Frosinone / Operazione “Dejavù”, rimangono in silenzio le otto persone arrestate

Cronaca Frosinone

FROSINONE – Hanno deciso di rimanere in silenzio le otto persone di Frosinone – tre finite in carcere di 42, 43 e 52 anni e cinque ai domiciliari – raggiunte l’altra mattina da altrettante ordinanze di custodia cautelare richieste dai Pm della Dda di Roma nell’ambito dell’operazione anti droga “Dejavù”.

Gli indagati, accusati aver gestito un giro di spaccio nel quartiere Cavoni di Frosinone, sono comparsi davanti il Gip del Tribunale di Roma, Angela Girardi e, assistiti dagli avvocati Marco Maietta, Luigi Tozzi, Marilena Colagiacomo e Giampio Pepe, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

Il Collegio difensivo ha preannunciato ricorso al Riesame contro un’ordinanza in cui viene ipotizzato un modello Scampia per lo spaccio della droganel quartiere Cavoni a Frosinone. Gli investigatori ritengono di aver smantellato un’organizzazione dedita al traffico di cocaina e hashish.

L’indagine era partita nel 2020 e già all’epoca ci furono una alcuni arresti e sequestri. Da li gli investigatori capirono che si doveva fare un passo in pi. La svolta quando polizia e carabinieri hanno lavorato insieme. A gestire il traffico di droga – secondo le ipotesi – una famiglia residente nel capoluogo che aveva strutturato la loro attività in un caseggiato di Viale Parigi.

Nell’organizzazione c’erano spacciatori, che si alternavano tra loro e vedette. Gli investigatori la definiscono come un’organizzazione militare, chiusa. Nel corso delle indagini sono stati effettuati diversi arresti, sequestrati droga e denaro: tra cui 75mila euro nel 2021. Un sequestro che diede un impulso importante alle indagini. L’operazione di martedì scorso è la risposta concreta alle tante segnalazioni arrivate dai residenti che avvertivano di un continuo via vai di gente in quella zona

(In copertina immagine di repertorio)