FORMIA – Tornano ad essere tesi i rapporti tra i vertici della Futuro Formia Zero e quelli del Centro servizi ambientali di Castelforte. Se una linea di demarcazione sarà tracciata il 13 settembre quando il Tar-sezione di Latina si pronuncerà sul ricorso dell’azienda di Suio sulla decisione della “Frz” di trasferire i rifiuti indifferenziati prodotti dai comuni di Formia e Ventotene alla Saf di Colfelice; altro contenzioso è venuto a crersi con un’altra scelta dell’amministratore unico Raffaele Rizzo di trasferire i rifiuti ingombranti sempre in Ciociaria, presso la ditta “Sabellico” di Ceprano.
Come se non bastasse. Il Csa aveva formalizzato il 3 agosto una richiesta di accesso agli atti su questa seconda delocalizzazione e, a distanza di un mese, l’amministratore della Frz ha detto di no a fornire la documentazione relativa. Il motivo? “Il fondamento sul quale basate la vostra richiesta di accesso agli atti è del tutto infondato. Stante il superamento – scrive l’ingegner Rizzo – degli importi previsto dalla determina 213/2023 per l’affidamento diretto in via temporanea, sono venuti meno i previsti dall’articolo 36-comma 2 del decreto legislativo 50/2016 su cui la predetta determina di fondava”. Insomma il Csa di Castelforte non può sapere le motivazioni relative alla scelta di trasferire gli ingombranti a Ceprano perché la determina di incarico di inizio anno è superata.
Rizzo nello specifico spiega la ragione che – a suo dire – è alla base di scegliere un nuovo impianto della Ciociaria quando – secondo il Csa – starebbe violando il principio normativo di prossimità: “La Frz ha deciso – ha spiegato il suo amministratore unico – in ossequio al principio di rotazione e, dunque, di individuare altro impianto (è distante tre volte di più tra Formia e Castelforte) presso cui conferire nell’immediato i rifiuti ingombranti. L’abbiamo deciso – ha aggiunto il dottor Rizzo – nelle more dell’avvio di un’apposita procedura per l’affidamento del servizio di gestione degli stessi che non sono soggetti di prossimità”.
La polemica, a distanza, insomma, continua.