Formia / Somme di denaro per condizionare l’esito di un’asta, fermato un 50enne di Minturno

Cronaca Formia Minturno Sud Pontino

FORMIA – Il pagamento di quindici mila euro per evitare azioni di disturbo in un’asta fallimentare in cui stava partecipando per tentare di riacquistare una bellissima e panoramicissima villetta nella frazione formiana di Maranola. Promette importanti e clamorosi la laboriosa operazione condotta dal gruppo di Formia della Guardia di Finanza che, in stretto coordinamento con la Procura della Repubblica di Cassino, ha arrestato in flagranza D.A., un uomo di 50 anni di Minturno con la grave ipotesi accusatoria di “turbata libertà degli incanti” e ha denunciato per lo stesso reato C.D., di 38 anni titolare di una nota agenzia immobiliare di Cassino.

La vicenda smascherata dagli agenti del colonnello Luigi Galluccio è grave nella misura in cui potrebbe ora conoscere nuovi e ulteriori sviluppi. L’agenzia immobiliare cassinate era venuta a conoscenza come un notaio toscano per conto del Tribunale di Latina avesse messo all’asta un immobile che, ricadente nel territorio di Maranola, è stato di proprietà di una donna del posto, R.R., di 61 anni, alle prese con una vecchia sentenza di fallimento emessa nel 2012 dallo stesso Tribunale di Latina. E il prezzo ipotizzato era anche interessante, dai 150 ai 180mila euro.

Al primo tentativo della vendita on line i partecipanti erano tre, ovvero la donna di Maranola, un secondo soggetto e l’agenzia immobiliare di Cassino che ha avanzato alla 61enne la seguente richiesta: il versamento di 15mila euro sarebbe stati sufficienti perché non ci fosse nessun rilancio dell’offerta decisa dal notaio toscano per lo svolgimento della licitazione. A questo punto è intervenuta la Guardia di Finanza dopo il coraggio di R.R. che, stanca delle continue e persuasive telefonate dell’agente immobiliare di Cassino e del suo collaboratore tuttofare di Minturno, ha deciso di denunciare quanto le stava capitando da giorni. La donna è stata al gioco, naturalmente informando “in diretta” gli inquirenti circa le telefonate e le visite ricevute presso l’abitazione un tempo di proprietà ed il quantum da versare per avere via libera nel procedimento esecutivo.

R.R., in stretto coordinanento con gli inquirenti, ha deciso di versare a D.A. un acconto di 5000 euro in contanti, tutte banconote naturalmente fotocopiate che avrebbero dovuto rappresentare la prova della corruzione. E così che a quell’appuntamento, in una stradina di campagna ai piedi della frazione di Maranola, c’erano R.R., D.A. e gli uomini del Colonnello Galluccio.

E’ stato un gioco da ragazzi trovare nella tasca del pantalone del 50enne di Minturno la prima tranche di danaro, di 5000 euro, che sarebbe dovuta servire all’agenzia di Cassino (che aveva promesso di intercedere nei confronti del terzo partecipante alla vendita immobiliare) per decretare l’esito della licitazione. Il blitz delle Fiamme Gialle c’è stato in concomitanza con l’asta giudiziaria online, dove nel frattempo era collegato C.D., pronto a rilanciare sul prezzo, nel caso in cui l’accordo non fosse andato a buon fine.

Se i finanzieri denunciavano quest’ultimo, arrestavano D.A. per turbata libertà degli incanti e, di concerto con il Tribunale fallimentare di Latina ed il notaio incaricato, bloccavano la vendita dell’abitazione della donna 61enne di Maranola. Intanto l’arresto del 50enne è stato convalidato dal Gip che gli ha concesso i domiciliari, provvedimento, quest’ultimo, riqualificato dal Tribunale del Riesame in obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria.