Itri / Risorsa idrica tramite pozzi, il Comitato Cittadino per l’Acqua Pubblica su aumento costi e disinteresse del Comune

Attualità Itri

ITRI – Il “Comitato Cittadino per l’Acqua Pubblica di Itri” – nato nel 2021 in risposta al  “fenomeno” particolare che caratterizza la cittadina di Itri, in special modo le abitazioni e le aziende dislocate al di fuori del centro abitato, zone che – benché negli anni abbiano registrato una forte espansione ed un accentuato incremento abitativo –  non sono servite dalla condotta idrica – ed oggi si espone per chiedere una “gestione” da parte delle società private che estraggono e distribuiscono la risorsa idrica tramite pozzi che sia “equa e concordata”, visti gli ultimi aumenti di costo che hanno registrato; nonchè chiedere nuovamente l’intervento delle Istituzioni. 

“Il Comitato Cittadino per l’acqua pubblica di Itri nasce proprio in risposta a queste poco chiare forme associative e/o consortili alle quali molti utenti non hanno inteso aderire, nell’attesa che la Regione, ente competente in materia, intervenga adottando modelli e regolamenti di gestione chiaramente pubblici della vicenda. Tuttavia, negli anni, i vari utenti hanno sempre regolarmente corrisposto quanto fatturato nei loro confronti dalle società che gestiscono il servizio. Il problema che si è posto per il corrente anno 2023 attiene alla circostanza che alcune delle suddette società hanno cominciato ad inviare fatture per il “trasporto” dell’acqua applicando prezzi a dir poco esorbitanti rispetto a quelli praticati in passato” – spiega il Comitato in una nota.

Facendo un passo indietro, il Comitato spiega ancora meglio: “In verità, la complessa problematica che riguarda i gestori di pozzi privati che, a Itri, servono circa duemila utenze non raggiunte dal gestore idrico pubblico (tra prime e seconde case, oltre aziende agricole, e forse la stima è addirittura in difetto…) ha portato alla ribalta un problema che covava da anni sotto la cenere e che si è palesato in tutta la sua complessità negli ultimi quattro/cinque anni”.

Insomma una storia fatta di diffide, verbali, sanzioni, divieti rispetto all’uso della risorsa idrica estratta dai pozzi privati, sulla quale la Provincia – secondo quanto ricorda lo stesso Comitato – scriveva: “L’ente procedente non può eccezionalmente consentire la continuazione provvisoria del prelievo in presenza di particolari ragioni di interesse pubblico generale, in quanto, l’interesse pubblico per tale tipo di utilizzo, può essere richiesto esclusivamente dal Comune di Itri che comporterebbe un esproprio per pubblica utilità dell’opera di derivazione e delle sue pertinenze e, pertanto, attualmente le derivazioni risultano insanabili”. La Provincia chiedeva l’istituzione di una commissione per ragionare sulle possibili soluzioni, se ce ne fossero, rispettose della legge”.

“Nel periodo successivo, a 18 mesi di distanza dall’emissione dei verbali dei Carabinieri Forestali, il Sindaco emette una prima Ordinanza, la n.2 dell’ 08/02/2019, con cui diffida i proprietari dei pozzi a non sospendere il servizio idrico per ragioni di pubblico interesse, ed una seconda Ordinanza, la n.2 del 23/01/2020 dove si ordina ai proprietari dei pozzi di consentire ad Acqualatina Srl ed ASL di competenza il prelievo ed il controllo della qualità delle acque derivanti dall’emungimento dei pozzi privati, il primo passo per procedere sulla strada pubblicistica, già in parte tracciata a grandi linee proprio nel testo del documento (si allegano entrambe le Ordinanze). Quest’ultima Ordinanza – ricostruisce, nella medesima nota, il Comitato –  fa seguito all’istituzione di tavoli tecnici ed istituzionali, con la partecipazione della Regione, Provincia, ATO4, Acqualatina S.p.A. e Comune di Itri, specificando che, nell’incontro tenutosi a Roma presso la Regione Lazio il 13 settembre 2019 e il 16 gennaio 2020, tutti i presenti hanno convenuto sulla necessità ed obbligatorietà della soluzione pubblica, con il subentro del gestore idrico Acqualatina S.p.A., affinché la questione sia definita nel rispetto delle prescrizioni di legge. Nello stesso documento si fa riferimento ad un Protocollo d’Intesa tra le parti che avrebbe dovuto definire le competenze di ciascun Ente coinvolto, nonché fissare le regole del periodo transitorio che doveva condurre alla soluzione pubblica, cosa ad oggi mai avvenuta!”.

Da una lettura delle suddette Ordinanze appare subito evidente che, nell’obbligare la fornitura di acqua senza istituire un organismo di controllo dei costi e delle tariffe, si è venuto a creare un monopolio delle stesse da parte di queste società, le quali hanno il potere di stabilire le tariffe in modo arbitrario e senza alcun controllo da parte di nessun ente e di nessuna autorità in materia fiscale e ambientale. L’intervento delle Autorità competenti in materia (Regione Lazio in primis e poi Provincia di Latina) ha però imposto un percorso di pubblicizzazione dei processi di estrazione e distribuzione della risorsa idrica, invitando i proprietari dei pozzi, che ne avevano fatto e fanno cessione a terzi, ad adottare modelli di regolamento che fossero conformi alla natura pubblica del bene (l’acqua). Si è così assistito ad una serie di attività giuridiche, ora finalizzate alla costituzione di associazioni ora di consorzi, che hanno condotto i titolari privati delle strutture a richiedere versamenti in denaro ai propri clienti/associati giustificando i nuovi esborsi con non meglio precisate esigenze collegate ad adempimenti notarili, propedeutici alla costituzione delle nuove forme aggregative” – scrive  ancora il “Comitato Cittadino per l’Acqua Pubblica di Itri”. 

E conclude: “Nell’attesa della pubblicizzazione dei processi di estrazione e distribuzione della risorsa idrica, il Comitato intende salvaguardare i contratti in corso, sia con La Condotta 1995 Srls sia con le altre società private che gestiscono i vari ‘acquedotti abusivi’, ma su basi eque e concordate, non potendosi unilateralmente da parte della società applicare aumenti che non siano concertati con gli utenti o arrivare a minacciare la unilaterale risoluzione contrattuale nonché il distacco del flusso idrico, contravvenendo a quanto stabilito in Ordinanza comunale e quindi diventando passibile di denuncia penale, con le gravissime conseguenze che si determinerebbero a livello igienico-sanitario, lasciando un centinaio di famiglie senza acqua corrente nelle proprie abitazioni. Si vuole infine portare l’attenzione sul fatto che il Comitato per l’acqua pubblica di Itri ha fatto richiesta ben tre volte per un incontro con l’attuale Sindaco, Giovanni Agresti, per portarlo a conoscenza di tutto quanto sopra-esposto e di cui l’ultima richiesta è stata inviata tramite PEC in data 12 aprile 2023, senza ricevere ad oggi alcuna risposta. Fatto a dir poco molto grave!”.