Sabaudia / Operazione “I Pubblicani”, condannati sette delle otto persone arrestate

Cronaca Sabaudia

SABAUDIA – Rapina, sequestro di persona, estorsione aggravata, lesioni personali aggravate dall’uso di armi, detenzione e porto illegale di armi, porto di armi e oggetti atti ad offendere e, soprattutto, traffico di sostanze stupefacenti. Per queste ipotesi di reato il Gup del Tribunale di Latina Pierpaolo Bortone ha condannato con il rito abbreviato a quasi 34 anni di reclusione sette delle otto persone che l’8 aprile 2022 erano state arrestate nell’ambito dell’operazione “I Pubblicani”.

I Carabinieri risalirono a Roberto Ciarelli , Giuseppino Pes, Adriano Sarrubbi, Gianluca Pezzano, Amine Harrada; Pietro Finocchiaro, Cristina Giudici e Alessandro Artusa indagando sull’omicidio, avvenuto il 21 dicembre 2020 a Sabaudia, di Fabrizio Moretto, il pregiudicato ucciso da alcuni colpi di arma da fuoco mentre era a bordo di uno scooter poco lontano dalla sua abitazione, nelle campagne di Bella Farnia. Le indagini appurarono come gli otto imputati fossero stati coinvolti in due spedizioni punitive messe in atto nei confronti di una persona che, dopo aveva acquistato in conto vendita la droga, non era riuscita però a pagarla.

Sono stati i destinatari destinatari di condanne pesanti e, più precisamente, 7 anni e quattro mesi per Roberto Ciarelli e Giuseppino Pes; 5 anni e 10 mesi a Adriano Sarrubbi; 4 anni e 8 mesi a Gianluca Pezzano e Amine Harrada; 3 anni e 8 mesi a Pietro Finocchiaro; 3 anni e 4 mesi a Cristina Giudici.

La vittima, mentre si trovava a bordo della sua auto, fu costretta, con un coltello alla gola e una pistola puntata alla testa, a recarsi in una zona di campagna. Qui venne aggredita e obbligata a promettere la consegna di un chilo di hashish ogni settimana per un importo complessivo di 9mila euro. Nel secondo episodio lo stesso tossicodipendente fu colpito con calci e pugni mentre si trovava presso un distributore di benzina. Gli aggressori gli sottrassero il telefono cellulare per impedirgli di chiedere aiuto e avevano distrutto la sua auto utilizzando un bastone. Se Artusa ha chiesto di essere giudicato con il rito ordinario davanti il Tribunale di Latina, il collegio difensivo (formato dagli avvocati Amleto Coronella, Oreste Palmieri, Leonardo Palombi, Maurizio Forte e Natalino Sabatini) ha chiesto la concessione degli arresti domiciliari per i rispettivi assistiti ed il Gup Buontempo si è riservato di decidere dopo aver acquisito il parere dei sostituti procuratori Andrea D’Angeli e Martina Taglione.