Gaeta / Stabilimento balneare militare: scontro tra Capitaneria di Porto e Ministero della Difesa

Attualità Gaeta

GAETA – Un autentico scontro istituzionale è in corso a Gaeta tra la locale Capitaneria di Porto e l’agenzia industrie Difesa del Ministero della Difesa che, interrompendo il 31 dicembre scorso il rapporto con la vecchia gestione, ha di fatto chiuso, alla vigilia dell’inizio della stagione turistico-balneare 2023, il lido militare sulla spiaggia di Serapo. La struttura va invece riaperta immediatamente, a prescindere dalla decisione del Tar che ha rinviato al prossimo 8 novembre la discussione nel merito il ricorso presentata dalla vecchia gestione del lido, l’associazione ricreativa formata da dipendenti che lavorano presso lo stabilimento grafico militare in località Monte Orlando. E’ la stessa che ha impugnato favorevolmente davanti la magistratura amministrativa (il 29 novembre 2022 ed il 7 aprile scorso) ben due bandi promossi dall’Agenzia Industriale Difesa per la futura gestione della stessa struttura.

Lo stabilimento balneare marittimo va, invece, riaperto al pubblico e la gestione attribuita a chicchessia – è il ragionamento della Capitaneria – per garantire la sicurezza della balneazione nel tratto di mare antistante. Se la situazione attuale dovesse perdurare – si interroga la Capitaneria di Porto – chi garantirebbe l’obbligatorio servizio di salvamento in mare?

A scrivere all’Agenzia Industrie Difesa e, per conoscenza, al Ministero della Difesa, allo Stato maggiore della Difesa, al segretario generale della Difesa e direzione nazionale degli armamenti, alla direzione generale per il personale civile del Ministero della Difesa e ai sindacati di categoria (Uilpa Uil, Confsal Unsa, alla Funzione pubblica della Cgil e a quella della Cisl per conto dell’ultima gestione dello stabilimento militare è ora anche il legale dell’autore dei due ricorsi al Tar. L’avvocato Alfredo Zaza D’Aulisio, di fatto, ha chiesto l’affidamento in via diretta del lido militare al vecchio gestore (associazione ricreativa dipendenti difesa di Gaea) per la stagione balneare 2023, specificando “come il mancato utilizzo del bene demaniale marittimo costituisce una possibile causa di decadenza per la futura assegnazione”.

L’agenzia Industrie Difesa non può più temporeggiare in quanto la stagione balneare è iniziata ufficialmente il 1 maggio e, a prescindere dalla sospensione della procedura di gara prevista dal bando pubblicato il 15 febbraio scorso, le attività di protezione sociale riguardanti il circolo ricreativo dei dipendenti difesa e lo stabilimento balneare militare “sono state ancora affidate. Il mancato-omesso affidamento delle attività di “protezione sociale” – ha scritto nell’atto di diffida l’avvocato Zaza D’Aulisio alla quale non ha avuto alcuna risposta sino alla giornata di martedì – comporta il venir meno ad una delle attività istituzionali cui è preposta Agenzia Industria Difesa (ai sensi dell’articolo 464 del decreto legislativo 90/2010) a favore del personale militare e civile dipendente dal Ministero della Difesa”. L’avvocato Zaza D’Aulisio sostiene come il principio di rotazione per la gestione di queste strutture (disciplinato dall’articolo 36 del decreto legislativo 50/2016) “non trova applicazione in questa vicenda non essendo un affidamento regolato dal Codice appalti. Anzi, esso è sempre derogabiledall’Amministrazione della Difesa in quanto l’operatore uscente ha fornito in precedenza un servizio di livello con soddisfazione dell’utenza, utilizzando personale qualificato e rispettando le prescrizioni impartite dall’Amministrazione concedente”.

Qualche numero: lo stabilimento balneare militare di Serapo nel 2022, ha ospitato circa 800 abbonati (tutti appartenenti al personale civile e militare del Ministero della Difesa) e registrato circa 5000 presenze, consentendo ai dipendenti dell’Amministrazione della Difesa di poter fruire dei servizi erogati (servizi di spiaggia, e bar-ristoro) a prezzi “calmierati” di gran lunga inferiori a quelli di “mercato”. Perché questo rinnovo è sollecitato per la gestione del lido militare di Serapo oltre ai motivi di sicurezza per la balneazione pubblica chiamati in causa dalla stessa Capitaneria di Porto di Gaeta? Lo motiva nel suo atto di diffida l’avvocato Zaza D’Aulisio, affiancato dal collega Giovanni Maiello: “l’associazione ricreativa dipendenti dipendenti, in ragione alla pluriennale esperienza maturata nella gestione dello Stabilimento Balneare di Serapo, ha il know-out esperienziale per idoneamente gestire il servizio, ed allestire in tempi rapidi le strutture, nonostante la stagione balneare sia già iniziata. All’associazione, per allestire l’arenile e rimettere in esercizio lo stabilimento balneare occorrono circa 30 giorni lavorativi; per un neo operatore, per quanto qualificato, ma non pratico dei luoghi, occorre quantomeno il doppio del tempo”.

Su questa vicenda il comune di Gaeta continua a mantenere un religioso silenzio, interessato ad evitare di alimentare, da par suo, conflitti istituzionali quando il Tar, annullando in autotutela il primo bando e rinviando a novembre la discussione nel merito della seconda licitazione, aveva bacchettato l’Agenzia Industria Difesa laddove aveva previsto all’articolo 7 che i partecipanti avrebbero dovuto presentare un fatturato non inferiore ad un milione di euro per ciascuno degli esercizi finanziari 2019-2021”. Il Tar lo scorso 7 aprile ha accolto la domanda cautelare degli assistiti degli avvocati Zaza D’Aulisio e Masiello specificando come il fatturato minimo richiesto è superiore di uno e mezzo il valore della concessione, un valore meramente stimato e non ancorato a dati certi”.

Il Comune di Gaeta, come la Capitaneria di porto, potrebbe chiedere l’affidamento per ragioni di sicurezza della gestione del lido militare che, se non dovesse aprire i battenti, diventerebbe una spiaggia libera alla prese con non pochi problemi di gestione nei prossimi giorni. L’amministrazione Leccese fa affidamento al suo interno su diversi mini concessionari, noti e meno noti. Per loro operare “sconfinamenti” nel tratto di arenile in concessione all’Agenzia Industria difese sarebbe – in caso di omessa vigilanza come sta avvenendo in questi giorni – davvero un gioco da ragazzi.