CASSINO – Favorire l’integrazione dei profughi Ucraini è realizzazile attraverso un corso di lingua italiana. E’ l’obiettivo che intende centrare il lungimirante progetto che, promosso dalla Banca Popolare del Cassinate, è stato subito recepito dall’amministrazione comunale. L’emergenza immediata impone di garantire cibo, alloggio, vestiti ma è necessario ora bisogna un ulteriore salto di qualità che tenga conto delle necessità di inte-grazione dei profughi ucraini, rispettandone la storia, il vissuto, la dignità. E per centrare questo primo obiettivo è necessario superare un primo ostacolo, quello linguistico. Se ne è parlato nel corso di una conferenza stampa tenuta presso la sala del Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare del Cassinate.
Per Presidente Vincenzo Formisano l’idea base del progetto è andare oltre le esigenze basilari promuovendo la socializzazione, l’integrazione, la creazione di amicizie e relazioni nel rispetto della dignità e della storia degli ospiti ucraini. In apertura ha ribadito come la Banca sia sempre pronta a mettersi a disposizione della Comunità. Il Presidente ha anche ringraziato l’Amministrazione Comunale, sempre molto ricettiva su tutte le istanze dei cittadini e che, con prontezza, ha accolto la proposta della banca. Fare squadra è infatti l’arma vincente. I doverosi ringraziamenti alla banca popolare sono arrivati dal sindaco Enzo Salera che, patrocinando, l’iniziativa umanitaria, ha sottolineato la bontà di una sinergia che – ha sostenuto – fa bene al cuore.
Per gli assessori all’istruzione e alla coesione sociale del comune di Cassino Maria Concetta Tamburrini e Luigi Maccaro il corso di lingua italiana, orale e scritta, aiuterà a completare e perfezionare il percorso di accoglienza per i profughi ucraini. L’Assessore Tamburrini ha evidenziato come già in una prima fase di screening era stata percepita questa necessità, e la proposta della banca aiuta a completare e perfezionare il percorso di accoglienza per i profughi ucraini. Il Comune sta già lavorando per l’inserimento nelle scuole del territorio dei ragazzi: molti hanno gi iniziato a frequentare la scuola, altri seguono la Dad proposta dalla loro scuola ucraina, altri bambini sono troppo piccoli per essere inseriti a scuola, altri ancora non sono ancora emotivamente pronti. Per questo c’è bisogno innanzitutto di una vicinanza relazionale.
Il Comune si sta adoperando anche coinvolgendo la comunità ucraina già presente a Cassino e costituita da circa 200 persone. Questa emergenza può essere l’occasione per rendere l’intera comunità una comunità educante. L’Assessore Maccaro ha evidenziato come questa esperienza amministrativa sia stata caratterizzata dalle emergenze, prima per la pandemia, ora per la guerra e in situazioni così inedite e difficili la Bpc è sempre stata attiva e presente in maniera sensibile, pronta, proattiva. L’idea del Presidente Formisano di creare una scuola di italiano è bellissima non solo perché risponde a urgenze e necessità pratiche, ma anche perché rappresenta il primo passo di un’amicizia nuova che la città di Cassino può stringere con le persone che vengono dall’Ucarina. Con una bella immagine, l’Assessore ha sottolineato come a volte, in situazioni straordinarie come quelle che stiamo vivendo, non basti “stare al proprio posto”, ma bisogna saper stare sugli avamposti, pronti a lavorare in prima linea.
Il Comune di Cassino si sta distinguendo per il lavoro fatto nel sociale: un’esperienza importante che si sta condividendo anche con gli altri comuni, per mettere in sinergia informazioni ed esperienze. La Scuola di italiano sarà un primo passo anche verso l’integrazione lavorativa, che la conoscenza linguistica renderà possibile non appena ci saranno i permessi di soggiorno che consentiranno anche di stipulare dei contratti di lavoro.
Ad affiancare i docenti ci saranno anche alcuni rappresentanti della comunità ucraina di Cassino che, attraverso la sua attiva portavoce Nataliya Nikiforyak ha ringraziato la Bpc ed il Cassino per quanto fatto sinora. Natalia ha ricordato che le persone arrivate in Italia sono soprattutto donne e bambini, che sperano al più presto di poter tornare nel loro paese. In Ucraina sono rimasti gli uomini, impegnati a combattere e per loro è un sollievo sapere che donne e bambini sono al sicuro, sono accuditi e accolti. Questa iniziativa è perciò un messaggio forte per l’Ucraina, un incoraggiamento e un segnale di speranza.
Dal punto di vista operativo si lavorerà su più fronti: in primo luogo, con un censimento delle persone interessate a seguire i corsi, verificando fasce di età, titoli di studio, disponiblità orarie, così da creare gruppi di studio omogenei; in secondo luogo si cercheranno volontari in grado di insegnare la lingua italiana: anche per loro verranno pensate sessioni di formazione per trovare le metodologie e gli strumenti migliori per l’insegnamento; fondamentale poi il coinvolgimento della comunità ucraina che potrà avere un fondamentale ruolo di mediazione; infine, dovranno essere coinvolte scuole, parrocchie, enti, associazioni, tutti coloro che possono mettere a disposizione spazi e strutture in grado di ospitare i corsi così da creare, come ha sottolineato Maccaro, una sorta di “scuola diffusa” che coinvolga tutto il territorio.