Formia / Delitto Romeo Bondanese: assoluzione per Osvaldo Vellozzi, nelle motivazioni nuovi dettagli

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FORMIA – Osvaldo Vellozzi la sera di Carnevale 2021 in via Vitruvio a Formia non partecipò ad alcuna rissa a seguito della quale rimase uccise il cugino Romeo Bondanese. Anzi, fu il primo, “prima degli altri del gruppo, a “capire cosa stava gravemente avvenendo e a raggiungere il familiare sul terrazzo sovrastante la darsena de “La Quercia”. Lo scrive il Gup del Tribunale dei Minorenni di Roma nelle motivazioni della sentenza che, emessa lo scorso 18 maggio al termine del rito abbreviato, scagionò per non aver commesso il fatto Vellozzi, all’epoca dei fatti 17enne, dall’accusa di rissa aggravata. Secondo il giudice Efisia Gaviano fu proprio Vellozzi ad intervenire per primo nel tentativo, purtroppo non andato in porto, di salvare la vita a Romeo, aggredito da un gruppo di coetanei provenienti da Caserta e da alcuni centri della provincia per trascorrere a Formia la serata di martedì grasso 2021. Secondo il Gup Gaviano non è stato provato che Vellozzi, assistito dagli avvocati Vincenzo e Matteo Macari, abbia partecipato ad una rissa. Tutt’altro. Il giovane, che rimase ferito gravemente all’inguine, fu protagonista di un atteggiamento psicologico teso ad aiutare Romeo e, nel tentativo di bloccare ed allontanare il presunto omicida del cugino, sarebbe stato ferito da quest’ultimo alla gamba destra “al punto da non rendersi conto di tutto quanto stava succedendo attorno a lui” .

Le motivazioni della sentenza Gaviano offrono diverse rivelazioni, sinora all’oscuro della pubblica opinione. Uno su tutti riguarda il movente dell’omicidio….che in effetti non c’è. Secondo le informative del commissariato di Polizia di Formia i ragazzi casertani prima di arrivare a Formia a bordo dei rispettivi scooter furono molto di più quelli finiti sotto processo. Furono dieci. Arrivarono da Gaeta e decisero, intorno alle ore 19 del 16 febbraio 2021, di fermarsi a Formia “per mangiare qualcosa presso il ristorante McDonald’s” in via Vitruvio, sul lato opposto rispetto a cui in cui si trova la terazza dove morì Romeo.

Il presunto omicida e Bondanese si parlarono per un’incredibile scambio di persona. Romeo si rivolse al giovane di Casapulla perché lo aveva scambiato – si legge nelle motivazioni del Gup Gaviano – per un suo amico di Formia. “Uè…..R. manco mi saluti”. Il 17enne casertano gli avrebbe risposto con frasi del tipo: “Ma che vuoi? Vuoi vedere che ti spacco la faccia” Se sali sopra, ti spacco la faccia”. La risposta dell’indagato per omicidio preteritenziale è stata riportata da molte persone presenti “in termini leggermente diversi, fermo restando la circostanza che si trattava di espressioni aventi natura aggressiva e alterata”. Romeo chiese al suo interlocutore cosa volesse e spiegò agli amici cosa realmente chiedessero da lui. Il tribunale dei Mimnorenni è arrivato ad una conclusione: tra la vittima ed il suo aggressore un contatto ci sarebbe stato dopo qualche parola di troppo ma “se così fosse – scrive il Gup Gaviano – non sminuisce né giustifica l’indiscussa e sconcertante drammaticità e gravemente di quanto successivamente accaduto”.

Le testimonianze rese agli inquirenti sono state le più svariate e le numerose variabili “non hanno permesso di ottenere un risultato univoco. Si pensi – aggiunge anche il Gup – al diverso momento di arrivo sui luoghi a fronte di fatti verificatisi in pochissimo tempo, alla visuale verosimilmente limitata dalla presenza di molte persone, appartenenti all’uno, all’altro gruppo o estranee ad entrambi, nonché alla paura e tensione che ben possono aver emotivamente influito sulla lucidità dei soggetti interrogati”.

A comparire davanti il Gup Gaviano erano stati – come detto – altri quattro giovani minorenni originari della provincia di Caserta. Il primo, un 17enne di Casapulla, è indagato per omicidio preteritenzionale, lesioni gravi e porto abusivo di armi o oggetti atti ad offendere: è accusato di aver inferto il fendente mortale all’aorta femorale che provocò la morte di Bondanese e di aver, appunto, gravemente ferito il cugino Vellozzi. Gli altri tre, residenti a Recale, Portico di Caserta e Casapulla, sono indagati per rissa.

Il collegio difensivo dei quattro ha chiesto ed ottenuto la loro messa alla prova per avviare un percorso riabilitativo per la cui durata, ottenuto il nulla osta della Procura dei Minorenni, deciderà il Gup Gaviano nell’udienza di mercoledì prossimo. Per questa tragica vicenda la Procura di Cassino ha indagato altre due persone per l’omicidio Bondanese: si tratta di due giovani di Formia, all’epoca 19enni, che, difesi dagli avvocati Pasquale Di Gabriele ed Erasmo Nasta hanno ricevuto la conclusione delle indagini preliminari da parte del Sostituto procuratore Chiara D’Orefice.