FORMIA – A distanza di quaranta giorni sono tornati venerdì mattina gli agenti della Guardia Costiera di Formia in largo “Marina”. Sono stati inviati dal sostituto procuratore Flavio Ricci della Procura di Cassino per notificare l’ordinanza con cui è stato revocato il sequestro penale ai danni di quella che era stata definita una discarica incontrollata di rifiuti pericolosi e non a servizio del cantiere navale gestito da Paolo Simeone. I sigilli erano stati apposti su un un’area demaniale di 7000mila metri quadrati da parte del Nucleo Operativo di Polizia Ambientale della Capitaneria di porto di Gaeta. La vicenda, dalle forti ricadute ambientali e igienico sanitarie, è stata risolta grazie ad una positiva concertazione che per tutelare l’attività economica ed occupazionale alla vigilia dell’inizio della stagione turistica ha registrato la positiva adesione della stessa Procura, del privato (assistito legalmente dall’avvocato Andrea Di Croce), la Guardia Costiera, l’Arpa Lazio e la stessa Asl di Latina.
Gli inquirenti (cui si erano affiancati gli stessi tecnici dell’Arpa e dei Vigili del Fuoco di Gaeta) al termine del blitz del 28 febbraio e 1 marzo scorsi avevano evidenziato rilevanti violazioni alla normativa ambientale, riconducibili, oltre che alla non corretta gestione dei rifiuti prodotti durante le attività di cantiere, anche alla carenza della necessaria autorizzazione unica ambientale. Il cantiere “Paolo Simeone” in poco più di un mese ha bonificato e soprattutto ha messo in sicurezza l’area che ospita sì diverse attività cantieristiche ma insiste su un’area di altissimo livello archeologico ed è facilmente raggiungibile dalla vicina e centralissima via Vitruvio. Se il titolare del cantiere formiano era stato denunciato a piede libero alla Procura della Repubblica di Cassino per alcune violazioni al testo unico ambientale, l’area demaniale e i rifiuti stoccati erano stati sottoposti a sequestro.
I sigilli sono stati ora revocati perché il cantiere navale ha dimostrato come quegli scarti di lavorazione non fossero stati abbondonati lì per essere smaltiti illecitamente. Il privato ha dimostrato, attraverso una fitta documentazione cartacea e fiscale, come una periodica attività di regolare smaltimento fosse stata sempre svolta e l’hanno evidenziato le fatture rilasciate in precedenza da una ditta specializzata del settore. “Nessuna compromissione, dunque, all’ambiente marino-costiero circostante e tantomeno alcuna immissione di sostanze inquinanti a conferma del fatto che il blitz della Guardia Costiera – ha dichiarato l’avvocato Andrea Di Croce – avesse avuto un carattere occasionale nei giorni in cui quei rifiuti erano stati accantonati in attesa di essere recuperati e smaltiti dalla società che aveva sempre svolto questa delicata azione di bonifica”. Ora a provvedere e mettere in sicurezza è stato il cantiere navale di Formia che ha sottolineato come queste due iniziative fossero state concordate in base alle prescrizioni fornite dai tecnici dell’Arpa Lazio e dell’Asl e seguite dagli agenti della Guardia Costiera, sino alla revoca disposta dalla Procura di Cassino.