Frosinone / Omicidio Willy Monteiro Duarte. dopo la sentenza d’Appello, parlano le parti [VIDEO]

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FROSINONE – Il reato resta lo stesso – omicidio volontario – ma, rispetto alla sentenza della Corte d’Assise del Tribunale di Frosinone, sono state riconosciute le attenuanti generiche.

Erano trascorse le 15 mercoledì quando, dopo oltre tre ore di camera di consiglio, il presidente della Corte D’assise d’appello di Roma ha letto la sentenza con cui è terminato il processo di secondo grado per la morte di Willy Monteiro Duarte, il ventunenne cucoo di Paliano ucciso di botte il 6 settembre del 2020 in largo Oberdan. I principali imputati sono stati condannati a 24 anni di reclusione e dunque la sentenza ha rivisto il verdetto di primo grado con cui ai fratelli di Artena era stato inferto l’ergastolo.

E’ stata confermata la condanna a 23 e a 21 anni di carcere emessa dalla Corte d’Assisse del Tribunale di Frosinone per Francesco Belleggia e per Mario Pincarelli. Eppure prima che i giudici entrassero in camera di consiglio i due rappresentanti della pubblica accusa- il procuratore generale di Roma Bruno Giangiacono ed il sostituto procuratore di Velletri Francesco Brando – avevano chiesto di confermare l’entità della sentenza di primo grado spiegando come i fratelli Bianchi, Belleggia e Pincarelli sapessero di poter uccidere, in quanto “avevano la percezione del concreto rischio che attraverso la loro azione Willy potesse perdere la vita, e nondimeno hanno continuato a picchiarlo”.

Sarà importante ora leggere le motivazioni che la Corte d’assise di Roma depositerà nei prossimi 90 giorni. Dal loro tenore partirà il ricorso, annunciato, delle difese in Cassazione in cui chiederanno innanzitutto la derubricazione dell’omicidio volontario in quello preteritenziale. Ma i tantissimi cronisti presenti nella cittadella giudiziaria di piazzale Clodio a Roma hanno verificato lo stato d’animo della madre e delle due figlie del povero. Visibilmente scossa e provata, la signora Lucia ha tentato di fronteggiare l’assalto di telecamere e taccuini sibillando pochissime frasi: “’Più o meno me l’aspettavo. Nessuna sentenza mi ridarà mio figlio. Accetto la giustizia che è stata fatta. Non provo rabbia, ma il perdono è un’altra cosa’’.

Da grande maestro di diritto, uno dei legali di parte civile, l’avvocato Domenico Marzi, si aspettava, a differenza di tantissimi addetti ai lavori, che l’applicazione delle attenuanti avrebbe evitato la conferma dell’ergastolo ai fratelli Bianchi. Il motivo? Il dibattimento d’appello non avrebbe definito appieno la dinamica omicidi aria nel secondo i fratelli Bianchi hanno colpito con calci e pugni Willy Monteiro ma non sono stati i soli.

”Desidero esprimere apprezzamento per una sentenza della corte d’appello che arriva a neanche tre anni dal fatto e dimostra che l’amministrazione della giustizia in questa vicenda ha funzionato perfettamente – ha detto l’avvocato Marzi – Sulla riduzione di pena con la concessione delle attenuanti generiche era una delle previsioni che mi ero permesso di fare, in quanto obiettivamente i fatti si sono svolti in una modalità tale da non consentire un distinguo così netto fra i due protagonisti Bianchi e gli altri due protagonisti Pincarelli e Belleggia ai quali già erano state concesse le attenuanti generiche, quindi una decisione che io ritengo processualmente ineccepibile’’.

Alla lettura della sentenza del processo di secondo grado la più soddisfatta è apparsa essere la componente difensiva dei fratelli Bianchi. A Difendere Gabriele sono stati gli avvocati Ippolita Naso e Valerio Spigarelli: “Non ci convince la qualificazione giuridica data ai fatti che secondo noi andava inquadrata nell’omicidio preterintenzionale, c’erano tutti gli elementi per ritenerlo configurabile. Ora dobbiamo attendere il deposito delle motivazioni per capire come spiegano questa decisione. Andremo in Cassazione anche perché il fatto è lo stesso e identico per tutti e invece ancora rimane una diversità di trattamento sanzionatorio per tutti gli imputati”.

L’avvocatessa fiorentina Vanina Zaru era ll’unica novità nel collegio difensivo dei quattro imputati rispetto al processo di primo grado. La professionista toscana aveva preso il posto di Massimiliano Pica che aveva rinunciato a difendere Marco Bianchi:””Ritengo che questa decisione sia comunque un passo avanti. Certamente sarà importante leggere le motivazioni sulla qualificazione giuridica, perché a mio avviso non si tratta di un omicidio volontario”.

Dopo la lettura della sentenza ha pianto invece il legale di Francesco Belleggia, l’avvocato Vito Perugini: “Ricorreremo in Cassazione. Con questa sentenza che ha riformato le pene, vengono equiparate tutte e quattro le posizioni. Leggeremo le motivazioni”.

I più delusi sono state alcune delle parti civili.Il sindaco di Paliano Domenico Alfieri hanno definito “deludente” la sentenza della Corte d’assise d’appello: “L’ergastolo sarebbe stato l’unico modo di avere giustizia, per il resto ci resta ben poco. Per quanto sarà possibile, staremo il più possibile vicini alla famiglia”. Il collega di Colleferro, Pierluigi Sanna, ha utilizzato, infine, lo stesso tono: “”Difficile commentare questa notizia rimanendo lucidi, credo che una sentenza emessa da un Tribunale meriti rispetto, certo è che rimane l’amaro in bocca, molto amaro”.

Lettura sentenza d’Appello. 

 

Domenico Marzi, legale parte civile famiglia Monteiro Duarte

Lucia Monteiro Duarte 

Vanina Zaru, legale difensore Marco Bianchi

Valerio Spigarelli, legale difensore Gabriele Bianchi

 

Loredana Mazzenga, legale difensore Mario Pincarelli