Sonnino / Morte Dell’operaio Umberto Musilli, la drammatica deposizione dell’operaio fermato

SONNINO – Si è rivelata decisamente drammatica la deposizione davanti il Gip del Tribunale di Latina Giuseppe Cario di Alessandro Del Monte, l’operaio di 44 di Sonnino arrestato lunedì dai Carabinieri del Nas insieme a Sebastiano Dei Giudici, di 48 anni, e di Giuseppe Soale, di 57, relativamente all’incidente sul lavoro in cui perse la vita il 23 giugno 2022 Umberto Musilli, di 67 anni, in un cantiere di Sonnino in cui si stava realizzando un parcheggio. Rispondendo a tutte le domande del Gip nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia, Del Monte, finito nei guai per omicidio volontario con dolo eventuale, favoreggiamento personale aggravato e continuato, rimozione ed omissione doloso di cautele contro gli infortuni sul lavoro, ha ripercorso la drammatica vicenda oggetto di una meticolosa ricostruzione investigativa operata dai Carabinieri del Nas sotto il coordinamento del sostituto procuratore Giuseppe Miliano.

L’uomo ha rivelato di essere stato anch’egli sul punto di morire folgorato dopo che il tubo idraulico con cui una betoniera di una società di Latina stava scaricando il calcestruzzo muovendo in aria toccò per sbaglio i fili dell’alta tensione. Del Monte, difeso dall’avvocato Dino Lucchetti, ha confessato che il collega Musilli è rimasto folgorato davanti a lui. I soccorsi sono stati immediati ma inutili. E la decisione di spostare il corpo in una zona diversa dal luogo in cui è avvenuto l’incidente? “Non avevamo altre soluzioni – ha detto Del Monte – Quando sono stato soccorso e trasportato in ospedale ho dovuto dire di essere caduto dallo scooter perché in quel cantiere io e tanti altri lavoravamo a nero“.

Se Dei Giudici si è avvalso della facoltà di non rispondere, l’interrogatorio di garanzia di Soale è stato rinviato per le sue precarie condizioni di salute. L’avvocato Lucchetti, dopo aver presentato un ricorso al Riesame contro l’ordinanza di custodia cautelare, ha chiesto al Gip Cario il suo annullamento o, in subordine, la sua attenuazione in arresti domiciliari. Saranno invece interrogati nei prossimi giorni scorsi perché ai domiciliari gli altri quattro indagati finiti ai domiciliari: Roberto Orsini, di 47 anni di Sezze, Federica Libanori, 44 anni di Latina, Luca Antonetti, di 50 anni di Latina e Vincenzo Soale, di 36 anni di Sonnino.

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