Formia / Rifiuti: la Frz lascia il Csa di Castelforte, chiesta riunione della Commissione Trasparenza

Attualità Formia

FORMIA – La prima seduta utile della commissione “Controllo e Garanzia” del comune di Formia dovrà occuparsi della decisione della sua unica municipalizzata, la Formia Rifiuti zero di trasferire improvvisamente dalla scorsa settimana i rifiuti indifferenziati (i residuali dalla raccolta differenziata) alla “Saf” di Colfelice dopo averli conferiti per sette anni presso il centro di trattamento meccanico del Centro servizi ambientali , il Csa, di Castelforte.

La richiesta è stata formalizzata dal capogruppo della lista “Guardiamo Oltre” Imma Arnone che ha investito del problema il segretario generale del comune e responsabile dell’anti corriuzione dell’ente Marina Saccoccia. Sarà ora l’alto dirigente a chiedere al presidente della commissione trasparenza Amato La Mura formalizzare l’ordine del giorno e chiedere l’eventuale audizione di qualche rappresentante della Giunta Taddeo (l’assessore all’ambiente Eleonora Zangrillo o responsabile di settore che al momento non c’è…) o dello stesso neo amministratore unico della “Frz” Raffaele Rizzo, lo stesso che, partecipando sabato mattina alla seduta della commissione consiliare Ambiente, aveva per certi versi anticipato la volontà della società di “guardarsi attorno” con l’intento, questo sì che legittimo, di ottenere un risparmio sui costi di gestione del ciclo dei rifiuti

Ma le leggi e i regolamenti nel settore vanno risparmiati ed in quest’ottica il Csa di Castelforte, prima di coinvolgere i Carabinieri del Noe, ha chiesto – come anticipato – l’intervento del principale socio della Formia Rifiuti zero, ilk Comune, della direzione regionale del ciclo dei rifiuti e della Procura regionale presso la Corte dei Conti. I destinatari della lettera sottoscritta dal patron del Csa di Castelforte, Enrico Giuliano, sono, tra gli altri, l’amministratore unico della Frz Rizzo, il sindaco Taddeo, l’assessora Zangrillo e la segretaria generale Saccoccia e, soprattutto, i potenti dirigenti regionali Leonilde Tocchi e Federica Giglio. Vi si chiede il loro intervento per bloccare un provvedimento, quella Frz, che, oltre a violare il principio normativo di prossimità (attraverso il quale i comuni o i soggetti autorizzati a svolgere il servizio sono obbligati a conferire i rifiuti nel centro regionale autorizzato più vicino dal punto di vista geografico, contrasta il piano regionale dei rifiuti ed il testo unico ambientale in base ai quali è fatto obbligo ai comuni e agli operatori economici incaricati di “conferire i propri rifiuti indifferenziati (EER 20.03.01) presso impianti di trattamento e smaltimento del proprio di Ato di competenza”. Insomma quelli autorizzati per la provincia di Latina, il Csa di Castelforte e la Rida di Aprilia, e non la Saf di Colfelice, società pubblica quest’ultima di proprietà dei 91 comuni della provincia di Frosinone e del rispettivo Ato.

Secondo Giuliano “appare chiaro – si legge nella lettera di protesta alla Regione Lazio – che una diversa opzione, oltre a collidere con il vigente piano regionale dei rifiuti, andrebbe a violare le norme imperative e nazionale del decreto legislativo 152/2006. Il conferimento presso un altro impianto, in violazione degli accordi in essere, è anche fonte di una responsabilità derivante da un inadempimento contrattuale. Il Csa nella propria programmazione annuale riserva degli ‘spazi’ ai comuni e agli operatori che conferiscono il “EER 20.03.01”. Il mancato rispetto degli impegni assunti obbligherebbe il soggetto conferitore (dunque la Formia Rifiuti zero) a tenere indenne l’impianto per le spese sostenute e per il minore introio della tariffa”.

Il Csa chiama in causa il comune di Formia quando scrive nella lettera che la condotta assunta da alcuni giorni lo sta esponendo ad un rischio di danaro erariale: “Il conferimento presso altro impianto, in violazione della normativa nazionale e regionale, alla luce degli accordi commerciali in essere, esporrebbe il comune a sostenere maggiore spese di trasporto e di logistica oltre a risarcire i danni subiti dalla sottoscritta” – ha aggiunto Giuliano.

La Regione Lazio è stata invitata a intervenire anch’essa, “ad assumere le iniziative ritenute più appropriate, di propria competenza , a chiedere il corretto rispetto dell’attività di gestione dei rifiuti e della loro gestione integrata” assicurando “il loro trattamento presso l’impianto più vicino al luogo in cui vengono prodotti”.