Cassino / Omicidio Serena Mollicone, oggi si torna in aula per l’ultima udienza del dibattimento

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CASSINO – Serena Mollicone era in vita intorno alle 15 del 1 giugno 2001, cioe’ quando – secondo la Procura – la studentessa stava morendo per asfissia nella caserma dei Carabinieri di Arce? Questo interrogativo potrebbe conoscere una risposta mercoledì nel corso della 45° ed ultima udienza, per quanto riguarda la fase dibattimentale, del processo che si sta celebrando davanti la Corte d’assise del Tribunale di Cassino.

Lunedì era intervenuta Loredana Spalvieri, la donna che aveva notato la studentessa di Arce nel pomeriggio del 1 giugno 2001 nella pizzeria di famiglia nel centro di Isola Liri . Suo padre fu più cauto arrivando ad ipotizzare che Serena fosse somigliante ad una ragazza di Monte San Giovanni Campano. La Spalvieri nel 2003 davanti un ispettore della Questura di Frosinone modifico’ la sua ricostruzione ma lunedi in Corte d’assise a Cassino ha riconosciuto i fuseaux neri e la maglia rossa con i fiorellini rosa che indossava quel giorno Serena.

Il processo e’ agli sgoccioli ma la Procura ha chiesto di tentare di ascoltare mercoledì in aula la ragazza sosia di Serena residente a Monte San Giovanni – che ha già escluso di trovarsi in quella pizzeria il 1 giugno 2001 – ed il presunto fidanzato con i capelli ricci, un orecchino ed un viso pieno di acne. Lunedì il criminologo dei Carabinieri Gianluca Giovannini, oltre ad una ricostruzione del luogo in cui fu trovato il cadavere della 18enne, aveva tracciato un profilo psicologico sul brigadiere suicida Santino Tuzzi raccontando cosa capi nei due interrogatori del Carabiniere di Sora.Nel primo, del 28 marzo 2008, era molto stanco ma pacato, nel secondo, quello del 9 aprile, era molto nervoso quando ritrattò le dichiarazioni del 28 marzo.

Gli dicemmo di togliere la mano, tremolante, dalla fondina della pistola – ha rivelato in aula Giovannini – Dopo aver chiesto di parlare con il Pm Perna, recuperò un po’ di serenità”. Mercoledì a tracciare un profilo su Tuzi saranno due consulenti nominati dai principali imputati, Franco, Marco ed Annamaria Mottola, il criminologo Carmelino Lavorino e lo psicologo forense Enrico Delli Campi.