Gaeta / Ex vetreria Avir, udienza preliminare per la dirigente comunale Stefania Della Notte

Cronaca Gaeta

GAETA – “Non ho falsificato alcun frazionamento delle particelle della superfice dell’ex vetreria Avir. Le mie risposte ai quesiti del Consiglio di Stato hanno fatto seguito a quelle richieste e prodotte dal mio predecessore, l’ingegnere Massimo Monacelli, e depositate dall’allora legale del comune di Gaeta e presidente dell’ordine degli avvocati di Latina Giovanni Malinconico”.

Si è difesa in questi termini, chiedendo di rilasciare dichiarazioni spontanee, la dirigente del settore “Riqualificazione Urbana” del comune di Gaeta Stefania Della Notte comparsa davanti il Gup del Tribunale di Roma Simona Calegari, chiamato a valutare la richiesta pervenutale dal sostituto procuratore Antonio Verdi circa il rinvio a giudizio della 55enne dirigente formiana con le ipotesi accusatorie di falso ideologico commesso da un pubblico ufficiale.

I guai giudiziari dell’architetto Della Notte sono collegati direttamente all’avvio del procedimento amministrativo da parte dell’allora amministrazione del sindaco Antonio Raimondi di confisca al patrimonio del comune di Gaeta delle superfici e dei volumi dell’ex vetreria Avir dopo essere stati sequestrati nel 2011 dalla Procura di Latina con l’accusa di lottizzazione abusiva. Le cinque società immobiliari proprietarie dello storico opificio di Serapo impugnarono al Tar con esito positivo l’ordinanza sindacale per il via dell’iter della confisca. Il comune di Gaeta nella primavera 2013 propose ricorso al Consiglio di Stato che nell’agosto 2019, ribaltando il pronunciamento del Tar, spianò la strada per la confisca dell’ex vetreria da parte della Giunta Mitrano.

L’architetto Della Notte nel suo interrogatorio davanti il Gup Calegari ha ripercoso l’intera e controversa querelle tecnico-amministrativo e giudiziaria. Con l’ordinanza numero 213/18 emessa nell’ambito del procedimento numero 570/2014 il Consiglio di Stato ordinò alle parti in giudizio di depositare documentazione relativa al frazionamento oggetto del stesso procedimento. Alla richiesta del difensore di fornirgli quanto richiesto nella suddetta ordinanza rispose l’allora dirigente Monacelli con nota numero 8768/2018 del 14 febbraio 2018 nella quale alla pagina 2 si asseriva, chiaramente, che “il frazionamento della particella 89 foglio 34 (relativamente ai sub da 3 a 13) risaliva agli anni 2004-2005”.

Con la successiva ordinanza numero 4928 del 2018 (ricorso 570/2014) il Consiglio di Stato, ad integrazione della precedente ordinanza, ordinò sempre alle parti la produzione dei seguenti documenti: 1) atti notarili di registrazione delle nuove unità della “Di Tella srl”; 2) Piano attuativo per l’ex vetreria Avir; 2) la relazione su configurabilità (chiedendo quindi una valutazione di parte) della lottizzazione abusiva (peraltro già oggetto di contestazione in sede penale).

Con la nota numero 52706 del 28 settembre 2018 ed indirizzata al difensore del Comune di Gaeta, l’avvocato Malinconico, l’Architetto Della Notte gli fornì le informazioni utili al procedimento come richieste dal Consiglio di Stato con ordinanza numero 4928 del 2018. In questa nota di dieci cartelle l’architteto Della Notte – in servizio dal 16 maggio 2018 – riportò “pedissequamente” (ha tenuto a sottolineare il suo legale, l’avvocato Andrea Di Croce) il quadro sinottico delle variazioni catastali già trasmesso dall’ingegner Monacelli con la sua precedente nota e fece esplicito riferimento ai frazionamenti della particella 89 foglio 34 nei sub da 3 a 13 avvenuti negli anni 2004 e 2005.

Unitamente a questa riconfermata nota la dirigente del comune di Gaeta – e l’ha evidenziato la diretta interessata al Gup che deve decidere o meno il suo rinvio a giudizio – trasmise al difensore avvocato Malinconico la documentazione (tutta già trasmessa anche da Monacelli) relativa a: 1) tipi mappali; 2) visure catastali 3) atti notarili di trasferimento; 4) note di trascrizione. A questa documentazione (e questa è l’unica “novità” della nota dell’Architetto Della Notte la stessa neo dirigente del comune di Gaeta aggiunse solo ed unicamente i richiesti titoli edilizi.

A chiedere il proscioglimento dell’architetto Della Notte è stato il suo legale difensore: “Risulta, poi, per tabulas e viene specificato in entrambe le note dei dirigenti del Comune di Gaeta (nonchè confermato negli scritti difensivi della società “Di Tella”) che il deposito del frazionamento del 2 febbraio 2011 è effettivamente avvenuto. E’ stato e comunicato e documentato dapprima dall’ingegner Monacelli con la nota 8768/18 e successivamente questa comunicazione è stata riprodotta pedissequamente dalla Della Notte nella sua comunicazione al difensore n. 52706/18

Alla luce del reale svolgimento della vicenda si deve assolutamente escludere la sussistenza del reato per il quale risulta indagata l’architetto Della Notte in quanto il frazionamento del 2005 non è stato in alcun modo “celato” ma, anzi, espressamente richiamato e documentato nelle suddette notte a firma dei dirigenti comunali ed il deposito del frazionamento del 2 febbraio 2011 è effettivamente avvenuto.

L’avvocato Di Croce ha definito “cristallino” il comportamento della sua assistita evidenziando il deposito del 2011 effettuato dal geometra Todisco per “dimostrare cronologicamente i vari passaggi effettuati dalla particella 89 atteso che dagli atti dell’Agenzia del Territorio risultava solo il precedente deposito del 6 maggio 2005. E’ palese che il frazionamento del 2 febbraio 2011 è stato effettivamente presentato come riportato anche dall’Architetto Della Notte la quale, peraltro, ha dato sempre atto anche del frazionamento risalente al 2005”

La posizione della Procura in questo dibattimento è differente. Era il 28 dicembre 2018 quando la neo dirigente del comune di Gaeta rispose ad una seconda ordinanza istruttoria del Consiglio di Stato che, appunto, stava decidendo il ricorso dei cinque privati contro la decisione dell’amministrazione-Mitrano di acquisire al patrimonio comunale di Gaeta l’ex vetreria perché gravata dal fardello penale della lottizzazione. Il Consiglio di Stato chiese all’architetto Della Notte di spiegare qual era lo stato dell’arte sul piano urbanistico e particellare all’interno dell’ex vetreria.

I giudici di palazzo Spada avevano emesso l’ordinanza numero 213 del 16 gennaio 2018 nell’ambito – come detto – del procedimento amministrativo numero 570/2014 dopo che il Tar aveva legittimato l’iter di confisca avviato dalla prima Giunta Mitrano. La richiesta di chiarimenti del Consiglio di Stato arrivò al comune di Gaeta il 28 settembre 2018 e l’architetto si prese tutto il tempo a sua posizione per ottemperare alla richiesta arrivatale. E così che il 28 dicembre di quello stesso anno “attestò falsamente che il frazionamento dei subalterni 3,4,5, 8,9 e 13 della particella 89 del foglio 34 era stato depositato all’ufficio tecnico del comun e di Gaeta il 2 febbraio 2011 mentre in realtà tale atto era stato depositato in data 6 maggio 2005”.

L’architetto Della Notte con quella comunicazione al Consiglio di Stato avrebbe provocato un danno diretto ad uno dei proprietari dei “case rosse” di via Frosinone nell’ambito del perimetro catastale dell’ex complesso industriale dell’Avir. Raffaele Di Tella, di 58 anni di Frignano, con quel falso frazionamento risultò spogliato di alcune particelle e si trovò privo da un giorno ad un anno di diverse cubature realizzate e finanche di un giardino di cui sapeva di avere la proprietà.

Di Tella seppe di quel frazionamento comunicato dal comune di Gaeta al Consiglio di Stato durante un regolare svolgimento di quel contenzioso amministrativo di secondo grado e così diede mandato agli avvocati Luca Scipione e Michela Grieco di presentare un esposto contro ignoti direttamente presso gli uffici della Procura di Roma a piazzale Clodio. Era il 20 dicembre 2019. A fare il resto furono gli agenti del commissariato di Polizia di Gaeta che, sequestrando diversa documentazione presso il dipartimento “Riqualificazione urbana” del comune, appurarono in due informative del 19 e 29 maggio 2020 di come la dirigente Della Notte avesse informato falsamente il Consiglio di Stato su una particellizzazione che aveva un altro obiettivo di maggiore spessore amministrativo e…eletttorale.

L’architetto Della Notte voleva creare un danno ad uno dei privati proprietari di un appartamento nell’ex vetreria Avir? Probabilmente no. L’assunto giuridico che ha l’avvocato Luca Scipione davanti il Gup Calagari nell’udienza preliminare di giovedì è stato uno soltanto: con quel falso ed erroneo frazionamento dei sei subalterni della particella 89 del foglio 34 il comune di Gaeta voleva soltanto trarre in inganno il consiglio di Stato per dimostrare che nell’area ex Avir si era consumata una lottizzazione abusiva e, pertanto, quell’area da privata (per la gran parte) doveva diventare pubblica.

E così avvenne sino a quando Cosimino Mitrano nell’estate 2021, ad un anno dal voto amministrativo in cui prevalse Cristian Leccese, azionò un bob cat che demolì il muro di cinta ed altre pertinenze dell’ex Avir. Senza quel falso frazionamento comunicato dall’architetto Della Notte al Consiglio di Stato l’iter tecnico amministrativa dell’ex vetreria avrebbe avuto il corso che poi realmente ha avuto? Risponderà a questo interrogativo il Gup Calegari il prossimo 28 settembre, giorno in cui deciderà se rinviare a giudizio o prosciogliere l’architetto Stefania Della Notte.