Gaeta / Delitto Daniele Barchi a Viterbo, la Cassazione conferma la condanna

Cronaca Gaeta

GAETA – La Corte di Cassazione ha messo la parola fine sull’omicidio di Daniele Barchi, il 42enne originario di Gaeta massacrato di notte nella notte tra il 21 e il 22 maggio 2018 nel suo appartamento al pianoterra di via Fontanella del Suffragio, in pieno centro storico a Viterbo. I giudici della Suprema Corte, respingendo il ricorso della difesa dell’uomo, hanno confermato invece la condanna a 15 anni di reclusione e alla successiva detenzione di tre anni in una Rems nei confronti di Stefano Pavani, il 35enne di Corchiano che, ospite da tempo di Barchi insieme alla sua compagna, aveva massacrato di botte quattro anni fa il 42enne di Gaeta residente nel capuologo della Tuscia.

La famiglia Barchi, che si è costituita parte civile attraverso l’avvocato Lino Magliuzzi, ha sempre sostenuto che Pavani non fosse l’unico autore del delitto. Ha chiesto ed ottenuto che la locale Procura aprisse le indagini nei riguardi della compagna di Pavani, Azzurra Cerretani, di 27 anni, la cui richiesta di rinvio a giudizio è pendente davanti il Gup del Tribunale di Viterbo. Se la prossima udienza è stata calendarizzata nel prossimo maggio, determinante fu la deposizione del padre della vittima, Giuseppe. Raccontò al Gip di aver ascoltato al telefono la voce della donna mentre il fidanzato gli avanzava richieste di danaro e di poter avere la disponibilià dell’abitazione della vittima. La posizione della Cerretani è tornata in discussione dopo che il gip del Tribunale di Viterbo Rita Cialoni aveva detto di no alla seconda di richiesta di archiviazione della Procura.

Ha ritenuto necessario un secondo processo con l’ipotesi di omicidio volontario nei confronti della Cerretani e ha restituito gli atti al pm affinché formulasse l’imputazione. Secondo quanto è emerso è assai probabile che la difesa della giovane chieda di essere giudicata con il rito abbreviato.