocciarono la compravendita, “mentre oggi la ratificano senza neanche un minimo dubbio”. Nel 2016 il parere del professore Alberto Lucarelli – come detto – rilevò profili di illegittimità della alienazione del socio privato, dunque di Veolia, configurando un’elusione della procedura ad evidenza pubblica: in sostanza, per vendere le quote private, si sarebbe dovuto pubblicare un avviso pubblico ex novo. Tra i requisiti, ricorda ora Acea, per chiunque avesse voluto acquistare le quote private di Acqualatina Spa, il bando di gara prevedeva una gestione dei servizi dell’acquedotto, fognario e depurativo per almeno 600mila abitanti. Acea fa un ragionamento: noi siamo leader del settore idrico in Italia con 9 milioni di abitanti serviti. Italgas, al contrario, serve solo 29mila clienti…. Ma non è finita.

A dire di Acea la quota di Veolia sarebbe dovuto passare all’Italgas con un preventivo parere – che non c’è stato – dell’assemblea dei Sindaci dell’Ato 4 e non dopo quando il “dado è tratto”! L’Anac e l’Antitrust hanno da sempre specificato che un passaggio di quote a un privato in una società costituita per la gestione di un servizio pubblico deve avere un confronto concorrenziale (dunque una gara pubblica). E poi i sindaci dell’Ato 4 – secondo gli avvocati Borrillo e Area – hanno avuto troppo fretta.

Secondo Acea non hanno rispettato una diffida della Corte dei Conti che lo scorso 6 settembre chiedeva di ratificare la cessione ad Italgas dopo il pronunciamento definitivo del Tar. Due ex sindaci, Paola Villa (Formia) e Memo Guidi (Bassiano), seppur con sfumature e toni diversi, chiedevano di bloccare questa cessio ne e, non a caso, diversi rappresentanti dei comuni del 7 settembre disertarono l’assemblea dell’Egato, sulla cui “frettolosa” delibera numero 13 dovranno pronunciarsi ora i giudici amministrativi del Tar di Latina.