Partito democratico: Daniele Leodori è il nuovo segretario regionale, tutti i membri eletti dell’Assemblea

Latina Politica Regione Lazio

LATINA – Arriva da Formia – grazie ad un perfetto gioco di squadra del locale circolo – il candidato pontino più votato alla segreteria regionale del Partito Democratico. Erasmo Pimpinella era in lizza per una delle tre liste“Rete Democratica” – che ha sostenuto la scontata elezione alla guida del Pd Laziale dell’ex vice presidente della Regione Lazio Daniele Leodori.

Sono stati davvero pesanti i numeri ottenuti in provincia dal “vice “di Nicola Zingaretti che su 5755 voti validi ha ottenuto 5704 preferenze, pari al 99,11%. Se l’altro candidato in lizza per la segreteria regionale, il consigliere comunale di Roma Mariano Angelucci si è dovuto accontentare soltanto di 51 voti (0,89%), un grande traino all’affermazione di Leodori è stato garantito da “Rete Democratica” , la lista che, vicina al rieletto consigliere regionale Salvatore La Penna e al segretario provinciale del Pd Omar Sarubbo, ha portato in dote 3132 (54,42%) eleggendo ben nove candidati in lizza.

Il primo (ed in assoluto) è stato Pimpinella con 534 preferenze personali, seguito con un notevole distacco dal castelfortese Antonio Santamaria (345), l’apriliana Gloria Mastrocicco (341), la castelfortes Marta Testa (338), dalla gaetana Marilisa Di Milla (314), Gerardo Melchionna (306), Marilena Bono (268), dall’ex consigliera comunale di Fondi Maria Civita Paparello (254) e inoltre, dal bravo sindaco di Maenza Claudio Sperduti (250).

Il segretario del Pd di Minturno, Lorenzo Corea, con 298 voti person ali ha trainato invece “Lazio Democratico” che, pur sostenendo alla segreteria regionale Leodori, ha conquistato 1265 voti di lista (21,98%) che sembrano essere collocati alla componente Dem guidata dall’ex consigliere regionale Enrico Forte. Ha eletto, oltre al minturnese Corea, Elena Felline (169), Gianmarco Proietti (152) e Paolo Rizzo (141).

Lo scarto rispetto alla terza lista pro Leodori, “Il Pd delle opportunità”, è stato davvero risicato. La formazione vicina all’ex segretario Provinciale del Pd ed ex consigliere regionale Claudio Moscardelli ha incamerato 1307 voti complessivi (22,71%) permettendo anch’essa l’elezione al parlamentino laziale del Pd di quattro candidati.

Il più votato è stato l’ex consigliere comunale di Formia Gennaro Ciaramella (283 voti) capeggiando di cui fanno parte Jessika Ionta di Santi Cosma e Damiano (205), l’ex consigliere comunale di Latina Mauro Visari (196 voti) e l’ex-sindaco di Pontinia ed presidente dell’amministrazione provinciale di Latina Carlo Medici (183). Primo dei non eletti il ristoratore, nonchè consigliere comunale d Castelforte Francesco Panzavolta (148). Diciassette sono dunque i dirigenti del Pd provinciale di Latina ad essere stati eletti nella segreteria regionale grazie ad una discreta partecipazione di voto che ha interessato 29 seggi dislocati in 33 comuni pontini.

Il commento iniziale per loro è stato del segretario provinciale Omar Sarubbo: “In primo luogo desidero ringraziare tutti i segretari di circolo, gli iscritti, i volontari per aver allestito seggi e gazebo per le primarie in tutto il territorio provinciale – ha esordito – Hanno dato vita ad una prova organizzativa e politica importante in un anno in cui si è continuamente votato: due turni amministrativi, politiche, regionali e congressi a tutti i livelli. Grazie di cuore a tutte le democratiche e democratici perché questa adesione e questa militanza sprigionano energie positive. Congratulazioni anche i 17 eletti della nostra provincia che entreranno a far parte dell’Assemblea regionale e grazie di cuore a quanti non sono stati eletti ma con il loro pregevole impegno hanno prodotto un bellissimo momento di intensa partecipazione”.

Sarubbo si è congratulato con il neo segretario regionale “per l’importantissima affermazione e saremo al suo fianco per ricostruire il partito del Lazio a cominciare dalla valorizzazione dei territori e della nostra rete organizzativa di base. Un partito che ha davanti a sé una stagione di opposizione decisa al governo regionale che già dalle prime mosse si rivela corporativo, ideologico ed accentratore. Da questo ripartiamo per prenotare vittorie future che Leodori ha già dato ampia dimostrazione di saper costruire. Un ringraziamento anche all’altro candidato segretario, Mariano Angelucci, per l’impegno e le idee che saranno patrimonio del nostro progetto collettivo. Ora passiamo dai voti ai contenuti”.

Il 1 luglio intanto si svolgerà l’annunciata conferenza programmatica Provinciale presso l’infermeria di Fossanova “dove rimetteremo al centro del nostro dibattito le politiche per lo sviluppo del territorio e l’idea di futuro che vogliamo per i nostri figli. Parleremo di economia, lavoro e formazione, assetto del territorio, sanità, ciclo dei rifiuti e delle acque, mobilità, ambiente ed altri temi di interesse collettivo. La vigilia del congresso regionale era stata vivacizzata da un interessante documento che auspicava un un “cambiamento nelle modalità del confronto e di elezione degli organismi dirigenti” e lamentava “la completa assenza di discussione su quale partito, su quale linea politica e programmatica si intende ricostruire l’insediamento territoriale e quale alleanza sociale nella regione Lazio”.

A firmarlo era stato un nutrito gruppo di dirigenti, iscritti e militanti che si era rivolto al segretario provinciale Sarubbo e a quella nazionale del Pd Elly Schlein. Sollecitava un diverso ‘utilizzo’ dei circolo che , se sono indicati quali preziosi luoghi di aggregazione, confronto e partecipazione”, “bisognava ripartire da loro e non chiamarli a ratificare indicazioni provenienti dall’alto, secondo posizioni precostituite. Siamo in una Regione che, dopo i dieci anni di governi di centro sinistra, è riconquistata dal centro destra, con punte di astensionismo che dovrebbero preoccuparci in quanto segnale di uno scollamento sempre più esteso fra cittadini e partiti. E questo è un segno di sfiducia che mette in discussione i principi della Democrazia rappresentativa e dello stesso senso di appartenenza alla comunità. Oltre alla perdita della Regione Lazio, non governiamo nessun capoluogo di provincia e nella nostra realtà la sconfitta è ancor più Grave”.

A dire dei firmatari di questo documento il congresso regionale “poteva e doveva essere l’occasione perché vi fosse una riflessione seria fuori dalle logiche di posizionamento delle correnti, di capi e capetti, per rilanciare con forza la centralità di una cultura politica alta, capace di rappresentare un’alternativa alla destra, che oggi governa ridisegnando stili di vita, valori, forme dell’agire che minano nel profondo quei diritti che pensavamo di aver conquistato per sempre. Basti pensare al mondo femminile, ai passi indietro che si stanno già producendo, all’aumento delle disuguaglianze e delle ingiustizie, all’esclusione dall’istruzione e dal lavoro di tanti giovani che cercano opportunità di vita fuori dal nostro Paese”.

“Nei fatti i circoli sono annullati come luoghi di confronto ma chiamati a svolgere le funzioni di comitati elettorali. Noi non vogliamo rassegnarci a questa deriva. Le idee, la costruzione di una nuova forma organizzata della partecipazione e dell’impegno collettivo, restano gli obiettivi necessari per affrontare i problemi del vivere delle persone ed offrire la possibilità di un riscatto e di vero cambiamento, che si ponga in alternativa alla destra. Andremo a votare – avevano annunciato – perché e un dovere irrinunciabile, ma il nostro impegno intendiamo metterlo a disposizione del nuovo segretario affinché si continui l’opera di rinnovamento dell’organizzazione politica e della rappresentanza dei territori” – scrivevano ancora.

Insomma era stato chiesto un cambiamento che interessasse le modalità di elezione dei componenti delle assemblee provinciale e regionale, partendo dalle assemblee dei circoli, “convocate a discutere sulle nuove sfide della pace, del lavoro, dei diritti sanciti dalla nostra Costituzione”. 

Era stata sollecitata anche la convocazione di un’assemblea programmatica provinciale che – come ribadito dal segretario Sarubbo ci sarà tra dieci giorno – che “affronti nuove opportunità e modalità di organizzazione, per analizzare e comprendere i problemi delle nostre comunità, a partire dallo spopolamento e dall’emigrazione giovanile, per offrire proposte, soluzioni, stimoli alle forze politiche, alle istituzioni, alle categorie economiche e sociali, nell’esclusiva premura del benessere comune”.