Itri / Rimpasto di Giunta del sindaco Agresti, aspro dibattito nell’ultimo Consiglio comunale

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ITRI – Il sindaco di Itri Giovanni Agresti, sapendo che qualcuno ne avrebbe approfittato, aveva tentato a prendere tempo: “Quella discussione la faremo nel prossimo consiglio comunale. Anche perché si è fatto tardi e siamo tutti un po’ stanchi”. L’attendismo e la melina del primo cittadino aurunco l’altra sera hanno avuto i minuti contati nelle fasi iniziali di una seduta tecnica che, convocata al fotofinish, avrebbe dovuto approvare la modifica dello Statuto del “Gal” dei Monti Aurunci.

Il consiglio è durato poco più di un’ora e mezzo ma il suo svolgimento è stato monopolizzato – come da previsione- da un dibattito innescato dalle comunicazioni iniziali del sindaco che aveva annunciato le sue due nuove nomine in Giunte, il declassamento di assessori (ormai ex) trasformati in semplici delegati e soprattutto la messa al riparo della sua quarta consiliatura con la “cacciata” dalla squadra di governo di Fratelli d’Italia, il recupero della componente di Forza Italia e l’incredibile metamorfesi politica dell’ex sindaco Giuseppe De Santis che in poco meno di 40 giorni da capogruppo di minoranza di “Promessa per Itri” è diventato vice sindaco e finanche assessore all’urbanistica e al Pnrr.

Il massimo dopo il primo cittadino. Che la politica sia ( a volte) l’arte dell’impossibile l’ha sottolineato il capogruppo di Fratelli d’Italia al comune di Itri Simone Di Mascolo. Il suo intervento è stato per il 90% un durissimo e convincente j’acuse nei confronti del sindaco Agresti per quanto è avvenuto subito dopo la seduta del 24 luglio scorso quando il primo cittadino ha revocato l’assessore di Fdi Alessia Mancini e la delega all’agricoltura allo stesso consigliere Di Mascolo quale ritorsione per l’assenza del gruppo consiliare di Fratelli d’Italia al consiglio, determinante, per l’approvazione della salvaguardia degli equilibri di bilancio. Dove Di Mascolo ha peccato di un incomprensibile masochismo politico amministrativo è stato nelle fasi del suo interessante intervento: “Questa è la nostra casa e Giovanni Agresti resta il nostro sindaco”.

Il capogruppo di Fdi ha volto applicare il passo evangelico del “porgi l’altra guancia”? Il suo intervento non è stato tenero nei confronti del sindaco Agresti che, di fronte ad una serie di “nostre istanze (piano antenne, rigenerazione urbana del centro storico, regolamento dei dehors e della Ztl ed il varo del piano acustico per disciplinare la gestione delle attività commerciali e d’intrattenimento a favore dei giovani) , ha messo in atto un atteggiamento ostile, ostruzionistico e minaccioso. Per mesi siamo stati destinatari di minacce di revoca dei nostri incarichi di governo – ha aggiunto il capogruppo Di Mascolo – mentre alcuni altri della maggioranza, che noi abbiamo contribuito i nostri voti a diventare tale, sono rimasti stranamente in silenzio”.

Di Mascolo è stato un velenoso fiume in piena quando ha tacciato Agresi di ingenerosità (“quando lui, per motivi di salute è stato lontano dal comune di Itri, la nostra responsabilità e buonsenso ci hanno motivato, grazie all’ex vice sindaco e ora assessora e consigliere regionale Elena Palazzo, a prendere il suo posto e far fronte ad alcune emergenze come l’alluvione del 3 e 4 novembre 2021”) e di essere “uno scaltro calcolatore”. Per il capogruppo Fdi l’assenza dei consiglieri del partito di Giorgia Meloni è stato un pretesto per “metterci alla porta e richiamare Forza Italia che due anni fa aveva deciso di non accontentarsi dell’assessorato che le era stato proposto. Ora Forza Italia è tornata in maggioranza con la sola rappresentanza a cui aveva detto di no all’inizio della consiliatura. Noi lo sappiamo perché hanno accettato: non ci siamo più noi di Fratelli d’Italia”. Alla faccia del centro destra unito in ogni latitudine e longitudine”.

Di Mascolo non è stato tenero nei confronti del nuovo arrivato nella Giunta Agresti, il neo vice sindaco Giuseppe De Santis: “Agresti ha preferito rinunciare all’apporto di un autorevole rappresentante nell’istituzione regionale qual è Elena Palazzo preferendo avvalersi di un ex candidato a sindaco che, eletto all’opposizione, doveva essergli alternativo. Questa vicenda ha annullato le regole della democrazia e non sono d’accordo quando qualcuno, effettuando una facile e frettolosa omologazione, sostiene che ‘siamo tutti quanti uguali’. Questo non è vero ed in cuor suo – ha concluso il capogruppo Di Mascolo – lo sa anche il neo vice sindaco De Santis”

Quest’ultimo, pur senza essere mai nominato, è finito nell’ancora più dura requisitoria dell’ex sindaco Antonio Fargiorgio (Itri Facciamo futuro) che, vestendo con successo i panni del Pm oltre che quelli dell’avvocato, ha ribadito come “nella vita che nelle politica la credibilità, la trasparenza elettorale e la coerenza non sono valori negoziali . Ecco perché dico che siamo orgogliosi, più che mai, di rappresentare l’unica vera minoranza presente nel consiglio comunale di Itri– ha esordito l’ex sindaco – semplicemente abbiamo mantenuto fede, a differenza di altri, il nostro unico e chiaro man dato elettorale. Chi ha perso c on atteggiamenti politicamente dequalificanti è stata la maggioranza consiliare che potrebbe essere ancora cresciuta sul piano numerico ma sta mettendo in mostra i suoi limiti di affidabilità e credibilità nei confronti dei cittadini, i nostri unici arbitri.

“La maggioranza – ha ribattuto ancora l’ex sindaco Fargiorgio – è alle prese con un problema kafkiano ed è prigioniera di un surrealismo preoccupante. Gli stessi Fratelli d’Italia vengono m essi alle porte dal sindaco Agresti lo scorso 24 luglio e, secondo ha dichiarato in quest’aula il capogruppo Di Mascolo, ribadiscono la loro appartenenza a questa maggioranza . Scusatemi tanto, ma qui la mera gestione del potere si stanno sottovalutando preoccupanti forme politiche di nevrosi e depressione”

“Alla conclusione del suo intervento l’ex sindaco Fargiorgio, non si saprà mai con quale grado di sincerità o provocazione, ha fatto i complimenti al suo predecessore: “Giovanni Agresti, in effetti, è l’unico vincitore politico al termine di questo rimpasto. Ha messo alla porta un alleato scomodo qual era ormai Fratelli d’Italia richiamando Forza Italia che ha accettato quanto aveva rifiutato due anni fa soltanto. La nomina del v ice sindaco De Santis dovrà soltanto giudicata dai suoi elettori. Io al posto suo non vorrei esserci proprio”.

Ricorrendo ad una calma dorotea tipica del suo dna democristiano, il sindaco Agresti ha confermato come il gruppo di Fratelli d’Italia nella preparazione del consiglio comun ale del 24 luglio abbia provato a mandarlo a casa inserendo soltanto alla fine dell’ordine del giorno di quella seduta argomenti fondamentali come l’approvazione della salvaguardia degli equilibri di bilancio. Quel giorno è venuto meno un rapporto fiduciario che ora c’è in questa nuova squadra di governo. Si è instaurato un bellissimo rapporto di fiducia, sono state espletate numerose gare d’appalto e i risultati vi vedono. Ed è quello che volevano e vogliono i miei concittadini”. Nonostante tutto.