Castelforte / Omicidio Suio Terme: per il giudice non c’era premeditazione, Molinaro resta in carcere

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CASTELFORTE  -Collaborativo e pentito già nei minuti successivi all’omicidio di Giovanni Fidaleo e al ferimento dell’ex amante, Miriam Mignano. Per questo motivo il Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere Maria Pasqualina Gaudiano, al termine di un interrogatorio durato oltre due ore, non ha convalidato il fermo di polizia giudiziaria nei confronti dell’appuntato dei Carabinieri Giuseppe Molinaro semplicemente perchè il provvedimento, emesso dalla locale Procura nell’immediatezza della sparatoria avvenuta martedì pomeriggio all’interno dell’hotel Nuova Suio a Castelforte, è stato superato dal comportamento dell’indagato che, anzichè fuggire o inquinare le prove, si è messo completamente a disposizione degli stessi colleghi inquirenti.

Molinaro non ha agito con premeditazione, tuttavia è rimasto nel carcere militare di S.Maria perchè contestualmente il Gip, su richiesta del Pm Castaldi, ha notificato all’appuntato di Teano – difeso dagli avvocati Giampiero Guarriello e Paolo Maria Di Napoli – un’ordinanza di custodia cautelare con le accuse di omicidio e di tentato omicidio di Miriam Mignano.

Intanto le condizioni della donna 30enne di Castelforte ferita fortunatamente migliorano dopo l’ultimo intervento chirurgico che le ha consentito di lasciare la terapia intensiva del Policlinico Gemelli di Roma. Il militare anche nel corso del successivo interrogatorio di garanzia ha confermato di essersi recato presso l’albergo di Suio Terme per parlare pacificamente con Fidaleo e aveva chiesto la presenza della Mignano per discutere della loro relazione. Al Gip Gaudiano l’appuntato Molinaro ha confermato quanto già riferito ai suoi colleghi dei comandi provinciali di Latina e Caserta: non era sua intenzione di uccidere Fidaleo né tantomeno la 30enne di Castelforte. Insomma, l’incontro trasformato in tragedia doveva avere un carattere chiarificatore per cercare di trovare una soluzione pacifica in questo triangolo amoroso.

Tuttavia, il direttore della struttura avrebbe imbracciato una spranga, temendo il peggio, e l’appuntato avrebbe estratto la pistola d’ordinanza, armata successivamente, e sparato sette colpi di pistola contro le sue due vittime. Secondo alcune ricostruzioni testimoniali, i due uomini avevano già litigato in passato per Miriam e a sedare gli animi era intervenuta la moglie di Fidaleo. I legali difensori hanno spiegato nuovamente come il 55enne si è mostrato come un uomo in difficoltà, con una fragilità psicologica e in uno stato confusionale, ancora sotto shock per quanto accaduto.

Le dichiarazioni dell’appuntato dovranno comunque trovare ora conferma dalle indagini in corso da parte della compagnia di Formia agli ordini del Maggiore Michele Pascale. La dinamica omicidiaria, sul piano balistico, sarà ricostruita dai Ris di Roma, che mercoledì hanno passato al setaccio la hall dell’albergo per definire la traiettoria dei sette colpi di pistola e, in base alle tracce ematiche rinvenute, collocare le tre persone sulla scena del delitto.

Nella giornata di oggi – sabato 11 marzo – intanto, è in programma l’autopsia sul cadavere di Giovanni Fidaleo presso l’obitorio dell’Ospedale “Santa Scolastica” di Cassino. Il sostituto procuratore Chiara D’Orefice ha affidato l’incarico al medico legale Gabriele Margiotta, mentre le famiglia del direttore d’albergo e dello stesso appuntato Molinaro hanno deciso di nominare due consulenti di parte nelle persone di Antonio Oliva e di Leonardo Esposito.

Intanto domenica pomeriggio, alle 15.30, la comunità di San Giorgio a Liri si fermerà per partecipare presso la chiesa parrocchiale ai funerali di Fidaleo che lascia la moglie e due figli. E’ attesa una rappresentanza di quella di Itri dove il direttore d’albergo era nato e aveva militato come apprezzato difensore centrale nella locale squadra di calcio prima di farsi notare anche in diverse altre squadra dilettantistiche del basso Lazio.

Oggi pomeriggio, invece, alle 17.30, sarà Castelforte a fermarsi per partecipare ad un momento di preghiera officiato da don Fabio Gallozzi presso la chiesa di San Rocco.

Belle le parole espresse dal sindaco aurunco Angelo Felice Pompeo: “La nostra comunità è rimasta profondamente scossa dalla tragedia che stiamo vivendo e vuole continuare a mantenere il silenzio. Vivremo un momento di raccoglimento pregando perché quanto accaduto non si ripeta più ed esprimere la nostra sentita vicinanza per ogni necessità e ogni bisogno. Questa vita ci presenta -ha specificato il primo cittadino – spesso situazioni incredibili, complicate e, addirittura, assurde. Abbiamo però dentro di noi la possibilità di reagire e rispondere con umanità e coraggio vivendo l’inatteso. Ma c’è una forza che ci unisce e che ci sostiene: è la solidarietà e la passione per la vita buona. Oggi siamo uniti, solidali e vicini a Miriam e alla sua splendida famiglia. Sono convinto che il male non potrà mai scrivere l’ultima parola. Ora la nostra comunità attende il ritorno a Castelforte di Miriam che dobbiamo coccolare e proteggere da ogni desiderio di curiosità e pettegolezzo. Saremo vicini a Miriam e alla sua famiglia – ha concluso il sindaco Pompeo – se sapremo essere vicini e riservati, solidali e protettivi come lo sono e lo sanno essere dei veri amici. Una preghiera forte per Gianni e la sua famiglia attraversata da un enorme dolore. Un pensiero di vicinanza a Giuseppe per il dramma che vive con la sua famiglia“.