Sabaudia / Inchiesta “Dune”, revocato il divieto di dimora per Giada Gervasi e Sandro Dapit

Cronaca Sabaudia

SABAUDIA – Potranno tornare a Sabaudia due delle 12 persone raggiunte lo scorso 21 febbraio dai più disparati provvedimenti cautelari emessi dal Gip Giorgia Castriota nell’ambito dell’inchiesta dei Carabinieri “Dune” sulla gestione pilotata di alcuni appalti del comune. Lo ha deciso il Tribunale che ha revocato il divieto di dimora emesso all’epoca dal Gip nei confronti dell’ex sindaco Giada Gervasi e dell’ex consigliere comunale con delega ai Lavori Pubblici Sandro Dapit.

Il collegio presieduto dal giudice Gianluca Soana – a latere Fabio Velardi e Beatrice Bernabei – ha accolto l’istanza presentata dai legali dei due imputati, l’avvocato Gianni Lauretti, Maurizio Forte e Luca Pietricola secondo i quali sono venute meno le esigenze cautelari in rapporto al cambio dell’amministrazione comunale di Sabaudia avvenuto con le programmate elezioni amministrative del 12 giugno e dell’inizio, la scorsa settimana, del processo (subito rinviato al 12 ottobre) caratterizzato con l’ammissione di ben quattro costituzioni di parte civile.

Il Tribunale ha assunto questo provvedimento nonostante un severo parere contrario della Procura di Latina e, più precisamente, del sostituto Procuratore Valentina Giammaria Resta. Ha confermato, invece, la validità della misura interdittiva dai pubblici uffici per un anno, misura adottata il 20 maggio scorso in sostituzione degli arresti domiciliari per l’ex sindaco Gervasi, sotto processo per i reati di turbativa d’asta, falso e corruzione che avrebbero denotato una “spiccata inclinazione a delinquere” per dare vita, nel corso del tempo, ad un “sistema di mercificazione della res pubblica”.