Terracina / Fallimento società “Circe”, dissequestrate le somme ai commercialisti accusati

Cronaca Terracina

TERRACINA – Torna nella disponibilità degli aventi diritto il milione e 200 mila euro sequestrato il 10 dicembre 2020 dal Gip del Tribunale di Latina Giuseppe Cario nell’ambito dell’inchiesta sul fallimento della società “Circe” e l’acquisto dell’hotel ‘Il Guscio’ di Terracina.Lo ha deciso il Riesame presso il Tribunale di Latina composto dal presidente Beatrice Bernabei e dai giudici Simona Sergio e Paolo Romano al termine di un laborioso e complicato iter procedurale. La somma era stata sequestrata sui conti correnti di Simone, Roberto ed Aldo Manenti, Simona Vescovo, Luca Pietrosanti e Luigi Buttafoco, i sei commercialisti della società “Circe” che, proprietaria dell’hotel “Il Guscio”, vennero indagati all’epoca per ricettazione.

Il nutrito collegio difensivo, formato dagli avvocati Franco Coppi, Renato Archidiacono, Tommaso Pietrocarlo, Marco Fagiolo, Enrico Quintavalle e Stefano Porcari, aveva impugnato il provvedimento del Gip Cario che nel gennaio successivo venne annullato dal Riesame. La Procura di Latina, attraverso gli avvocati Giuseppe Bontempo e Claudio De Lazzaro, presentò un appello in Cassazione i giudici della Suprema Corte annullarono il dissequestro e disposero l’invio degli atti ad un collegio, diverso, presso il Tribunale di Latina. Lo scorso aprile vi fu un nuovo colpo di scena quando il Riesame di Latina dispose nuovamente il sequestro dei beni.

Alla base dell’annullamento da parte della Cassazione dell’ordinanza impugnata ci fu questa motivazione: “Il Tribunale di Latina ha motivato solo apparentemente la sussistenza del periculum, in quanto ha posto a fondamento dello stesso un rischio di dispersione del patrimonio dei ricorrenti”.

Il Tribunale del Riesame con una diversa composizione ha accolto il ricorso degli avvocati Coppi, Archidiacono, Pietrocarlo, Fagiolo, Quintavalle e Porcari: “Non può certo affermarsi l’inettitudine del patrimonio dei ricorrenti a soddisfare la futura eventuale confisca – si legge nella ordinanza pubblicata nella giornata di lunedì – dal momento che gli istanti, in particolar modo i coniugi Pietrosanti, hanno dimostrato di possedere un cospicuo patrimonio mobiliare ed immobiliare, ben superiore all’importo oggetto del provvedimento cautelare, Se le disponibilità liquide dei due non offrono, per la natura del bene agevolmente occultabile e trasferibile e per il titolo di reato per cui si procede, idonea garanzia di non dispersione del patrimonio, lo stesso non può dirsi per il rilevante patrimonio immobiliare di cui i due coniugi dispongono”.

E la turbata libertà di scelta del contraente nell’ambito di procedure fallimentari, il trasferimento fraudolento di valori e reimpiego di denaro, beni o altre utilità di provenienza illecita erano state queste le ipotesi di reato per le quali erano approdate il 2 dicembre davanti il Gup del Tribunale di Latina Giorgia Castriota le controversie processuali riguardanti il fallimento della società ‘Circe’ e l’acquisizione dell’hotel ‘Il Guscio’ di Terracina. L’udienza preliminare, celebrata con il rito abbreviato, era terminata con l’assoluzione di Luigi Buttafuoco e la condanna a due anni per Roberto Manenti. I sostituti procuratori Giuseppe Bontempo e Claudio De Lazzaro avevano chiesto ed ottenuto il rinvio a giudizio per i sei commercialisti della società Circe” – Alberto Palliccia, Aldo Manenti, Simone Manenti, Massimo Mastrogiacomo, l’avvocato Luca Pietrosanti e la moglie di quest’ultimo, Simona Vescovo – il cui processo inizierà il 4 ottobre 2023.