Gaeta / Revoca confisca “Rosso Margherita”, parlano il proprietario Caforio e l’avvocato Scipione [VIDEO]

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GAETA – “Io intestatario fittizio di un bene confiscato alla camorra? Ma stiamo scherzando? Io faccio parte di una famiglia che solo una cosa ha saputo sempre fare con la propria arte e creatività ed investimenti propri frutto di sacrifici durati una vita, il mestiere di pizzaiolo. Da Gaeta voglio ricominciare una seconda vita lavorativa ma mi dicono che contro i tempi della giustizia e della burocrazia bisogna dotarsi di un pregio, quella della pazienza” . Gennaro Caforio ha deciso di parlare dopo la sentenza della quarta sezione penale della Corte di appello di Roma di revocare il provvedimento di confisca di primo grado emesso il 15 luglio 2020 dal presidente della sezione misure di Prevenzione del Tribunale di Roma Guglielmo Muntoni nei confronti della pizzeria “Rosso Margherita” in piazza XIX Maggio a Gaeta.

Caforio è rilassato ma è estremamente provato dopo “quattro anni” trascorsi, lui e la moglie, Lucia Sciortino, “all’inferno” . “Pensavamo di non farvi più ritorno ma sapevamo di essere nella parte del giusto e vittime solo di un grande sbaglio giudiziario” – ha esordito subito Caforio accettando di rilasciare l’intervista video nello studio dell’avvocato Luca Scipione. E’ il legale che ha dimostrato, dopo un’aspra battaglia giudiziaria durata esattamente quattro anni, che il locale di piazza XIX Maggio, a differenza di tanti altri beni e attività sequestrati a Roma il 26 luglio 2018 (per un valore di oltre 300 milioni di euro) nell’ambito della delicatissima inchiesta “Babylonia”, non era nella disponibilità della camorra e, in particolare, della componente degli “Scissionisti” e di due persone soprattutto, Gaetano Vitagliano e Andrea Scanzani.

Tutt’altro. I coniugi Caforio Sciortino vogliono ora ripartire dalla e con la loro attività imprenditoriale di Gaeta “provati ma soddisfatti” per un particolare di non secondaria importanza: la sentenza della quarta sezione penale della Corte d’Appello è diventata esecutiva dopo la decisione della stessa Procura di non impugnarla… Ma non sono tutte rose e fiori e Gennaro Caforio sa, per primo, che la pizzeria, nonostante la revoca della confisca eseguita dal Gico della stessa Guardia di Finanza, non è ancora materialmente nella disponibilità sua e della famiglia. Sul piano procedurale dovrebbe essere così “sino al febbraio 2023”, quando scadrà il periodo di proroga di sei mesi che aveva fissato il presidente della sezione misure di Prevenzione del Tribunale di Roma Guglielmo Muntoni il 15 luglio 2020 nella concessione della gestione, della durata di un anno ma prorogabile, della pizzeria ad un amministratore giudiziario.

Fu lo stesso che dopo il sequestro di quattro anni fa assunse l’ex proprietario di “Rosso Margherita” sino a decidere “ dopo quattro mesi il mio inspiegabile allontanamento” rivela Caforio trattenendo a stento le lacrime. Il pizzaiolo napoletano non ha voglia di indossare i panni del Don Chisciotte ma sa che i mulini al vento da affrontare ancora sono diversi. Grazie all’assistenza dell’avvocato Scipione e di un pool di commercialisti e contabili, Caforio ha scoperto essenzialmente due cose: lo stesso amministratore giudiziario ha formalizzato nel frattempo un contratto di fitto d’azienda della pizzeria di Gaeta e la mancata presentazione di alcune dichiarazioni di legge degli ultimi bilanci societari.

“E’ venuta fuori una situazione allarmante – ha osservato l’avvocato Luca Scipione nell’intervista video allegata – perché è emerso un disordine economico e gestionale che va risolto e superato”. Lo stesso legale di via Marziale tiene a sottolineare come la sentenza della quarta sezione della Corte d’Appello abbia revocato il provvedimento di confisca nei confronti dei beni sequestrati quattro anni fa “solo ed esclusivamente nei riguardi della pizzeria Rosso Margherita” quando le indagini già nel 2017 assestarono un duro colpo a due sodalizi criminali con base a Roma e Monterotondo, raggiunti da 23 ordinanze di custodia cautelare che, emesse dal Gip di Roma su richiesta della Dda, riguardarono altrettanti appartenenti a due distinte associazioni per delinquere dedite all’estorsione, all’usura, al riciclaggio, al reimpiego di denaro e beni di provenienza illecita, al fraudolento trasferimento di beni e valori, con l’aggravante del metodo mafioso.

Per l’avvocato Scipione un punto di svolta in questa complessa e poco chiara vicenda c’è stato il 9 settembre 2019 quando un’importante sentenza della Corte di Cassazione annullò con rinvio il provvedimento di conferma del sequestro di prevenzione. Malgrado ciò, la sezione Misure di Prevenzione di piazza Clodio, presieduta sempre dal dottor Guglielmo Muntoni, dispose con un decreto del 15 luglio 2020 la confisca della pizzeria di Gaeta. I coniugi Gennaro Caforio e Lucia Sciortino vogliono tornare a fare il loro lavoro ma “un’iniziativa di rivalsa e di risarcimento danni nei confronti dello Stato sarà promossa – ha confermato concludendo l’avvocato Scipione – per rispondere ad una facile ed infondata azione di accanimento promossa dalla stessa autorità giudiziaria”.

INTERVISTE Gennaro Caforio, imprenditore e Luca Scipione, avvocato.