FORMIA – “Una manifestazione di interesse non deve non può essere interpretata come una proposta contrattuale, un contratto preliminare o un contratto di opzione e, di conseguenza, non determina il sorgere in capo alla scrivente di alcun obbligo in relazione all’acquisto dell’azienda ed al proseguimento nelle eventuali trattative“. E’ durissimo il tenore di una lettera che la Corex di Battipaglia, nell’ambito della trattativa (mai decollata) per l’acquisto del ramo d’azienda del pastificio Paone (le due linee di produzione, marchi industriali e gestione futura degli eventuali organici), ha avviato all’attuale patron dello stabilimento alimentare formiano, Alejandro Octavio Quentin, al suo legale, l’avvocato Luca Gratteri e, per conoscenza, al responsabile della direzione Lavoro della Regione Lazio, al Prefetto di Latina Maurizio Falco, al presidente del Consorzio Industriale del Sud Pontino Salvatore Forte, al sindaco di Formia Gianluca Taddeo, a Unindustriale e ai sindacati di categoria, Flai Cgil e Uila Uil. Questa piccata presa di posizione della Corex segue una lettera dell’attuale management del pastificio formiano che la prestigiosa azienda salernitana ha considerato “dandolo per scontato un nostro impegno e obbligo ad acquisire il pastificio”.
Sono parole dure che confermano come ci sia una paralisi nella trattattiva per la cessione delle linee di produzione del pastificio Paone alla Corex che del sito produttivo di Penitro è, alla luce del concordato preventivo numero 4/2015 del Tribunale di Cassino, è proprietario per quanto riguarda l’aspetto immobiliare. Perché questo stallo? Secondo alcune indiscrezioni che circolano negli ambienti sindacali ci sarebbe una differenza sostanziale tra l’offerta economica avanzata dall’amministratore del pastificio Paone – sembrerebbe oltre tre milioni di euro – e la domanda della Corex che non vuole mettere sul piatto quel danaro anche sulla scorta dell’esposizione debitoria della “Domenico Paone srl” e del blocco produttivo del pastificio dallo scorso autunno.
Intanto grazie alla manifestazione di interesse della Corex l’attuale proprietà del pastificio ha potuto, per garantire la sua continuità aziendale e produttiva, avviare una proceduta con la Regione Lazio – anche se a decidere sarà nei prossimi giorni il Ministero del Lavoro – per ottenere la proroga della cassa integrazione straordinaria a decorrere dal 6 marzo scorso per i 29 dipendenti dell’azienda formiana.
La Corex ora ha deciso di mettere i classici puntini sulle ‘i’ in questi termini e con questo tono: “Prendiamo atto con piacere che la società ‘Domenico Paone Srl’ dopo mesi di inattività, caratterizzata dall’utilizzo di ammortizzatori sociali per i dipendenti, conseguente una gestione che ha richiesto il ricorso al codice della crisi di impresa, si stia attivando, speriamo, per tutelare l’occupazione e limitare i danni provocati al tessuto sociale in loco. Essendo proprietari dell’immobile di Penitro, vorremmo utilizzarlo, direttamente o tramite consociate, alla attività industriale anche nel settore food e, non a caso, in funzione di questa disponibilità abbiamo effettuato ingenti investimenti”.
In effetti lo stabilimento era stato affidato in affitto per un periodo di due anni alla cui scadenza , nell’autunno 2021, venne intimata una disdetta per finita locazione dalla Corex, “ansiosa di avviare la propria attività industriale” . Con la sentenza 597 /2022 del 29 aprile 2022 il Tribunale di Cassino confermò alla “Domenico Paone Spa” (oggi “Domenico Paone Srl”) lo sfratto per finita locazione. L’11 gennaio scorso la Corte di Appello di Roma – Settima Sezione Civile – ha confermato la decisione del Tribunale di Cassino appellata dalla Domenico Paone Srl . In effetti la Corex, “da sempre vicina alla tutela dei lavoratori ed alle esigenze del territorio” già dal 15 febbraio ha voluto partecipare a due incontri istituzionali convocati dal sindaco di Formia Taddeo con tutte le parti sociali interessate “in ossequio alla propria politica aziendale di conservazione dei posti di lavoro e di tutela del territorio”
In questa prospettiva il 17 febbraio ha formalizzato la propria dichiarazione di interesse a valutare l’acquisto del ramo d’azienda della società Domenico Paone ma – ha fatto sapere ora la Corex nella lettera al dottor Quentin, alla Regione e al comune di Formia – ma “senza mai obbligarsi in alcun modo”.
La società salernitana sa di avere un asso nella manica. Se venisse revocata la sua manifestazione d’interesse, unica sul tappeto, la richiesta di proroga della cassa integrazione straordinaria salterebbe. E’ un tentativo nei confronti di Quentin di rivedere , in ribasso naturalmente, la sua offerta economica sulla scorta delle esposizioni debitorie pendenti? Può darsi. Intanto la Corex vuole conoscere la reale situazione economica e patrimoniale della “Domenico Paone srl” e lo scrive chiaramente nella lettera inviata alla Regione: “La Corex non recede dal manifestare il proprio interesse a valutare, anche e soprattutto per la tutela dei posti di lavoro, l’acquisto del ramo di azienda della Domenico Paone srl – si legge – Non ha assunto impegni di sorta perché non conosce alcunché della Domenico Paone Srl e dubita che possa parlarsi di un’azienda nel momento in cui non si dispone del sito produttivo. In ottica di rapporti improntati a buona fede si ritiene che non si possa e non si debba portare a conoscenza di terzi una sorta di impegno -obbligo ad acquistare il ramo dell’azienda della società “Pastificio Paone Srl” da parte della Corex per fondare una domanda di composizione negoziata di una crisi di Impresa”.
Il futuro produttivo dell’azienda formiana si preannuncia ricco di incognite soprattutto per come termina la lettera della società salernitana: “ La Corex, dopo una manifestazione di intenti meramente indicativa, si riserva di valutare ogni opzione per la tutela dei dipendenti e del territorio da conciliare con la fattibilità di un’operazione imprenditoriale tutt’altro che facile visti i risultati di gestione che hanno imposto l’utilizzo di ammortizzatori sociali e hanno portato la società in crisi”.