FORMIA – In attesa che venga definita la trattativa finalizzata all’eventuale trasferimento del pastificio Paone, la Regione conceda per un ulteriore periodo di sei mesi – dal 6 marzo – la cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale ai 29 dipendenti dello stabilimento alimentare di Penitro a Formia. La richiesta, chiara ed inequivocabile, è contenuta in una lettera che l’amministratore unico della “Domenico Paone spa”, l’imprenditore italo-argentino Alejandro Octavio Quentin , ha inviato alla direzione Lavoro della Regione Lazio e, per conoscenza, a Unindustria e ai sindacati di categoria. Quella del manager sudamericano è stato gesto quasi dettato dalla disperazione dal momento che il 5 marzo, domenica, scade la terza tranche di cassa integrazione ordinaria concessa dalla stessa Regione a causa del blocco produttivo – iniziato lo scorso settembre – a causa del caro energia e delle difficoltà a trovare spazio sul mercato nazionale ed internazionale.
Per formalizzare questa istanza, motivata sul piano normativo (articolo 21 del decreto legislativo 148/2015) per l’insorgenza di una crisi aziendale, il dottor Quentin ha dovuto attivare il procedimento della composizione negoziata per assicurare il risanamento aziendale e tentare di preservare gli attuali livelli occupazionali. Determinante è stata la manifestazione di interesse esternata dalla Corex spa di Battipaglia che, proprietaria dello stabilimento di Penitro secondo le risultanze del concordato preventivo numero 4/2015, si è dichiarata disponibile a prelevare i marchi, il personale e le linee di produzione. Quentin ha specificato come servano sei mesi per effettuare questo passaggio delle consegne ma – l’aspetto più preoccupante – è che la trattativa, dopo due incontri avuti con il sindaco di Formia Taddeo, il consorzio industriale del Lazio e le parti sociali, è finita purtroppo su un binario morto.
La “Domenico Paone spa” ha definito inevitabile il ricorso all’ammortizzatore sociale in seguito alla sentenza della settima sezione della Corte d’Appello del 19 gennaio scorso che, confermando il pronunciamento del 3 maggio scorso del Tribunale di Cassino, ha intimato lo sfratto alla società presieduta dal dottor Quentin. La lettera ai sindacati contiene la richiesta di ottenere la convocazione di un incontro presso l’area “Vertenze e Interventi a sostegno del reddito” della regione Lazio che potrebbe nelle prossime settimane prorogare la cassa integrazione solo grazie alla manifestazione d’interesse comunicata dalla Corex.
La società di Battipaglia ha fatto fatica però a celare il proprio disappunto perché sperava che fosse tra i destinatari della richiesta di Quentin e la sua manifestazione d’interesse venisse chiarito e personalizzato. E invece la Corex ha appreso di questa giusta iniziativa di Quentin solo dai sindacati di categoria presenti nello stabilimento alimentare di Formia: la Flai Cgil, la Fai Cisl e la Uila Uil. Che la Corex sia interessata a procedere all’acquisizione dl ramo d’azienda lo ammette lo stesso amministratore Quentin, il quale è andato oltre: “Prima che ciò avvenga ci sono tempi tecnici per il riavvio dei macchinari e le stesse procedure pratiche tecnico-amministrative richiedono un tempo stimato di circa 6 mesi, prima del quale non è ragionevole supporre che l’attività produttiva possa ripartire”.
Parole dure che non promettono nulla di buono per il futuro economico-occupazionale del pastificio Paone in considerazione di altre questioni. La Corex non ha gradito, per esempio, che di fronte al suo gesto di buona volontà di prelevare nella gestione dello stabilimento formiano la “Domenico Paone spa” abbia negli ultimi giorni impugnato in Cassazione la sentenza di cessata locazione della Corte d’Appello ed il decreto di sfratto che, in caso di mancato ricorso, invece sarebbe diventato esecutivo entro la fine di marzo 2023. Insomma del gruppo imprenditoriale di Quentin la Corex – secondo alcune informazioni – non ha gradito la mancanza, sul piano industriale, di una “linearità di comportamento” per dare un futuro certo al pastificio Paone dopo la sua gestione.
In effetti i tempi per il trasferimento dell’azienda si stanno allungando perché, oltre al mancato confronto (o almeno) tra le due società, la proposta di cessione delle linee di produzione, dei marchi e del personale dovrà essere quantificata da un consulente nominato dal Tribunale di Cassino quando sarebbe bastato – ha fatto sapere la Corex di Battipaglia – “sedersi attorno ad un tavolo e ragionare a tutela del buon nome dell’azienda formiana e soprattutto, dei suoi 29 dipendenti”.
La richiesta di proroga della cassa integrazione straordinaria naturalmente è stata salutata con favore dalla segreteria territoriale della Uila Uil che, confermando la proposta di un esame congiunto, si è dimostrata disponibile a partecipare ad un incontro presso la direzione Lavoro della Regione Lazio “per consentire da un lato la convocazione – ha scritto il segretario Luca Lombardo in una lettera di risposta al dottor Quentin e inviata anche al Prefetto di Latina Maurizio Falco, alla Corex, al presidente del Consorzio Industriale del sud pontino Salvatore Forte, al sindaco di Formia Gianluca Taddeo e agli altri sindacati di categoria – e dall’altro la corretta tempistica procedurale di consultazione utile ad attivare tutti gli strumenti necessari per la risoluzione della crisi aziendale ed occupazionale del pastificio Paone”