Cassino / Delitto Serena Mollicone: ultimi testi alla sbarra, si tornerà in aula venerdì prossimo

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CASSINO – Alla ripresa del processo per la morte di Serena Mollicone era molto attesa la deposizione di Sonia Da Fonseca. Una sua amica, Annarita Torriero, la conoscente del brigadiere suicida Santino Tuzi, le confidò di avere visto Serena nella Caserma dei Carabinieri di Arce la mattina del 1 giugno 2001, il giorno del suo omicidio . Oggi la donna italo-brasiliana non era presente davanti la Corte d’Assise del Tribunale di Cassino ufficialmente per un vizio di notifica.

L’invito a comparire, inviato dall’avvocato Dario De Santis, il legale di parte civile di Guglielmo e Antonio Mollicone, non ha avuto sinora un esito positivo. Nonostante due raccomandate con ricevuta di andata e ritorno e l’arrivo di un ufficiale giudiziario presso la residenza della donna a Ceprano. La De Fonseca doveva confermare di aver raccolto le confidenze della Torriero in una sit del 2018 quando la Procura di Cassino aveva riaperto le indagini sul delitto. Le disse di essere andata la mattina dell’omicidio ad Arce a portare un panino ed una bottiglietta d’acqua a Santino. E lì vide, come in altre circostanze, Serena. Per le famiglie Mollicone e Tuzi c’è necessità che la donna venga in aula a cristallizzare quelle dichiarazioni. Sarà espletato un nuovo tentativo a comparire già nell’udienza del 25 marzo: se la donna dovesse riceverlo presso un altro domicilio sul territorio e non eseguirlo potrebbe subire – l’ha anticipato il presidente della Corte d’Assise del Tribunale di Cassino Massimo Capurso – un “accompagnamento coattivo” da parte delle forze dell’ordine

L’udienza ha rappresentato una sorta di giro di boa dell’intero processo con la programmata audizione degli ultimi tre testi citati dai sostituti procuratori Siravo e Fusco. Due di loro, Francesco Quattrucci e Danilo Tomaselli, hanno ripercorso le loro frequentazioni con uno dei cinque imputati, Marco Mottola.

Soprattutto Tomaselli ha specificato di non essere stato inizialmente esaustivo sull’attività di spaccio del figlio del comandante della stazione di Arce, Franco, semplicemente – ha detto – aveva “timore”. Entrambi però hanno dichiarato di essere stati controllati nel primo pomeriggio del 1 giugno 2001 in pieno centro ad Arce rispettivamente dall’appuntato Suprano e dal comandante Mottola. Per le difese dei due imputati è la conferma che gli ordini di servizio di quel giorno non sono mai stati contraffatti.

Il terzo ed ultimo teste della Procura non era in aula. Domenico Fraioli era solito all’epoca accompagnare Marco Mottola ma ha fatto sapere di non poter deporre perché vittima di un presunto disturbo della personalità. Il presidente Capurso ha annunciato di voler affidare venerdì prossimo l’incarico al neuropsichiatra Donato Tufo per accertare o meno questa circostanza. Su richiesta della parte civile dei fratelli Mollicone sono stati sentiti, inoltre, la zia materna di Serena, Filippa Di Folco e Gino Gabriele, un giovane di Arce che frequentava nel 2001 un corso di laurea a Sora. Sul pullman su cui si trovava all’altezza del corso principale di Isola del Liri quest’ultimo ha ripetuto di aver visto Serena che, da sola, faceva l’autostop per tornare ad Arce. Il processo, in attesa di notizie della signora De Fonseca, riprenderà venerdì con altri testi indicati dall’avvocato De Santis.