Formia / “Lungomare Gianola ridotto a immondezzaio”, la denuncia di Prima Formia e Formiamo il futuro

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FORMIA -Se il settore urbanistica non riesce ad avere un dirigente dopo la decisione del potenziale nuovo dirigente Marco Di Stefano di “tradire” il comune di Formia per quello (vicino di residenza) di Albano Laziale, non brilla la gestione della ripartizione “gemella” , quella delle Opere Pubbliche. E’ davvero severo il duro j’accuse di due dei principali gruppi di opposizione alla maggioranza Taddeo, quelli di Prima Formia e di “Formiamo il futuro”.

Se non bastavano episodi di vandalismo ma anche di incuria ora si sono aggiunte quelle che vengono definite la “malagestione degli uffici comunali preposti, lavori pubblici manutenzione del verde manutenzione di parchi e arredo urbano” ma anche “la scempiaggine della responsabilità politica di una società pubblica come la Formia Rifiuti zero che negli ultimi giorni ha irrorato intere aree della città con un diserbante colorato dando la forte sensazione di aver trasformando i nostri marciapiedi in orinatoi a cielo aperto”.

Inevitabile la richiesta circa un “immediato ripristino e pulizia di questi marciapiedi altro che arredo pubblico, sinonimo della cattiva gestione di un gruppo di amministratori inetti, incapaci e oltremodo arroganti”.

Nel mirino di Prima Formia e di Formiamo il futuro è finita l’assessore alle Opere Pubbliche Eleonora Zangrillo. Aumentano le sue azioni nel borsino della politica provinciale perché possa essere candidata alle regionali del 2023 per la lista di Forza Italia: “Lo specchio della sua incapacità si vede nelle condizioni in cui sono ridotti il parco de Curtis, la pineta di Vendicio (suo luogo di dimora abituale), il lungomare di Gianola ridotto ad un immondezzaio e ad oggi ancora non sono state aperte le buste per gli affidamenti delle spiagge pubbliche”.

Capitolo a parte sono le frazioni collinare di Formia che, dopo aver contribuito notevolmente alla vittoria della coalizione Taddeo alle amministrative dello scorso autunno, “a tutt’oggi sono senza illuminazione pubblica, senza manutenzione delle aiuole e piazze pubbliche (la potatura ormai è un optional) con la villa comunale di Maranola, abbandonata a se stessa, con il campetto ed il campo bocce vandalizzati mentre il parco giochi con le staccionate sono state smantellate…”

La stessa manutenzione della strada del Redentore “non rientrerebbe più nelle prerogative del comune”, la strada di collegamento dalla frazione di Maranokla a seguito degli incendi degli anni scorsi “non è sicura nemmeno dal punto di vista delle protezioni visto che sono state tutte incendiate. Quale azione si pensa di mettere in campo per il contrasto agli incendi boschivi e la conseguente salvaguardia degli stessi?”

Capitolo ufficio postale (chiuso) dello stesso borgo di Maranola. Prima Formia e Formiamo si rivolgono agli stessi “cari concittadini delle frazioni: fatevene una ragione, dell’ufficio postale di Maranola non interessa più alcunchè. Era stato promesso che in un mese si sarebbe risolto il problema – il problema accertato è stata la mancanza del certificato di agibilità dei locali – ad oggi nulla”.

Ancora un affondo all’assessora Zangrillo: “Nonostante il Comune di Formia abbia fior fiori di tecnici, ha dovuto fare un affidamento diretto ad un tecnico esterno noto per le sue capacità ingegneristiche per svolgere delle prove di carico (anche se secondo noi sul solaio sbagliato) visto che l’ufficio postale è ubicato al piano terra, per poter redigere il certificato di agibilità…” Era stato proposto, poi, l’installazione di uno sportello bancomat, “ormai non più procrastinabile ma neanche questo siamo riusciti ad ottenere”.

La gestione del settore Opere Pubbliche è finita nel tritacarne mediatico delle due liste di ispirazione leghista anche “per la totale incapacità a gestire i compiti, e non le gare, che di norma sono sempre stati il fiore all’occhiello della nostra città. I lavori ed i contratti chiusi ci sembrano una derivazione ( triste affermarlo) della passata amministrazione. Ma se questo è il nuovo che avanza – concludono i capigruppo Antonio Di Rocco e Amato La Mura – cominciamo ad avere nostalgia e maggior rispetto di chi c’era prima…”.